sardignaruja ha scritto:allora..
A) io non sono la voce ufficiale di Unidade Indipendentista, ma un militante che si confronta con gli altri militanti
B) riesci a sostenere un confronto dialogico senza minacciare ogni 3 secondi di abbandonare, stare alla finestra, ritirarti ecc..??
C) cosa c'entra la necessità di lavorare e studiare con la scelta di fare un momento aggregativo come il pranzo di domenica? una cosa esclude l'altra?
D)non è una questione di voglia o non voglia, è una questione che per trovare la strada giusta è necessario spirito di sacrificio e volontà di dibattito. nessuno ha mai detto che la lotta d'indipendenza sarebbe stata facile e nessuno ha mai detto che sarebbe corrisposta ai nostri desideri soggettivi
un militante che si confronta con altri militanti siamo in due, Cristià.., un confronto senza minacciare invece non lo so se riesco a sostenerlo, non perchè pensi d'essere indispensabile, ma solo perchè registro la tendenza a sentirmi ristretto, è che in questo modo di gestire e di fare l'Unidade mi sta stretto ed ho bisogno di .... aria. Riguardo al pranzo di domenica, invece, mi domando che senso abbia, sono cose che si sarebbero dovute fare prima, non dopo le elezioni. Se c'è il bisogno di un momento aggregativo non è sul mangiare o bere che un movimento politico dovrebbe puntare ma su qualche manifestazione culturale (o pseudo tale). Avete mai pensato di invitare Dr. Drer e la sua banda a fare una serata, altro che gioga minudda sarebbe, o di invitare qualcuno a discutere su qualcosa?
Si pensa al pranzo (o alla cena) dove i militanti sono attirati dal "tozzo di pane" (che poi può esserci anche l'aragosta ma fa uguale, è lo stesso) faticano a parlare per la bocca piena. Politicamente lo reputo uno sbaglio, penso che possa essere letto addirittura come una mancanza di rispetto nei confronti di chi può avervi sostenuto. Che fai, ci vuoi prender per la gola?
Una cosa non esclude l'altra, hai ragione, ma, sebbene non si vada per esclusione una mangiata o una bevuta insieme la vedrei in occasione di una festa, di una gita, anche a latere in una iniziativa culturale (per attirare i gurturjos), ma non come attività politica esclusiva per aggregazione sociale di sostegno o, ancora meno, come formula di ringraziamento per i sostenitori. Sono cose sottili, non me ne volere, cose che si facevano quando si era ragazzini e si voleva cuccare, non come momento d'aggregazione o confronto politico/culturale.
La volontà di dibattere, bada, non mi è mai venuta meno, non è mai mancata la disponibilità ma (son cose che senti a pelle) per la verità, non mi sono mai sentito tanto snobbato quanto mi sia sentito nel movimento nel quale ho militato. Ho dato sostegno all'UNIDADE INDIPENDENTISTA nella speranza che qualcosa fosse cambiato o potesse cambiare, ma, purtroppo per me, noto che di cambiamento non ce n'è, o se c'è è un cambiamento irrilevante dal punto di vista politico e culturale (che poi è quello che qui ci interessa più di ogni altro).
Riguardo alla lotta per l'indipendenza, invece, ci sarebbe un lungo discorso da fare e, per chi ha le idee chiare, non c'è maggior facilità se hai la capacità di comunicare il perchè ed il per come, hai visto alla scorsa regionale? Ho lanciato una proposta elettorale che ha raccolto un successo incredibile, posso dire che sia la vera vincitrice delle elezioni (pare che il 70% degli elettori non abbia votato PD o PdL, facciamo i conti di quanto abbiano ragrannellato insieme Irs, U.I. e socialisti di Balia?), ma nessuno ci bada, quel che conta sono i voti validi per entrare in Consiglio regionale che, solo ad aver partecipato rispettando le loro regole obrobriose mi fa venire un pò di voltastomaco (perchè significa non aver capito un granchè sia in tema di indipendentismo che riguardo alla natzione).
Ora, essendo la mia una scelta soggettiva, posso solo augurarvi il più cordiale e sincero "buon pranzo", se poi voleste avermi con voi a prescindere dalle mie volontà o neccessità di coscienza (io come poi qualsiasi altro sostenitore che non vuole o non può intervenire) vi consiglierei d'apparecchiare il tavolo per i convenuti lasciando un posto vuoto per "lo spirito".
Potreste pure intitolarlo "a pranzo con il morto" (o, se vi turba parlare di morte, con "l'assente"), fategli pure qualche foto, dai retta a me, poi domani, con le tecniche digitali del fotoritocco, potreste invitare al vostro tavolo pure Lenin, Trotzki, Rosa Luxemburg o il Papa che vi fa l'elevazione del calice per brindare alla salute.
Se poi ci volessimo trovare per "lavorare", niente di più facile, contattatemi e, se c'è disponibilità nel locale, si potrebbe trasformare in un laboratorio politico culturale che funziona per offrire qualcosa di più che un bicchiere di vino o un pezzo di pane fosse pure con chissà quale companatico celestiale, nutrimento, anch'esso, ma che sazia lo spirito, non la pancia che poi (tempo un paio d'ore) ti ci manda sonoramente a cagare (e che, a seconda di quel che hai mangiato o bevuto, ti fa sporcare pure i pantaloni!).
Tu lo conosci il *sardus.filius*, sardignarù..,, sai che ogni volta pesta i piedi, urla, grida, si sbraccia e minaccia, ma è la politica a richiederlo, a me farebbe piacere esser dei vostri pure domenica sebbene, essendo seriamente impegnato nel discorso moralizzatore della politica e dell'impegno civile, me ne devo astenere. Non me ne volere!
Se poi dovessi considerare l'incontro conviviale di domenica da un punto di vista cultuale (no, non culturale, bada bene, proprio cultuale, di quella cosa li che nasce nel culto, dal quale la stessa cultura prende radici), Cristià.., considero che siamo in tempo quaresimale e, per il popolo e per la nazione (che fanno pesare la loro appartenenza al mondo della cristianità)
no est bonu, non è bene. Ti scrivo queste parole perchè sono un devoto cultore di Sardegna e perchè, vorrei farvelo capire, chi vuol tutelare o valorizzare la cultura del popolo e della nazione, la deve prima di tutto rispettare.
Oggi è venerdì, ma tu lo sai come si chiama in sardo (e perchè) il giorno della settimana dedicato al compagno di Robinson Crosuè?
L'Indipendenza non è qualcosa di fumoso come quando qualcuno "bolle in pentola": L'Indipendenza E' nel momento stesso in cui se ne prende coscienza.
Vedi un pò, domenica, se qualcuno dovesse essere interessato a frequentare qualcuno dei corsi di formazione che possiamo offrire con s'Iscola Sarda, ho sentito dire che tra voi di "A manca" ci sia la "consegna linguistica" come scelta politica o strategia di difesa, pare però che abbiate difficoltà sulla padronanza e sulla sicurezza dello strumento lingua, avete voglia di parlarne?
Un altro tema, o argomento di riflessione (e poi chiudo): Avete mai pensato di sfrancare l'"Agabbachela" dai circuiti dell'A.R.C.I.?
Dai, troviamoci davanti ad un tavolo (ma senza piatti, posate e bicchieri), parliamo. Ci sarebbero da promuovere tante iniziative da poter essere raccolte in un programma (rigorosamente in sardo) di iniziative e manifestazioni che si possono trasformare in appuntamenti ed occasione anche di incontro e confronto.