SARDIGNA NATZIONE INDIPENDENTZIA - UNIDADE INDIPENDENTISTA

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Su Forum de sos Indipendentistas Sardos / Il Forum degli Indipendentisti Sardi


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    de su Tirolu, ligea ita narara su Corriere

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    Marku


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    Messaggio  Marku Gio Mag 07, 2009 1:49 pm

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    • Politica >
    • Bolzano, riparte la campagna anti-italiani
    • Politica










    SCRITTE SUI MURI E MINACCE: IL SUD TIROLO RISCOPRE L'IRREDENTISMO. «TOGLIETE I SIMBOLI FASCISTI»
    BOLZANO, RIPARTE LA CAMPAGNA ANTI-ITALIANI
    La Provincia: «I terroristi degli anni Sessanta? Erano combattenti». Candidature solo tedesche nelle fila dell'Svp
    Dal nostro inviato MARCO IMARISIO
    BOLZANO — A occhio nudo è tutto perfetto. In piazza Vittoria, sulle rive dell’Adige, tra aiuole fiorite e auto di grossa cilindrata parcheggiate con geometrico rigore, la nuova scintilla che si è accesa nel paradiso chiamato SudTirolo non manda alcun bagliore. Ma appena girato l'angolo è scritta in tedesco su un muro, con spray moderno e storia antica. «Via dall’Italia ». Qualunque cosa sia, sta succedendo in fretta. Con brusche accelerate, come il voto nel parlamento della Provincia, che ieri ha consegnato una vittoria storica a Eva Klotz, pasionaria dell'autodeterminazione tirolese. Adesso è ufficiale, gli uomini condannati negli anni Sessanta per aver messo bombe contro gli italiani sono «combattenti per la libertà», attivisti e non più terroristi. E anche nelle valli, in paesi come Montagna (Montan in tedesco) e Termeno (Tramin), i voti di Südtiroler Volkspartei, il partitone di maggioranza, vengono usati per cancellare la denominazione Alto Adige da documenti, timbri e cartelli comunali, accontentando la Klotz e le altre formazioni di estrema destra, per le quali la denominazione presentava una «connotazione fascista».
    «Il nostro partito-anima ha perso la bussola», dice sconsolato lo storico Leopold Steurer. Dopo un paio di sconfitte elettorali a vantaggio dell’estrema destra tedesca, spiega, la Svp si è messa a rincorrerne le pulsioni. «Senza tenere conto degli effetti della scelta su una gioventù imbevuta di irredentismo e nazionalismo». L’inizio del guaio gira naturalmente intorno al 25 aprile. Oswald Ellecosta è un dirigente della Svp, modi garbati e idee persino troppo chiare. «L’unica cosa che mi interessa è difendere i diritti della popolazione tedesca della mia terra». Dal dicembre 2008 è vicesindaco di Bolzano, coronamento di una quarantennale militanza nel Consiglio comunale. Un uomo che parla come al bar, e pazienza se le parole non si abbinano alla fascia tricolore. «Non è la nostra festa» dice per l'occasione. «Noi sudtirolesi siamo stati liberati nel 1943 dalla Wehrmacht».
    Il sindaco di Bolzano, si chiama Luigi Spagnolli, guida una risicata maggioranza di centrosinistra. Tronca, sopisce, nel nome della pace sociale. Questa volta non basta. Comincia una corsa al peggio, tra sfilate, cartelli, dichiarazioni deliranti e scuse di maniera. Gli Ecosociali, compagine formata da sinistra estrema e Verdi, alzano la posta e chiedono le dimissioni di Ellecosta, infrangendo il tabù che vede l’intangibilità dei leader di lingua tedesca. Il centrodestra italiano cavalca la situazione, presenta denunce in Procura ipotizzando il vilipendio della nazione. «L’Italia — dice Maurizio Vezzali, consigliere provinciale del Pdl — dà ai sudtirolesi più libertà di quelle che avrebbero dal governo austriaco. Stiano buoni».
    Nelle ultime due settimane, sotto al sole quieto di Bozen le cose vanno a velocità da centrifuga. Il Pdl chiede il commissariamento del comune, «perché non difende l’antifascismo». Gli Schützen marciano per l’abolizione del monumento dell’Alpino di Merano, «fascista», anche se da decenni è ridotto ad un torsolo a causa di una bomba anti-italiana. Il giorno della manifestazione a presidiarne i resti ci sono 600 poliziotti, esibizione muscolare che la comunità tedesca non gradisce. I fiori alla base della statua vengono poi trafugati da due insegnanti tedeschi, denunciati per furto aggravato dai carabinieri, accusa valutata come un’altra provocazione. «La politica debole produce frutti malati» dice il presidente del Consiglio provinciale Riccardo Dello Sbarba. «Tre giorni fa — accusa — l’Svp ha modificato il proprio statuto per non permettere più la candidatura di persone di lingua italiana. Per paura del declino, rompe la convivenza democratica, e rischia di cancellare tutto quel che è stato costruito con fatica».
    Il risultato di tanti sforzi è davvero un paradiso dove la Provincia amministra un tesoro da tre miliardi di euro annui per i suoi 430mila abitanti, due terzi di lingua tedesca, un terzo di lingua italiani, il rimanente ladini e misti. Il tasso di disoccupazione non supera il 2,5%, e alle feste comandate vengono qui a respirare ossigeno 23 milioni di turisti. Le nuvole che si affacciano ora sono legate a paure ancestrali. Ma questa volta il temporale deve essere vicino, se anche Luis Durnwalder, l’uomo della mediazione, il presidente che ha normalizzato (fino ad oggi) la vita sudtirolese, ammette la difficoltà. «Sono preoccupato. È in corso un gioco al massacro. La contrapposizione tra le due etnie è sempre più radicale. Noi moderati della Svp abbiamo sul collo il fiato della destra, e voi dovete aiutarci. L’Italia dia un segno non ostile, rimuovendo i simboli fascisti da Bolzano». Il problema è di natura politica, certo. Ma si coniuga con tensioni e questioni sepolte da anni solo in nome di un quieto vivere che adesso sembra ipocrita. «Avanti così, a sobillare, e salta la pace interetnica» dicono quasi con le stesse parole l’italiano Dello Sbarba e il tedesco Steurer. Eccola, la scintilla. Ancora qui, dove la Storia rischia di inciampare un’altra volta.

    07 maggio 2009
    *sardus.filius*
    *sardus.filius*


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    Messaggio  *sardus.filius* Gio Mag 07, 2009 7:44 pm

    Marku ha scritto:• Corriere della Sera >
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    • Bolzano, riparte la campagna anti-italiani
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    SCRITTE SUI MURI E MINACCE: IL SUD TIROLO RISCOPRE L'IRREDENTISMO. «TOGLIETE I SIMBOLI FASCISTI»
    BOLZANO, RIPARTE LA CAMPAGNA ANTI-ITALIANI
    La Provincia: «I terroristi degli anni Sessanta? Erano combattenti». Candidature solo tedesche nelle fila dell'Svp
    Dal nostro inviato MARCO IMARISIO
    BOLZANO — A occhio nudo è tutto perfetto. In piazza Vittoria, sulle rive dell’Adige, tra aiuole fiorite e auto di grossa cilindrata parcheggiate con geometrico rigore, la nuova scintilla che si è accesa nel paradiso chiamato SudTirolo non manda alcun bagliore. Ma appena girato l'angolo è scritta in tedesco su un muro, con spray moderno e storia antica. «Via dall’Italia ». Qualunque cosa sia, sta succedendo in fretta. Con brusche accelerate, come il voto nel parlamento della Provincia, che ieri ha consegnato una vittoria storica a Eva Klotz, pasionaria dell'autodeterminazione tirolese. Adesso è ufficiale, gli uomini condannati negli anni Sessanta per aver messo bombe contro gli italiani sono «combattenti per la libertà», attivisti e non più terroristi. E anche nelle valli, in paesi come Montagna (Montan in tedesco) e Termeno (Tramin), i voti di Südtiroler Volkspartei, il partitone di maggioranza, vengono usati per cancellare la denominazione Alto Adige da documenti, timbri e cartelli comunali, accontentando la Klotz e le altre formazioni di estrema destra, per le quali la denominazione presentava una «connotazione fascista».
    «Il nostro partito-anima ha perso la bussola», dice sconsolato lo storico Leopold Steurer. Dopo un paio di sconfitte elettorali a vantaggio dell’estrema destra tedesca, spiega, la Svp si è messa a rincorrerne le pulsioni. «Senza tenere conto degli effetti della scelta su una gioventù imbevuta di irredentismo e nazionalismo». L’inizio del guaio gira naturalmente intorno al 25 aprile. Oswald Ellecosta è un dirigente della Svp, modi garbati e idee persino troppo chiare. «L’unica cosa che mi interessa è difendere i diritti della popolazione tedesca della mia terra». Dal dicembre 2008 è vicesindaco di Bolzano, coronamento di una quarantennale militanza nel Consiglio comunale. Un uomo che parla come al bar, e pazienza se le parole non si abbinano alla fascia tricolore. «Non è la nostra festa» dice per l'occasione. «Noi sudtirolesi siamo stati liberati nel 1943 dalla Wehrmacht».
    Il sindaco di Bolzano, si chiama Luigi Spagnolli, guida una risicata maggioranza di centrosinistra. Tronca, sopisce, nel nome della pace sociale. Questa volta non basta. Comincia una corsa al peggio, tra sfilate, cartelli, dichiarazioni deliranti e scuse di maniera. Gli Ecosociali, compagine formata da sinistra estrema e Verdi, alzano la posta e chiedono le dimissioni di Ellecosta, infrangendo il tabù che vede l’intangibilità dei leader di lingua tedesca. Il centrodestra italiano cavalca la situazione, presenta denunce in Procura ipotizzando il vilipendio della nazione. «L’Italia — dice Maurizio Vezzali, consigliere provinciale del Pdl — dà ai sudtirolesi più libertà di quelle che avrebbero dal governo austriaco. Stiano buoni».
    Nelle ultime due settimane, sotto al sole quieto di Bozen le cose vanno a velocità da centrifuga. Il Pdl chiede il commissariamento del comune, «perché non difende l’antifascismo». Gli Schützen marciano per l’abolizione del monumento dell’Alpino di Merano, «fascista», anche se da decenni è ridotto ad un torsolo a causa di una bomba anti-italiana. Il giorno della manifestazione a presidiarne i resti ci sono 600 poliziotti, esibizione muscolare che la comunità tedesca non gradisce. I fiori alla base della statua vengono poi trafugati da due insegnanti tedeschi, denunciati per furto aggravato dai carabinieri, accusa valutata come un’altra provocazione. «La politica debole produce frutti malati» dice il presidente del Consiglio provinciale Riccardo Dello Sbarba. «Tre giorni fa — accusa — l’Svp ha modificato il proprio statuto per non permettere più la candidatura di persone di lingua italiana. Per paura del declino, rompe la convivenza democratica, e rischia di cancellare tutto quel che è stato costruito con fatica».
    Il risultato di tanti sforzi è davvero un paradiso dove la Provincia amministra un tesoro da tre miliardi di euro annui per i suoi 430mila abitanti, due terzi di lingua tedesca, un terzo di lingua italiani, il rimanente ladini e misti. Il tasso di disoccupazione non supera il 2,5%, e alle feste comandate vengono qui a respirare ossigeno 23 milioni di turisti. Le nuvole che si affacciano ora sono legate a paure ancestrali. Ma questa volta il temporale deve essere vicino, se anche Luis Durnwalder, l’uomo della mediazione, il presidente che ha normalizzato (fino ad oggi) la vita sudtirolese, ammette la difficoltà. «Sono preoccupato. È in corso un gioco al massacro. La contrapposizione tra le due etnie è sempre più radicale. Noi moderati della Svp abbiamo sul collo il fiato della destra, e voi dovete aiutarci. L’Italia dia un segno non ostile, rimuovendo i simboli fascisti da Bolzano». Il problema è di natura politica, certo. Ma si coniuga con tensioni e questioni sepolte da anni solo in nome di un quieto vivere che adesso sembra ipocrita. «Avanti così, a sobillare, e salta la pace interetnica» dicono quasi con le stesse parole l’italiano Dello Sbarba e il tedesco Steurer. Eccola, la scintilla. Ancora qui, dove la Storia rischia di inciampare un’altra volta.

    07 maggio 2009

    Ahahahah ....., Marku, custu diat a tocar''e lu fagher' legger' a sos sardistas de su Psd'Az. bidu chi nos han' battidu a Macumere sos de su SVP a nos fagher' lezione de indipendentismu (ca issos ancora tenen' de l'inquadrare it'est s'indipendentismu sardu e sa sovranidade), po chi si fetan' no unu ma battor' o chimbe puntos de 'ilgonza. L'hapo 'ida a cussa Eva Klotz (truncu de 'udda chi no finit pius), l'hap'intesa chistionende e hapo cumpresu finas dae tando chi tenimis pagu in cumone, si puru sos sardistas li sun' inghiriados in tundu cun sa baula comente chi no esseran' bidu mai alimentos. Nois, sos indipendentistas sardos, bi tenimos pagu de ispaltire cun cussa zente, cussos su mare l'han' bidu in cartolina mentres chi nois hamos bidu totu sos invasores beninde da mare, faghimos parte de un' ateru sistema culturale (oltre che geograficu, politicu e sociale. Zente onesta, po caridade, tribagliadores de prim'ordine, ma sas bideas ..... beh, lassamos ruer', ischimos però chi su nazionalismu sardu cun cussas 'ideas tenet pagu de ispartire. Tenet rejone su cronista, semus arrischende dogni die de lis fagher' fagher' ater'una 'olta sos matessi errores de s'Istoria, e sa cosa diventat perigulosa ca in su passadu, in mesu 'e totu sos genocidios, sos sardos sun' sos pius chi han' pagadu chentza esser' riconnotos .... e nde semus risentinde finas a dies de oe. Mira chi sos obietivos e sos fines issoro andan' contra su samben' sardu chi, in sa gherra europea, hat tintu 'e rugiu su fiumen', no lis importat sos territorios o sa cultura, su chi lis contat est sa limba tedesca (chi in Italia est riconnota comente minoranzia linguistica a su paris de su sardu, essende chi su Sardu s'agatat in Sardigna ebia e in regime de suditanzia culturale, politica e sociale) mentres chi su tedescu ..... bastat a fagher' pagu tretu chi si poden' iscrier' in sas iscolas de limba mama tedesca. Nois no devimos acoller' tzeltas posiziones, si nos podimos agatare in sa matessi linea cun sos ladinos, su restu 'e sas minorantzias trentinas no nos deven' interessare ca faghen' parte de ateras populatziones chi no sun' cunsideradas minoranzias solu in Italia. Devimus pensare a nois, devimos pensare de architetare una linea chi nos fetat intender' da sa zente nostra e, cun totu su chi dia a poder' ponner' in campu podimos fagher' intender' sa 'oghe nostra finas in s'ater'ala de su mundu!!!

      La data/ora di oggi è Sab Nov 23, 2024 6:26 am