NAZZIUNALIKUMUNIKATU
STAMPA FNS - COMUNICATO STAMPA F.N.S.
GLI INDIPENDENTISTI DU F.N.S.: UNIRE LE
VERTENZE DI PORTOVESME E TERMINI IMERESE
Portovesme, in Sardegna, Termini Imerese in Sicilia sono il paradigma e la “frontiera” di
una nuova, eppure vecchia, vecchissima logica industriale e politica.
Una logica che colpisce, non casualmente, due realtà vissute e percepite come colonie:
Sardegna e Sicilia.
Noi Indipendentisti Progressisti du Frunti Nazziunali Sicilianu – “Sicilia
Indipinnenti” cogliamo, con la “voce degli occhi” nella volontà dismissoria delle due
dirigenze industriali ( ALCOA e FIAT) il riaffiorare ( ma era mai scomparsa?) di una logica
coloniale per cui le nostre Isole, i nostri Arcipelaghi, le nostre Patrie sono vissute, dagli
ambienti politico-industriali, come “frontiere” da sfruttare, da cui mungere contributi e/o
prebende salvo poi finita la “cuccagna” andare via per passare a “spolpare” nuovi eldoradi
( in termini di costo del lavoro e/o impatto ambientale).
Le questioni di Portovesme e Termini Imerese devono e possono inoltre fare riflettere sulla
“logica” anche e soprattutto politica che, grazie all’attivo contributo degli ASCARI locali,
vede le nostre due NATZIONI, NAZZIUNI considerate come “siti” vocati per ospitare ogni
genere di rifiuto, scoria o stabilimento di depurazione o di produzioni come quella
nucleare. La logica di potere è che ai nostri Popoli, grazie ai loro ASCARI, si può imporre
tutto e ogni cosa.
I lavoratori di Portovesme e Termini Imerese, con le loro proteste, per il lavoro, per la
dignità loro e delle loro famiglie invitano e spingono TUTTI I SARDI E I SICILIANI a fare
altrettanto per il loro BENE COMUNE e COMUNITARIO.
La prospettiva che questi “travagghiaturi” sostengono è altra e diversa.
Una prospettiva, appunto, in cui i lavoratori Siciliani e Sardi non accettano e non
accetteranno mai più di essere pedine di una logica neocoloniale ed egoista.
SICILIA e SARDEGNA rifiutano di essere trattate, dunque, come “possedimenti
coloniali “e i Siciliani e i Sardi come fossero dei “dominati”.
Ecco perché, pacificamente, democraticamente è, a nostro avviso, giunto il tempo di
coordinare le due lotte e nello specifico le due vertenze industriali.
Ecco perché i sindaci del Comprensorio Termitano e quelli del Sulcis-Iglesiente
devono, ora, agire insieme per dire basta alla logica del mero profitto neocoloniale.
Ecco perché ad essi dovrebbero unirsi i Parlamenti Sardo e Siciliano, gli Enti
Province e tutti i Siciliani e Sardi di tenace concetto.
INSIEME dobbiamo e possiamo dire BASTA allo sfruttamento di Sardegna e Sicilia.
Da subito occorre unire i partiti, i movimenti Sardisti, Sicilianisti e Indipendentisti delle
nostre due Nazioni, le nostre organizzazioni sociali per essere TUTTI MOBILITATI.
TUTTI MOBILITATI PER DIRE ALL’OPINIONE PUBBLICA
INTERNAZIONALE: SIAMO ORGOGLIOSAMENTE ISOLANI MA NON
ISOLATI. SIAMO RICCHI DELLA FRATERNITÀ TRA LAVORATORI DI
ISOLE-NAZIONI SORELLE E DI QUELLA DI TUTTI I LAVORATORI E LE
LAVORATRICI
W I LAVORATORI SARDI, W I LAVORATORI SICILIANI !
W LA SICILIA, W LA SARDEGNA!
Palermo, 22 novembre 2009.
www.sanatzione.eu
STAMPA FNS - COMUNICATO STAMPA F.N.S.
GLI INDIPENDENTISTI DU F.N.S.: UNIRE LE
VERTENZE DI PORTOVESME E TERMINI IMERESE
Portovesme, in Sardegna, Termini Imerese in Sicilia sono il paradigma e la “frontiera” di
una nuova, eppure vecchia, vecchissima logica industriale e politica.
Una logica che colpisce, non casualmente, due realtà vissute e percepite come colonie:
Sardegna e Sicilia.
Noi Indipendentisti Progressisti du Frunti Nazziunali Sicilianu – “Sicilia
Indipinnenti” cogliamo, con la “voce degli occhi” nella volontà dismissoria delle due
dirigenze industriali ( ALCOA e FIAT) il riaffiorare ( ma era mai scomparsa?) di una logica
coloniale per cui le nostre Isole, i nostri Arcipelaghi, le nostre Patrie sono vissute, dagli
ambienti politico-industriali, come “frontiere” da sfruttare, da cui mungere contributi e/o
prebende salvo poi finita la “cuccagna” andare via per passare a “spolpare” nuovi eldoradi
( in termini di costo del lavoro e/o impatto ambientale).
Le questioni di Portovesme e Termini Imerese devono e possono inoltre fare riflettere sulla
“logica” anche e soprattutto politica che, grazie all’attivo contributo degli ASCARI locali,
vede le nostre due NATZIONI, NAZZIUNI considerate come “siti” vocati per ospitare ogni
genere di rifiuto, scoria o stabilimento di depurazione o di produzioni come quella
nucleare. La logica di potere è che ai nostri Popoli, grazie ai loro ASCARI, si può imporre
tutto e ogni cosa.
I lavoratori di Portovesme e Termini Imerese, con le loro proteste, per il lavoro, per la
dignità loro e delle loro famiglie invitano e spingono TUTTI I SARDI E I SICILIANI a fare
altrettanto per il loro BENE COMUNE e COMUNITARIO.
La prospettiva che questi “travagghiaturi” sostengono è altra e diversa.
Una prospettiva, appunto, in cui i lavoratori Siciliani e Sardi non accettano e non
accetteranno mai più di essere pedine di una logica neocoloniale ed egoista.
SICILIA e SARDEGNA rifiutano di essere trattate, dunque, come “possedimenti
coloniali “e i Siciliani e i Sardi come fossero dei “dominati”.
Ecco perché, pacificamente, democraticamente è, a nostro avviso, giunto il tempo di
coordinare le due lotte e nello specifico le due vertenze industriali.
Ecco perché i sindaci del Comprensorio Termitano e quelli del Sulcis-Iglesiente
devono, ora, agire insieme per dire basta alla logica del mero profitto neocoloniale.
Ecco perché ad essi dovrebbero unirsi i Parlamenti Sardo e Siciliano, gli Enti
Province e tutti i Siciliani e Sardi di tenace concetto.
INSIEME dobbiamo e possiamo dire BASTA allo sfruttamento di Sardegna e Sicilia.
Da subito occorre unire i partiti, i movimenti Sardisti, Sicilianisti e Indipendentisti delle
nostre due Nazioni, le nostre organizzazioni sociali per essere TUTTI MOBILITATI.
TUTTI MOBILITATI PER DIRE ALL’OPINIONE PUBBLICA
INTERNAZIONALE: SIAMO ORGOGLIOSAMENTE ISOLANI MA NON
ISOLATI. SIAMO RICCHI DELLA FRATERNITÀ TRA LAVORATORI DI
ISOLE-NAZIONI SORELLE E DI QUELLA DI TUTTI I LAVORATORI E LE
LAVORATRICI
W I LAVORATORI SARDI, W I LAVORATORI SICILIANI !
W LA SICILIA, W LA SARDEGNA!
Palermo, 22 novembre 2009.
www.sanatzione.eu