SARDIGNA NATZIONE INDIPENDENTZIA - UNIDADE INDIPENDENTISTA

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Su Forum de sos Indipendentistas Sardos / Il Forum degli Indipendentisti Sardi


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    s'energia chi no si serbiri

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    Marku


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    Messaggio  Marku Mar Ott 06, 2009 1:28 pm

    Eolico, è disobbedienza civile Sindaci in trincea: partono i ricorsi
    La battaglia contro il parco eolico nel mare di Is Arenas, nella costa oristanese, unisce i sardi. Ieri mattina la manifestazione nella spiaggia di Cuglieri, oggi il sit-in a Cagliari
    Il consigliere regionale Domenico Gallus è di Paulilatino. Ed è lui stesso, dal microfono del teatro Garau, a mettere in guardia sul difetto di pronuncia tipico dei “paulesi”. «Raddoppiamo la consonante elle. Dunque dirò chiaramente cosa penso delle “pale” che girano. Non solo a Is Arenas ma di tutto l'eolico che si vorrà fare nel mare sardo». Ieri nella grande assemblea organizzata a Oristano contro il progetto degli ottanta megaventilatori sul mare, il verdetto è stato unanime. No su tutti i fronti. A costo, come ha provocatoriamente dichiarato il sindaco di Santa Giusta, Antonello Figus, «di organizzare proteste eclatanti, di disobbedienza civile. Non siamo obbligati a fare sempre le persone educate: se ci costringono siamo pronti a toglierci la fascia tricolore e metterci a capo del disordine». Figus ha già ricevuto la comunicazione di un nuovo parco eolico dentro il golfo di Oristano. Il fronte di attacco è dunque in marcia, unito e compatto. E oggi sarà a Cagliari. Non sono bastate le rassicurazioni dell'assessore regionale all'Agricoltura Andrea Prato, ieri al Garau: «La Giunta ribadisce il suo no secco al parco eolico di Is Arenas». Oggi l'esecutivo Cappellacci, «sulla base dei pronunciamenti del territorio e dei consigli provinciali e comunali, si esprimerà formalmente contro in sede di autotutela». Prato ha ribadito che la Regione «non è per i parchi di energia alternativa che sorgono in zone della Sardegna di particolare pregio ambientale, figuriamoci nella costa tra S'Archittu e Su Pallosu». Ha poi annunciato «un piano per l'energia che integri l'eolico, l'idroelettrico, le biomasse e il solare. Saranno privilegiate quelle zone di scarso pregio ambientale e quelle pubbliche». Ma per il Comitato antiparco non basta. Anche perché da Roma ieri è stato comunicato ai sindaci di Narbolia e San Vero Milis che, nonostante il parere negativo dei Comuni sardi, il Ministero ha già dato via libera alla installazione di due anemomentri nella spiaggia davanti al futuro parco. «Avrebbero dovuto impedire prima questo scempio, questo oltraggio alla nostra libertà e dignità», attacca Marcello Soppelsa, portavoce della protesta. «Chiederemo alla Regione che si faccia al più presto una conferenza di servizi col Ministero delle Infrastrutture, per capire quale è l'orientamento del governo sull'eolico di Is Arenas». Critiche anche dalla parlamentare del Pd, Caterina Pes: «Quelle dell'assessore sono state parole ambigue. La Giunta regionale deve deliberare subito, di sua iniziativa e presentare opposizione al progetto, senza aspettare i documenti delle istituzioni oristanesi». Inequivocabile la posizione di Legambiente che ieri con le parole del responsabile Vincenzo Tiana ha bocciato il parco di Is Arenas: «Sovradimensionato e chiaro esempio di eolico selvaggio» Il sindaco di Oristano Angela Nonnis ha ribadito «la netta opposizione a quel progetto». A dare man forte al comitato antiparco ieri è arrivato anche il documento di opposizione approvato dalla Provincia di Oristano e dai comuni di San Vero Milis, Narbolia e Cuglieri. Il ricorso sarà presentato oggi alla Capitaneria di porto di Oristano dove è stata inoltrata la richiesta di concessione di un'area demaniale per sessant'anni, dalla società Is Arenas Renewables Energies srl. Sede a Bosa, capitale sociale 10 mila euro e un progetto da 500 milioni. Sul palco si sono alternati diversi consiglieri regionali (Antonio Solinas, Attilio Dedoni, Oscar Cherchi) ma su tutti il più agguerrito è stato il presidente della Provincia Pasquale Onida: «Questo progetto non passerà. Non passerà, non passerà».
    ROBERTO RIPA Martedì 06 ottobre 2009
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    lutzedhu


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    Messaggio  lutzedhu Mer Ott 07, 2009 8:18 am

    Servitù militare, servitù smaltimento scorie industriali, servitù smaltimento scorie nucleari, servitù energetiche: centrali nucleari, pale eoliche,fotovoltaico,trivellazioni petrolifere a mare...
    L,anello viruale sul naso dei sardi si sta di giorno in giorno sempre più materealizzando, la classe politica unionista manifesta tutta la sua impotenza di fronte alle decisioni dei loro padroni romani e cercano di celare la vergogna in sterili reazioni bipartisan per contenere l'indignazione del popolo sardo.
    Candho si tocat su fundhu si narat ki si torrat a susu. Isperamus ki siat sa orta ona.
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    Marku


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    Messaggio  Marku Mer Ott 07, 2009 12:18 pm

    Concesse dal ministero le autorizzazioni alla Puma petroleum per le ricerche al largo della costa tra Bosa e Cabras. Partono le rilevazioni
    E ora nei fondali si cerca anche il petrolio


    Isola del vento, del sole e anche del gas e del petrolio? Forse. Oltre l'eolico, all'orizzonte della costa oristanese si profila un pericolo potenzialmente più insidioso e preoccupante. Al largo delle spiagge del Sinis, in un angolo di paradiso che dall'isola di Mal di Ventre corre fino alle coste di Bosa, si stanno per mettere in moto attrezzature di alta tecnologia a caccia di gas e petrolio. E se dalle profondità blu dovesse arrivare il segnale positivo, potrebbe partire la corsa all'oro nero: le trivellazioni sarebbero il passaggio successivo a questa iniziale fase di sondaggio. Per ora c'è l'ok a un'ispezione non invasiva dei fondali, ma tra la gente che da settimane combatte con il possibile «ecomostro dell'energia del vento» basta questo per lanciare l'allarme.
    DIECI ANNI Sono passati dieci anni da quando è iniziata la pratica burocratica per la scoperta del petrolio e degli idrocarburi, adesso c'è il via libera alle ricerche. Era il 27 gennaio 1999 quando la società Puma Petroleum presentò la richiesta di permesso e concessione (pubblicata sul numero 2 del Bollettino ufficiale degli Idrocarburi e della Geotermia il 28 febbraio 1999) e l'approvazione definitiva da parte del ministero dell'Ambiente è arrivata nella scorsa primavera. I lavori dovrebbero iniziare a breve e finora tutto era passato sotto silenzio. Ma con la mobilitazione di queste ultime settimane contro le ottanta torri eoliche che si vorrebbe sistemare nel tratto di mare tra S'Archittu e Su Pallosu, è saltato fuori anche questo nuovo spettro per il mare sardo.
    RICHERCHE OFF SHORE L'area interessata dalle ispezioni si trova al largo della costa occidentale e ha una estensione di 6 mila 800 ettari (grande più di tre volte quella in cui dovrebbe sorgere il campo eolico off-shore di Is Arenas). La zona è a una distanza media di 5 - 15 chilometri dalla costa oristanese.
    GOLFO DI ORISTANO La profondità del mare nell'area su cui ha esteso il proprio sguardo la società Puma Petroleum è compresa tra gli ottanta e i cento metri nella parte orientale, i duecento metri nella parte occidentale. Ma questa non è l'unica iniziativa che si sta mettendo in piedi per quel tratto di costa. Su tutta la zona, infatti, esiste anche un altro «progetto di prospezione di idrocarburi a mare che la Saras Spa intende portare avanti nell'off-shore occidentale della Sardegna - si legge nel documento di concessione - nell'area compresa all'interno del golfo di Oristano e a ovest di esso».
    L'obiettivo della ricerca è valutare la potenzialità petrolifera dell'area in cui «in continuità con le zone a terra si evidenziano condizioni favorevoli alla presenza di idrocarburi». La conformazione geologica e le caratteristiche di una terra antica come quella della Sardegna farebbero supporre a tecnici esperti che nelle profondità del mare si possano nascondere piccoli tesori di petrolio e gas. In quel caso, potrebbe essere molto difficile fermare il motore delle trivelle.
    TERRA ANTICA La preoccupazione per il progetto è notevole, già nei giorni scorsi erano circolate voci in merito ma non c'era nessuna conferma ufficiale. Ora, invece, il fantasma delle ricerche petrolifere ha un nome e anche tutte le autorizzazioni per andare avanti. La società Puma Petroleum ha già fatto ricerche in altre parti del Mediterraneo, nel Mar Ionio ma anche lungo le coste della Sicilia. Ora c'è la Sardegna e, soprattutto tra gli oristanesi, l'allarme è destinato a crescere. Tanto più che con gli eventuali lavori di trivellazione gli incidenti e il relativo rischio di inquinamento sarebbero sempre in agguato.
    VALERIA PINNA

    07/10/2009
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    Marku


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    Messaggio  Marku Mer Ott 07, 2009 12:20 pm

    L'indipendentista
    Esposto alla Procura di Doddore Meloni: società fantasma


    Lui sa bene che senza particolari permessi le pale eoliche in zone protette non si possono mettere. Sul tetto della sua capanna presidenziale a Maldiventre, Doddore Meloni (l'autoproclamato presidente della repubblica autonoma di Malu Entu) una piccola pala l'aveva installata lo scorso anno. Sarebbe servita per produrre poca energia necessaria per illuminare l'unico rudere che esiste sull'isola-stato. Ma nel giro di qualche giorno è stata smantellata dai forestali arrivati a Malu Entu con un ordine di sequestro firmato dal Gip. E visto che i tempi al palazzo di giustizia di Oristano sono molto celeri, ora Doddore Meloni chiede l'intervento del procuratore della Repubblica Andrea Padalino Morichini per fermare il progetto del parco eolico di Is Arenas. «Sarebbe interessante che la procura verificasse chi si nasconde dietro la società che presenta questo progetto, amministrata da un signore che abita a Montecarlo e che rappresenta un'altra società con sede in Lussemburgo - sostiene Meloni - In più credo sarebbe giusto accertare che gli imprenditori che chiedono le concessioni non vogliano rivenderle a qualche multinazionale».
    NICOLA PINNA

    07/10/2009


    At a serbiri custa denuntzia? S'indipendentismu si depiri pinnicai a pari, siunucas no ndi bogaus cabidu de nudha!
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    Marku


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    Messaggio  Marku Ven Ott 09, 2009 4:05 pm

    Eolico, assalto alla costa‘Scoperti’ nuovi progettiPALE EOLICHE A MARE
    Mentre nell'Oristanese si battaglia per scongiurare l'apertura del parco eolico marino di Is Arenas, altre quattro società della Penisola progettano lo sbarco sulle coste del Golfo degli Angeli (tra Cagliari e Sarroch) e in quello di Palmas (Sant'Antioco).
    I nomi sono top-secret (tranne quello della Trevi Energy di Cesena, capitale sociale di un milione di euro) ma è certo che i progetti siano stati presentati al ministero dei Trasporti per una richiesta di concessione demaniale della durata, a seconda del piano d'investimento, che varia tra i 30 e i 50 anni. Una distesa di pale eoliche tra le quali dovranno forse fare lo slalom petroliere e navi che frequentano il litorale tra il porto canale di Cagliari e l'area della raffineria Saras di Sarroch. E che si vedrebbero distintamente dal promontorio di Calamosca. I PROGETTI Gli elaborati tecnici raccontano di una produzione di energia potenziale che risulterebbe superiore a quella prevista dal piano regionale del 2006. Una media di 99 megawatt potenziali, da produrre per ogni impianto, supererebbe i 300 del cavo che collega l'Isola con il resto d'Italia. L'idea è quella di un mega-parco eolico marino nella zona antistante capo Zavorra (in territorio del Comune di Sarroch) e di uno, più piccolo, nel golfo di Palmas, a Sant'Antioco. CAGLIARI E DINTORNI I progetti sono di tre società, in due distinti siti di uno specchio d'acqua che ricade nell'ambito dell'Autorità portuale di Cagliari. Entrambi spostati verso Sarroch, a 5 miglia di distanza dalla costa, non lontano da capo Zavorra. «È una zona con insediamenti propri di un'economia impattante nei confronti dell'ambiente e del territorio», è scritto in uno dei progetti, con riferimento alla presenza della raffineria Saras, della Polimeri, dell'ex Rumianca. E un occhio all'economicità dell'investimento, visto che il fondale sul quale dovrebbero adagiarsi le basi dei rotori (5 metri di diametro) è profondo al massimo 35 metri: «Scavare e mettere in sicurezza l'impianto sarebbe meno complicato». Fuori dall'acqua l'altezza sarebbe di 50 metri. A complicare le cose c'è il fatto che a presentare domanda di concessione per lo stesso sito sono state due diverse società: la Trevi Energy (nessun dirigente dello stabilimento di Cesena ha voluto ieri commentare la notizia) e una che per ora resta senza nome. «Se così fosse», fanno sapere dalla Capitaneria di porto di Cagliari, «si dovrebbe ricorrere a una gara, visto che le due società sarebbero in concorrenza». Il secondo sito (per il quale ha presentato una terza compagnia) è confinante con il precedente, in direzione Cagliari. Se mai i progetti dovessero vedere la luce, andrebbero a formare un unico grande parco, per complessive 70 pale. Poco o niente si sa di Sant'Antioco: anche in quel caso la domanda proverrebbe da una società della Penisola, per 30 pale da installare nel golfo di Palmas. LA CAPITANERIA Dagli uffici dell'organo periferico del ministero dei Trasporti si sceglie la linea del “non confermo e non smentisco”: «Possiamo parlare di ipotesi di scuola - dicono dall'ufficio - se queste domande fossero state presentate (la prima risale alla metà del 2008, l'ultima all'aprile del 2009 ndr. ) sarebbero state inoltrate ai nostri uffici per la fase istruttoria: a noi tocca esaminare la fattibilità, tenendo conto della sicurezza della navigazione e della compatibilità con le attività commerciali e mercantili che in quel tratto di mare si svolgono». LE AMMINISTRAZIONI «Nessuno ci ha chiesto niente - dicono i sindaci di Cagliari e Sarroch Emilio Floris e Mauro Cois - ma tendenzialmente siamo contrari ai parchi eolici marini. Deturpano l'ambiente e vanno contro lo spirito della legge regionale sull'energia, che prevede che vadano installati nelle zone industriali».
    Venerdì 09 ottobre 2009 14.09

    Sa pappadroxa de s'ambienti faidi benni sa gulosia a medas: amigus e cumpangius.
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    Messaggio  Europeista Ven Ott 09, 2009 4:13 pm

    In Scozia la scoperta del petrolio è quella che ha fatto passare in consensi dell'indipendentismo da piccole percentuali al governo assoluto della Nazione in ogni ceto sociale e professionale.
    Ben vengano le verifiche sul petrolio anche in Sardegna, ma se anche si scoprisse...quì non abbiamo ancora robusti partiti politici capaci di parlare all'unisono all'Opinione Pubblica.
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    Marku


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    Messaggio  Marku Ven Ott 09, 2009 10:48 pm

    Saludi Europeista, fortzis s'indipendentismu at a essi uniu po "le Pal(l)e, si no nc'est arrenesciu su carboni, nosus pensaus ca sa perda'e ollu at fai che in Scotzia? Andeus a biri! Ti saludu, o adrianu nci se tui puru in "facebook"?
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    Messaggio  Europeista Sab Ott 10, 2009 2:01 pm

    Per le pale sono d'accordo, per il petrolio la questione è più complessa.

    Uso MSN per dialogare con gli amici, mentre su Facebook non ho un profilo ma ci sono diversi membri di URN, se scrivi alla mail del nostro portale ti mando qualche contatto.

    Salude
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    Messaggio  Issohadore Sab Ott 10, 2009 6:35 pm

    Iskusami Europeista, apotzas su campu eolicu de "Is Arenas" de sa sotziedade furistera Is Arenas Renewables Energies?
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    Messaggio  Europeista Sab Ott 10, 2009 8:20 pm

    Ohi.. nono, ippo nande ki so de accordu kin Marcu kontra a sas palas.
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    Marku


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    Messaggio  Marku Mar Ott 13, 2009 10:29 am

    GASDOTTO: SVENTRANO LE NOSTRE TERRE E DANNO IN CAMBIO SERVITÙ
    Il progetto del GASDOTTO GALSI prevede la realizzazione di una condotta di gas dall’ALGERIA all’ITALIA. (DURATA DELLA FORNITURA 15-20 ANNI)
    La condotta avrà una lunghezza di circa 272 km (rischio esplosioni, incendi..) da Porto Botte a Olbia è prevista una tubazione del diametro di 120 centimetri. Essa sventrerà e attraverserà la nostra Sardegna da Sud-Ovest a Nord-Est, interessando tutte le province ad esclusione dell’Ogliastra, e passando per 40 Comuni tra cui BERCHIDDA.
    Criteri di scelta del tracciato: …tra gli altri
    - deve essere il più possibile rettilineo
    - transitare in zone a destinazione agricola
    - evitare zone soggette a frane o di dissesto idrogeologico;
    - garantire l’accessibilità agli impianti di sicurezza

    Il Percorso del Tracciato

    Fascia di Asservimento, lunga 272 km e larga dai 40 agli 80 m.
    - 4000 proprietà sotto servitù, terreni agricoli, vigneti frutteti e boschi (taglio delle piante), strade provinciali, strade statali e comunali, torrenti, corsi d’acqua, linea ferroviaria, canali, acquedotti.
    Fascia di Asservimento/Servitù sottratta all’utilizzo dei cittadini Sardi che non potranno destinare tale territorio ad altri usi. Si ha danno ambientale, deprezzamento territori attigui e svilimento delle attività agricole, agropastorali, commerciali e turistiche, declino del flusso ed interesse turistico. Tale servitù graverà sulle colture, sull’economia rurale, sul paesaggio e sul territorio, nonché sulle aree protette e sui siti archeologici;
    - 38 punti di controllo, manutenzione monitoraggio (1 ogni 15 km)
    Il progetto prevede anche Opere Complementari, quali per esempio:
    - Saranno installati: tubi di protezione; sistemi/apparecchiature per la protezione catodica; manufatti atti alla salvaguardia del metanodotto; muri di sostegno per garantire la sicurezza in corrispondenza di punti particolari, attraversamenti di corsi d’acqua, strade.

    Vogliono spartirsi la nostra Terra e le nostre terre, sventrano la Sardegna e sopra ad una gran striscia rossa scrivono DELETED.
    Quale risarcimento potrà comprare il nostro futuro e quello dei nostri figli?
    NON C’È NESSUN TORNACONTO ECONOMICO, IL GAS NON POTRÀ ESSERE SCONTATO PER I SARDI E NESSUNA IMPRESA SARDA LAVORERÀ AL PROGETTO


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    Marku


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    Messaggio  Marku Gio Ott 29, 2009 6:14 pm

    Galsi: una fascia di 40 metri attraverserà la Sardegna
    22 ottobre 2009 7 commenti
    Questi mesi sono decisivi per la realizzazione del Galsi. Emergono alcune notizie dal primo Consiglio di Amministrazione a cui ha partecipato la nuova dirigenza Sfirs. Il primo dato da constatare è che la Sardegna è priva di un piano per la metanizzazione. Stanno partendo da tempo i bandi per i diversi distretti, ma manca il Piano generale. È un nuovo drammatico tassello che va ad aggiungersi al quadro di incertezza che sta caratterizzando il sistema energetico della Sardegna: aggiornamento del Piano energetico, lento e silente; elaborazione delle direttive sulle energie rinnovabili, due dei sei mesi sono già trascorsi; interferenze ministeriali fortemente attive (vedi pale eoliche a Is Arenas); campagne sarde attraversate da faccendieri che promettono facili fortune a chi metta loro a disposizione terreno per pale e specchi. In questo quadro africano, un dato può essere sviluppato. Bisogna essere consapevoli che il tubo del gas avrà un diametro di circa due metri e in parte attraverserà la Sardegna in superficie, in parte verrà interrato. In ogni caso, la fascia di rispetto sarà di circa 40 metri, quindi, non uno scherzo. Mentre per l’attraversamento nel sud della Sardegna e nel Campidano non dovrebbero esserci grandi problemi ambientali, il quadro cambia quando l’infrastruttura comincia a salire nell’altipiano di Abbasanta e nel Marghine. Il comune di Macomer ha già scritto a Galsi per impedire che il tubo passi dentro il monte di Sant’Antonio e in parti pregiate dell’Altopiano di Campeda. Inoltre, e giustamente, ha chiesto che esso passi nella zona industriale di Tossilo e serva in tal modo anche l’area di Ottana. Questo spostamento indurrebbe il percorso dell’infrastruttura ad approssimarsi al tracciato delle altre infrastrutture (strade, ferrovie, linee elettriche ecc.) che ormai da più di un secolo attraversano il territorio tra Abbasanta e Bonorva in modo compatibile con l’ambiente e lo sviluppo. Che fare? Bisogna farsi sentire. Bisogna sottrarre questo percorso amministrativo e industriale alla silente burocrazia e incardinarlo nel dibattito delle istituzioni locali, rafforzando la posizione politica di Sfirs dentro Galsi. In una parola: Sfirs deve diventare in Consiglio di Amministrazione sinonimo di Sardegna; per farlo ha bisogno di aver dietro realmente la Sardegna. Oggi non è così.
    De Sardegna e libertà
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    Marku


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    Messaggio  Marku Ven Nov 13, 2009 3:01 pm

    S. G. Suergiu. Primi accertamenti sul progetto da parte dei carabinieri
    Il parco eolico finisce nel mirino della Procura
    Venerdì 13 novembre 2009

    U n'inchiesta sul parco eolico di Matzaccara? Finora non ci sono nomi iscritti sul registro degli indagati, ma nei giorni scorsi i carabinieri, su incarico della Procura hanno avviato una serie di accertamenti sul progetto presentato dalla Green Energy Sardegna e approvato dall'amministrazione comunale di San Giovanni Suergiu con i voti di quasi tutti i consiglieri di maggioranza.
    La società che dovrà realizzare il parco eolico di Matzaccara è controllata dalla Fri-El Green Power spa di Bolzano, coinvolta in una grossa inchiesta sui fondi che la mafia sta investendo nella zona di Trapani. Il deputato Mauro Pili ha denunciato infiltrazioni mafiose nella gestione dell'eolico in Sardegna. Sulla questione ha presentato anche un'interrogazione parlamentare.
    Adesso l'attenzione degli inquirenti si sposta su San Giovanni Suergiu. Qualche tempo fa l'amministrazione comunale guidata da Enrico Piras ha approvato un progetto presentato dalla Green Energy Sardegna per realizzare un parco eolico a Matzaccara. Una decisione presa a colpi di maggioranza senza il coinvolgimento dell'opposizione consiliare. Nei giorni scorsi Erminio Meloni, assessore provinciale ai Lavori pubblici e consigliere di minoranza a San Giovanni, aveva parlato dell'esistenza di due progetti, uno dei quali non tenuto in considerazione dalla Giunta Piras. L'opposizione ha votato contro, come pure un consigliere di maggioranza. Ieri è circolata con insistenza la voce che i carabinieri avessero convocato alcuni consiglieri comunali nella caserma di San Giovanni. Il sindaco Enrico Piras cade dalle nuvole. «Non mi risulta - dice - sono rimasto in ufficio fino alle undici e non mi hanno convocato da nessuna parte». Anche Erminio Meloni è sulla stessa lunghezza d'onda. «Nessun interrogatorio», taglia corto.
    L'unica cosa certa è che dopo la denuncia di Mauro Pili la magistratura ha deciso di avviare una serie di accertamenti sui progetto relativi agli impianti eolici in Sardegna.

    Apustis de s'esperentzia de Monti'e Arci, ca dhoi funt is turris e no ant mai produsiru nudha! Unu mari de dinai po s'impresa e su politichedhu chi est capitau intzandus a aministrai...

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