Europeista ha scritto:Peppe, provocazioni o non provocazioni, la comunicazione di URN Sardinnya è passata anche per alcuni dirigenti indipendentisti e sardisti ed i risultati si vedono.
Purtroppo non si è potuta oltrepassare la porta del personalismo, non ne ho i mezzi e neppure i miei amici. Chi si fa la guerra per dire che ha ragione sull'altro non otterrà mai nulla. Il costume dell'occhio per occhio lascerà tutti ciechi.
Ci sono tanti modi per fare politica, nella società delle immagini, con la comunicazione sei già a metà dell'opera.
Per l'altra metà purtroppo servono finanze e quelle non le ha nessuno.
La partecipazione del mio gruppo non cambierebbe numericamente nulla all'U.I. e dubito che potrebbe influenzare le scelte dell'area Marxista.
In teoria potremmo trovarci più a nostro agio o in IRS o nel Sardismo, sebbene su IRS in realtà, il collante essenziale sia dato dalla guerra al Sardismo.
Entrare in un movimento senza poter fare nulla e diventare solo parte della guerra tra poveri (tra movimenti) che c'è già oggi non ha alcun senso.
Spetta ai dirigenti piantarla di elevarsi alla santità per meriti che non hanno e sedersi a dialogare. Quando riusciranno a farlo e ci sarà l'intenzione di realizzare un serio progetto politico non mancheremo.
Oggi vedo gente che esulta come se avesse vinto le elezioni ed altri che giustificano un risultato ancora più massacrante del disastro previsto con la scusa che non c'era l'unità e non c'è stato il tempo di far conoscere U.I.
Questo modo di fare l'indipendentismo è finito ma non se ne vuole prendere atto, bisogna prendere in seria considerazione l'ipotesi di superare certe concezioni e metodiche di proporre l'indipendentismo: Solo a seguito di questo percorso riformista si può parlare di unità tra sigle.
La proposta di U.I. per quanti buoni contenuti avesse, non era credibile, nè per alcuni candidati, nè per alcuni temi, nè per comunicazione, nè per dialettiche. in più ha ovviamente subito l'ondata del bipolarismo.
Non c'è nessun terzo polo in Sardegna e nessuna terza forza politica seriamente distinta da PD e PDL.
Ad un aumento del sardismo diffuso presso tutto il panorama politico italiano non è seguito alcun risultato concreto da parte dei movimenti indipendentisti.
Questo è il sintomo di una classe dirigente adagiata sui piccoli risultati del passato che non ha più idee su quale debba essere il ruolo e la forma con cui presentare l'indipendentismo del futuro.
IRS ha iniziato a rimuovere alcuni errori che aveva ancora di SNI ma ne preserva i tratti somatici del settarismo e rafforza il collante antisardista. Non è una provocazione affermare che sia una nuova SNI se non cambia registro. Dopo un periodo di gloria si ridurrà nuovamente a pochi gruppi di persone e buona parte di chi aveva dato la sua fiducia elettorale (così come successo per SNI), tornerà a votare abitualmente il centrosinistra italiano.
Insomma, IRS è nel momento in cui può sfruttare la situazione per migliorarsi al posto di ricadere nei vecchi vizi mentre SNI deve capire che con i vecchi vizi deve ancora farci seriamente i conti.
Bisogna comunque riconoscere che in IRS ci sono persone che hanno veramente lavorato sodo per conquistare quel piccolo risultato e non si può sempre dare addosso senza riconoscerne i meriti.
Comunque su U.R.N. Sardinnya abbiamo sentito diversi sostenitori di SNI, che pur confermando tutta la fiducia possibile a Cumpostu non hanno creduto alla fusione con AMPI. Io non penso che AMPI debba tornare da sola ma che anch'essa dovrebbe rivedere qualcosa della sua proposta politica.
beh, per una volta devo riconoscere la ragione, sebbene continui a non comprendere l'indipendentismo riformista o il "riformismo indipendentista" (che non è lo stesso seppure potrebbe sembrarlo). A mio avviso, in mezzo a tutto "indipendentismo di facciata" si nascondono altri grandi interessi che sacrificano L'INDIPENDENZA DELLA SARDEGNA, il suo bisogno di autogoverno e autogestione, i concetti assodati di popolo e di nazione, che in questi ultimi tempi stanno subendo i colpi più gravi che possono essergli stati inferti dalla e nella storia.
In Sardegna non esiste terzo polo, è vero, non esiste alcuna forza distinta da PD e PdL, ma quel che si è volatilizzata (nel giro di soli due o tre mesi) è la volontà politica perchè ci fosse. E' bastata "una letterina" perchè il Psd'Az. se ne andasse a flirtare con il cdx, servendogli in un piatto d'argento "il programma", dall'altro l'incontro di Irs con l'ex governatore ha scompigliato le vane chimere di una lontana intesa tra i movimenti dell'ala alternativa. Lasciamo per un attimo da parte i rossomori (che al sardismo storico sono arrivati sulle rovine dell'ex P.C.I. e parrebbero non veder l'ora di rientrarci, sebbene sotto nuova mascherata sigla), parliamo di sostanza, cos'è al giorno d'oggi "l'indipendentismo"?
Dopo la fine prematura dell'autonomismo, immolato sull'altare del centralismo democratico, sui veti che provengono sempre dall'alto, sulle riforme sempre più esasperate ed esasperanti (che squilibrano il sistema delle garanzie), il fallimento del federalismo, che si mostra sempre più irrealizzabile data "l'unità dell'Italia" e la conseguente mancanza delle condizioni di base per poterlo attuare (leggi pluralità delle parti), l'indipendentismo parrebbe essere l'ultima spiaggia per riconsacrare il mondo e la politica, ma, come per una di maledizione non scritta, si preferisce continuare a leggittimare tutta questa "sconsacrazione continua".
Io continuo a vedere "negativo" e non penso che ci si possa o ci si voglia ancora salvare. Il sardismo non esiste più (Lussu, Bellieni e tutti i "grandi padri" del Psd'Az., quelli che hanno affrontato l'esilio ed il carcere, l'olio di ricino e gli squadrismi del regime, si rivoltano nella tomba, ma sono morti, chi li sta ancora ad ascoltare, la politica si proietta nel futuro e molto malvolentieri ama voltarsi indietro e guardare nel passato), l'indipendentismo si mostra del tutto incapace di gestire il "patrimonio dei valori" che la coscienza dei sardi custodisce sotto la coltre dell'adeguamento che la politica delle tutele gli ha gettato addosso.
Vince il bipolarismo italiano, europeì..., vince il ping pong di chi continua a rimpallarsi le colpe della miseria e del fallimento, di chi ha saputo creare le condizioni perchè una "struttura molecolare" come quella dei Sardi, fino all'altro giorno tra le più sane al mondo, sia diventata in così poco tempo tra le più cagiovevoli di salute.
Accorrono i dottori al suo capezzale, corrono gli infermieri portando aghi,siringhe ed una mole indefinita di sofisticati medicinali ma basterebbe un poco d'aria.
Vorrò vedere la nuova "giunta", avrò il piacere di conoscere i suoi Assessori, non vedo l'ora di sapere chi sarà alla Cultura, mi pare che "l'istruzione" abbia bisogno di una nuova "evangelizzazione", partendo purtroppo dall'ABC.
Io credo che occorra riprendere dalle basi dell'educazione e, visto che si vorrebbe far politica, in particolare dall'Educazione Civica.
C'è qualcuno che sta pensando ad imbastire un seppur minimo programma "post Elettorale"?