tribunale Doddore Meloni e i ministri
A processo in sei per l'occupazione di Maldiventre
Per una singolare coincidenza il processo per l'occupazione dell'isola di Maldiventre comincerà il 28 aprile, Sa die de sa Sardigna . Quel giorno, in coincidenza con la festa istituita dal Consiglio regionale nel 1993 per ricordare la sommossa del 28 aprile 1794 che costrinse alla fuga da Cagliari il viceré Balbiano dopo il rifiuto del governo torinese di soddisfare le richieste del Regno di Sardegna per il riconoscimento dei diritti di cui i sardi avevano goduto per secoli, dovranno presentarsi davanti al giudice Doddore Meloni, promotore della proclamazione della repubblica autonoma di Maldiventre, i ministri degli esteri Felice Pani e delle finanze Alessandra Meli, quello della pesca Sandro Mascia e due indipendentisti che nell'estate di un anno fa avevano partecipato alla proclamazione dello stato autonomo, Paolo Peddis di Domusnovas e Francesco Pascili di Terralba. Le accuse per i sei indagati vanno dall'invasione di terreni privati (visto che l'isola appartiene all'inglese Rex Miller), all'occupazione di area demaniale, alla violazione del codice dei beni culturali e dei vincoli dell'area marina protetta Sinis-Maldiventre. Secondo le contestazioni, mosse dal procuratore capo Andrea Padalino Morichini che ha chiamato a processo i sei indagati per citazione diretta, l'occupazione dell'isola sarebbe avvenuta attraverso una serie di operazioni. E cioè: le modifiche di un rifugio che già esisteva realizzando un tetto in legno e sistemando un telone impermeabile, in modo tale da consentire il pernottamento; l'installazione di quattro tende da campeggio. Oltre a una serie di reati ambientali commessi in un'area considerata bene paesaggistico e, in quanto tale, sottoposta a vincoli: il taglio della vegetazione spontanea, lo scarico di rifiuti, l'accensione di fuochi utilizzati per cucinare e per riscaldarsi e lo spostamento dei massi.
Contestazioni alle quali lo scorso febbraio il difensore degli indagati (l'avvocato Cristina Puddu) aveva replicato affermando che fra gli attrezzi finiti sotto sequestro c'erano un termosifone, una stufa e un wc chimico; particolare che, sempre secondo la difesa, avrebbe dovuto far cadere i reati ambientali come il taglio di piante per l'accensione dei fuochi.
Intanto a Maldiventre resta ancora in vigore l'ordinanza emessa dalla Capitaneria di porto lo scorso aprile: in sostanza si può attraccare dalle 7 alle 22, mentre dalle 22 alle 7 resta il divieto di trascorrere la notte sull'isola.
PATRIZIA MOCCI
08/10/2009
A processo in sei per l'occupazione di Maldiventre
Per una singolare coincidenza il processo per l'occupazione dell'isola di Maldiventre comincerà il 28 aprile, Sa die de sa Sardigna . Quel giorno, in coincidenza con la festa istituita dal Consiglio regionale nel 1993 per ricordare la sommossa del 28 aprile 1794 che costrinse alla fuga da Cagliari il viceré Balbiano dopo il rifiuto del governo torinese di soddisfare le richieste del Regno di Sardegna per il riconoscimento dei diritti di cui i sardi avevano goduto per secoli, dovranno presentarsi davanti al giudice Doddore Meloni, promotore della proclamazione della repubblica autonoma di Maldiventre, i ministri degli esteri Felice Pani e delle finanze Alessandra Meli, quello della pesca Sandro Mascia e due indipendentisti che nell'estate di un anno fa avevano partecipato alla proclamazione dello stato autonomo, Paolo Peddis di Domusnovas e Francesco Pascili di Terralba. Le accuse per i sei indagati vanno dall'invasione di terreni privati (visto che l'isola appartiene all'inglese Rex Miller), all'occupazione di area demaniale, alla violazione del codice dei beni culturali e dei vincoli dell'area marina protetta Sinis-Maldiventre. Secondo le contestazioni, mosse dal procuratore capo Andrea Padalino Morichini che ha chiamato a processo i sei indagati per citazione diretta, l'occupazione dell'isola sarebbe avvenuta attraverso una serie di operazioni. E cioè: le modifiche di un rifugio che già esisteva realizzando un tetto in legno e sistemando un telone impermeabile, in modo tale da consentire il pernottamento; l'installazione di quattro tende da campeggio. Oltre a una serie di reati ambientali commessi in un'area considerata bene paesaggistico e, in quanto tale, sottoposta a vincoli: il taglio della vegetazione spontanea, lo scarico di rifiuti, l'accensione di fuochi utilizzati per cucinare e per riscaldarsi e lo spostamento dei massi.
Contestazioni alle quali lo scorso febbraio il difensore degli indagati (l'avvocato Cristina Puddu) aveva replicato affermando che fra gli attrezzi finiti sotto sequestro c'erano un termosifone, una stufa e un wc chimico; particolare che, sempre secondo la difesa, avrebbe dovuto far cadere i reati ambientali come il taglio di piante per l'accensione dei fuochi.
Intanto a Maldiventre resta ancora in vigore l'ordinanza emessa dalla Capitaneria di porto lo scorso aprile: in sostanza si può attraccare dalle 7 alle 22, mentre dalle 22 alle 7 resta il divieto di trascorrere la notte sull'isola.
PATRIZIA MOCCI
08/10/2009