Portovesme. Situazione gravissima in fabbrica, i sindacati preoccupati per i posti di lavoro
Arpas, ultimatum all'Alcoa
La Sala Elettrolisi adesso rischia la chiusura
Domenica 13 settembre 2009
Continua l'allarme-inquinamento nello stabilimento di Portovesme. L'Arpas e il Noe dopo un'ispezione hanno chiesto all'Alcoa di intervenire urgentemente per fermare le emissioni di fluoro. Ieri sono state bloccate altre due celle elettrolitiche.
U ltimatum all'Alcoa: le emissioni di fluoro dovranno cessare entro pochi giorni. C'è il rischio reale che la Sala Elettrolisi possa essere fermata per inquinamento. L'ispezione di Arpas, Noe e Provincia effettuata venerdì si è conclusa con un verdetto preoccupante per la fabbrica di alluminio.
SITUAZIONE GRAVISSIMA Gli ispettori hanno rilevato una situazione gravissima in Sala Elettrolisi e hanno dato all'Alcoa pochi giorni di tempo per superare il problema. Ieri mattina l'azienda ha convocato d'urgenza la Rsu di fabbrica per comunicare ai delegati quanto sia delicata la situazione: tutti gli accorgimenti tecnici che potevano ripristinare la funzionalità delle celle elettrolitiche sono già stati presi, sono state potenziate le squadre, incrementati gli straordinari.
Ma è una strategia che dovrebbe dare i suoi frutti nel giro di qualche settimana (c'è chi dice un mese e mezzo), mentre l'emergenza ambientale non può più attendere: le autorità hanno concesso solo pochi giorni di tempo. Poi ogni scenario sarà plausibile, se l'inquinamento non verrà bloccato alla fonte. Inclusa la fermata della Sala Elettrolisi, che ovviamente avrebbe effetti devastanti per l'intera produzione. «La situazione è drammatica - dicono Stefano Lai, Sergio Pisu, Massimo Cara, Massimiliano Basciu, Roberto Ballocco e Andrea Cuccu della Rsu di fabbrica - anche le autorità hanno verificato quanto sia allarmante l'aspetto ambientale in questo momento». E infatti Noe e Arpas hanno dato poco tempo alla multinazionale americana per eliminare le emissioni di fluoro ed altre sostanze, dovute al cattivo funzionamento delle celle elettrolitiche. A proposito, ieri ne sono state bloccate altre due, così le celle ferme sono ora 52 su 326.
LAVORO A RISCHIO «È uno dei momenti più difficili nella storia dello stabilimento - dicono Pierpaolo Gai e Bruno Usai, della Rsu - ma non permetteremo che si mettano a rischio i posti di lavoro». L'emergenza in corso all'Alcoa ha provocato anche una rottura sindacale all'interno della Rsu di fabbrica. Infatti mentre i delegati della Fiom Cgil hanno chiesto ufficialmente all'azienda che venga riconosciuta un'indennità di disagio ai lavoratori, che stanno mettendo il massimo impegno per risolvere la crisi operando in condizioni ambientali particolarmente difficili, i delegati di Cub, Cisl e Uil si sono dissociati dalla richiesta, comunicando all'azienda di volere incontri separati dalla Cgil per la riunione del prossimo martedì. Cub, Cisl e Uil hanno rigettato l'idea dell'indennità disagio ai lavoratori, specificando che in questo momento ogni euro disponibile deve essere speso per risolvere l'emergenza ambientale.
Intanto, in seguito all'ispezione dell'Arpas in fabbrica, fioccano polemiche da Portoscuso.
LA PROTESTA «Il nostro Comune, che attraverso la popolazione pagherà le conseguenze più salate di queste continue emissioni di fluoro - dice Angelo Cremone, consigliere comunale di opposizione - non ha nemmeno ricevuto il verbale dell'Arpas. Non sappiamo quali prescrizioni sono state fatte all'Alcoa, quanto è grave il danno ambientale. Nessuna informazione certa, mentre sarebbe doverosa la massima trasparenza, visto che i cittadini, loro malgrado, da settimane respirano quelle sostanze dannosissime».
ANTONELLA PANI
Arpas, ultimatum all'Alcoa
La Sala Elettrolisi adesso rischia la chiusura
Domenica 13 settembre 2009
Continua l'allarme-inquinamento nello stabilimento di Portovesme. L'Arpas e il Noe dopo un'ispezione hanno chiesto all'Alcoa di intervenire urgentemente per fermare le emissioni di fluoro. Ieri sono state bloccate altre due celle elettrolitiche.
U ltimatum all'Alcoa: le emissioni di fluoro dovranno cessare entro pochi giorni. C'è il rischio reale che la Sala Elettrolisi possa essere fermata per inquinamento. L'ispezione di Arpas, Noe e Provincia effettuata venerdì si è conclusa con un verdetto preoccupante per la fabbrica di alluminio.
SITUAZIONE GRAVISSIMA Gli ispettori hanno rilevato una situazione gravissima in Sala Elettrolisi e hanno dato all'Alcoa pochi giorni di tempo per superare il problema. Ieri mattina l'azienda ha convocato d'urgenza la Rsu di fabbrica per comunicare ai delegati quanto sia delicata la situazione: tutti gli accorgimenti tecnici che potevano ripristinare la funzionalità delle celle elettrolitiche sono già stati presi, sono state potenziate le squadre, incrementati gli straordinari.
Ma è una strategia che dovrebbe dare i suoi frutti nel giro di qualche settimana (c'è chi dice un mese e mezzo), mentre l'emergenza ambientale non può più attendere: le autorità hanno concesso solo pochi giorni di tempo. Poi ogni scenario sarà plausibile, se l'inquinamento non verrà bloccato alla fonte. Inclusa la fermata della Sala Elettrolisi, che ovviamente avrebbe effetti devastanti per l'intera produzione. «La situazione è drammatica - dicono Stefano Lai, Sergio Pisu, Massimo Cara, Massimiliano Basciu, Roberto Ballocco e Andrea Cuccu della Rsu di fabbrica - anche le autorità hanno verificato quanto sia allarmante l'aspetto ambientale in questo momento». E infatti Noe e Arpas hanno dato poco tempo alla multinazionale americana per eliminare le emissioni di fluoro ed altre sostanze, dovute al cattivo funzionamento delle celle elettrolitiche. A proposito, ieri ne sono state bloccate altre due, così le celle ferme sono ora 52 su 326.
LAVORO A RISCHIO «È uno dei momenti più difficili nella storia dello stabilimento - dicono Pierpaolo Gai e Bruno Usai, della Rsu - ma non permetteremo che si mettano a rischio i posti di lavoro». L'emergenza in corso all'Alcoa ha provocato anche una rottura sindacale all'interno della Rsu di fabbrica. Infatti mentre i delegati della Fiom Cgil hanno chiesto ufficialmente all'azienda che venga riconosciuta un'indennità di disagio ai lavoratori, che stanno mettendo il massimo impegno per risolvere la crisi operando in condizioni ambientali particolarmente difficili, i delegati di Cub, Cisl e Uil si sono dissociati dalla richiesta, comunicando all'azienda di volere incontri separati dalla Cgil per la riunione del prossimo martedì. Cub, Cisl e Uil hanno rigettato l'idea dell'indennità disagio ai lavoratori, specificando che in questo momento ogni euro disponibile deve essere speso per risolvere l'emergenza ambientale.
Intanto, in seguito all'ispezione dell'Arpas in fabbrica, fioccano polemiche da Portoscuso.
LA PROTESTA «Il nostro Comune, che attraverso la popolazione pagherà le conseguenze più salate di queste continue emissioni di fluoro - dice Angelo Cremone, consigliere comunale di opposizione - non ha nemmeno ricevuto il verbale dell'Arpas. Non sappiamo quali prescrizioni sono state fatte all'Alcoa, quanto è grave il danno ambientale. Nessuna informazione certa, mentre sarebbe doverosa la massima trasparenza, visto che i cittadini, loro malgrado, da settimane respirano quelle sostanze dannosissime».
ANTONELLA PANI