Portovesme. Rilevata la presenza di arsenico, piombo, alluminio e ferro nelle acque di falda stagnanti
Lago di veleni sotto le fabbriche
Lo rivelano le analisi nell'ex centrale Monteponi
Un mix di veleni nelle falde acquifere che scorrono sotto il polo industriale: lo rivelano le analisi effettuate nelle acque di un vascone che si trova sotto la vecchia centrale Monteponi.
Ci risiamo: arsenico, alluminio, piombo e ferro in quantità ben superiori ai limiti di legge. Le analisi fatte dall'Arpas sulle acque di falda ristagnanti in una vasca all'interno della ex centrale Monteponi di Portovesme, oggi di proprietà dell'Eurallumina, mettono in luce ancora una volta la scomoda verità che tutti sanno: nella falda acquifera sotterranea di Portovesme si trova un mix di veleni, metalli pesanti, sostanze inquinanti. Componenti nocive che si trovano anche nella vasca dell'ex centrale in disuso da decenni.
LE ANALISI L'allarme era stato lanciato dal consigliere di Portoscuso Angelo Cremone, ne era seguita una richiesta di ispezione da parte dell'assessorato all'Ambiente, e un sopralluogo vero e proprio, congiunto tra tecnici dell'Arpas, Provincia ed Eurallumina. Due i tipi di analisi: uno sui rifiuti caduti dal soffitto, alla ricerca di eventuali tracce di amianto, e un campionamento dell'acqua di falda presente all'interno della vasca, nel piano inferiore. Le analisi sull'amianto hanno dato esito negativo, escludendo la presenza di fibre di amianto. Ma dalle analisi sull'acqua è riemersa la solita verità: un cocktail inquietante di veleni.
IL RISULTATO Scrivono dall'Arpas a tutte le istituzioni competenti (Ministero dell'Ambiente, Regione, Noe, Comune di Portoscuso, Provincia e Asl): «Le analisi chimico-fisiche effettuate sul campione di acqua hanno evidenziato valori di alluminio, arsenico, ferro e piombo superiori ai limiti previsti dalla tabella per le acque sotterranee». I risultati delle analisi sono a disposizione delle istituzioni da una settimana, ma solo ieri sono state rese note, dal consigliere di opposizione Angelo Cremone. «Purtroppo ancora una volta i risultati delle campionature danno ragione alle mie denunce - dice Cremone - ero stato trattato come un allarmista, ma lì dentro i veleni ci sono davvero, lo dicono le analisi. E non illudiamoci che restino confinati a quella vasca: c'è il sospetto che le stesse sostanze finiscano in mare. Del caso specifico della ex centrale Monteponi colpisce soprattutto, come certificato nel verbale dell'Arpas, la presenza al sopralluogo per l'Eurallumina del direttore Candeloro, che però - continua l'esponente dei Verdi - è anche assessore provinciale alle Attività Produttive».
L'ALLARME Insomma le analisi sul vecchio edificio industriale abbandonato hanno confermato ancora una volta quanto sia compromessa la falda acquifera sotterranea di Portovesme e quanto sia urgente un intervento serio di bonifica e risanamento delle acque da tutti i veleni filtrati nel sottosuolo in trent'anni di attività industriale. E l'allarme potrebbe estendersi anche ben oltre i confini canonici del polo industriale: infatti non si conoscono ancora ufficialmente i risultati dei rilievi effettuati sul fiumiciattolo rosso di Corongiuali, a Matzaccara, ma indiscrezioni parlano con sempre maggiore insistenza di presenza di metalli pesanti anche in quel caso. Un fiumiciattolo che con costanza si è riversato in mare per giorni e giorni, direttamente nella laguna di Matzaccara: se l'ufficialità confermasse la presenza di metalli pesanti anche in quel caso, la mappa dei veleni sotterranei andrebbe rivista e sarebbe decisamente più ampia di come la si era immaginata finora.
ANTONELLA PANI
30/06/2009
Lago di veleni sotto le fabbriche
Lo rivelano le analisi nell'ex centrale Monteponi
Un mix di veleni nelle falde acquifere che scorrono sotto il polo industriale: lo rivelano le analisi effettuate nelle acque di un vascone che si trova sotto la vecchia centrale Monteponi.
Ci risiamo: arsenico, alluminio, piombo e ferro in quantità ben superiori ai limiti di legge. Le analisi fatte dall'Arpas sulle acque di falda ristagnanti in una vasca all'interno della ex centrale Monteponi di Portovesme, oggi di proprietà dell'Eurallumina, mettono in luce ancora una volta la scomoda verità che tutti sanno: nella falda acquifera sotterranea di Portovesme si trova un mix di veleni, metalli pesanti, sostanze inquinanti. Componenti nocive che si trovano anche nella vasca dell'ex centrale in disuso da decenni.
LE ANALISI L'allarme era stato lanciato dal consigliere di Portoscuso Angelo Cremone, ne era seguita una richiesta di ispezione da parte dell'assessorato all'Ambiente, e un sopralluogo vero e proprio, congiunto tra tecnici dell'Arpas, Provincia ed Eurallumina. Due i tipi di analisi: uno sui rifiuti caduti dal soffitto, alla ricerca di eventuali tracce di amianto, e un campionamento dell'acqua di falda presente all'interno della vasca, nel piano inferiore. Le analisi sull'amianto hanno dato esito negativo, escludendo la presenza di fibre di amianto. Ma dalle analisi sull'acqua è riemersa la solita verità: un cocktail inquietante di veleni.
IL RISULTATO Scrivono dall'Arpas a tutte le istituzioni competenti (Ministero dell'Ambiente, Regione, Noe, Comune di Portoscuso, Provincia e Asl): «Le analisi chimico-fisiche effettuate sul campione di acqua hanno evidenziato valori di alluminio, arsenico, ferro e piombo superiori ai limiti previsti dalla tabella per le acque sotterranee». I risultati delle analisi sono a disposizione delle istituzioni da una settimana, ma solo ieri sono state rese note, dal consigliere di opposizione Angelo Cremone. «Purtroppo ancora una volta i risultati delle campionature danno ragione alle mie denunce - dice Cremone - ero stato trattato come un allarmista, ma lì dentro i veleni ci sono davvero, lo dicono le analisi. E non illudiamoci che restino confinati a quella vasca: c'è il sospetto che le stesse sostanze finiscano in mare. Del caso specifico della ex centrale Monteponi colpisce soprattutto, come certificato nel verbale dell'Arpas, la presenza al sopralluogo per l'Eurallumina del direttore Candeloro, che però - continua l'esponente dei Verdi - è anche assessore provinciale alle Attività Produttive».
L'ALLARME Insomma le analisi sul vecchio edificio industriale abbandonato hanno confermato ancora una volta quanto sia compromessa la falda acquifera sotterranea di Portovesme e quanto sia urgente un intervento serio di bonifica e risanamento delle acque da tutti i veleni filtrati nel sottosuolo in trent'anni di attività industriale. E l'allarme potrebbe estendersi anche ben oltre i confini canonici del polo industriale: infatti non si conoscono ancora ufficialmente i risultati dei rilievi effettuati sul fiumiciattolo rosso di Corongiuali, a Matzaccara, ma indiscrezioni parlano con sempre maggiore insistenza di presenza di metalli pesanti anche in quel caso. Un fiumiciattolo che con costanza si è riversato in mare per giorni e giorni, direttamente nella laguna di Matzaccara: se l'ufficialità confermasse la presenza di metalli pesanti anche in quel caso, la mappa dei veleni sotterranei andrebbe rivista e sarebbe decisamente più ampia di come la si era immaginata finora.
ANTONELLA PANI
30/06/2009