http://giornaleonline.unionesarda.ilsole24ore.com/Articolo.aspx?Data=20090321&Categ=28&Voce=1&IdArticolo=2334527
Sassari. La denuncia di Maurizio Faedda, indagato nell'inchiesta Arcadia sul terrorismo isolano
Una microspia per il candidato
Un ricevitore nell'auto del leader di A' Manca
Sabato 21 marzo 2009
Il kit dello spione doc è composto da due microfoni e ricetrasmittenti e altrettante schede Sim. Prodotto in Inghilterra, in Italia è importato da una sola azienda: una società di Milano che per 2 mila euro fornisce tutta l'attrezzatura per la perfetta barba finta.
Vedi le foto E lezioni regionali con tanto di barbe finte. Microspie, rilevatori satellitari e schede Gsm spuntate dal tettuccio della Opel station wagon di Maurizio Faedda: candidato per Unidade Indipendentista alle ultime regionali, uno dei 54 indagati nell'inchiesta Arcadia sul terrorismo isolano (indagine che a distanza di due anni e mezzo dagli arresti non è ancora approdata in un'aula di tribunale), segretario cittadino di A' Manca Pro S'indipentendzia.
A denunciare l'ennesimo episodio di spionaggio nei confronti dei militanti del movimento politico sono stati lo stesso Faedda e Cristiano Sabino, membro del direttivo nazionale. Quest'ultimo, mai indagato per fatti di terrorismo, eppure anche lui oggetto di attenzioni da parte di spioni più o meno identificati: «Ieri pomeriggio dal mio cellulare sono partite una ventina di chiamate al 112. E non le ho fatte io».
La sede di A'Manca pro s'indipendentzia è un piccolo locale di via don Minzoni.
Due micro stanze in cui si dovrebbe concentrare il terrorismo isolano. Maurizio Faedda e Cristiano Sabino parlano davanti a un computer che ogni manciata di secondi mostra le foto del ritrovamento delle microspie: cavi e schede Gsm che spuntano dalla cappotta della Opel del segretario cittadino di A'Manca.
Polemici e arrabbiati, chiedono chiarezza e niente di più. «Noi vogliamo fare politica - dice Sabino - e basta. Lo Stato italiano sia chiaro nei nostri confronti. Se vogliono delegittimare A'Manca, se vogliono metterci fuori legge, lo dicano. Sarebbe molto più onesto. Non proseguano con questa persecuzione nei confronti dei nostri compagni. Noi vogliamo fare solo politica, parliamo di identità, territorio, nazione che sono gli stessi argomenti trattati in un convegno in cui oggi vede tra i relatori esponenti della Provincia e dei comuni. Oltre a studiosi. Eppure nelle loro macchine non vengono ritrovati apparecchi spia. Neppure in quelle di qualche autorevole leader del Governo che tempo fa ha minacciato di imbracciare i fucili o ci ha informato su quanto costa un proiettile».
Ancora più determinato e deciso Maurizio Faedda: «Le Procure, gli investigatori, i servizi segreti o chi ha deciso di installare le microspie nella mia macchina ci dicono cosa vogliono, noi rispondiamo. Facciamo politica alla luce del sole. Ho fatto due mesi di propaganda elettorale e solo venerdì scorso ho scoperto che ero intercettato. Mentre parlavo nei paesi ero controllato, mentre battevo le campagne alla ricerca di voti qualcuno sapeva dei miei spostamenti. Uno Stato democratico».
Il leader cittadino di A' Manca attacca quindi gli spioni e sfida le Procure: «Questo ricevitore è fornito di due schede Sim della Vodafone. Ci sono numeri di serie e sono facilmente rintracciabili. Ora presenteremo una denuncia e mi auguro che qualcuno chiarisca la provenienza di queste apparecchiature». Il kit dello spione doc è composto da due microfoni e ricetrasmittenti e altrettante schede Sim. Prodotto in Inghilterra, in Italia è importato da una sola azienda: una società di Milano che per 2 mila euro fornisce tutta l'attrezzatura per la perfetta barba finta.
Chi lo avesse smarrito può rivolgersi nella sede di A' Manca: «Noi restituiamo tutto» assicurano i leader indipendentisti.
MAURIZIO OLANDI
Sassari. La denuncia di Maurizio Faedda, indagato nell'inchiesta Arcadia sul terrorismo isolano
Una microspia per il candidato
Un ricevitore nell'auto del leader di A' Manca
Sabato 21 marzo 2009
Il kit dello spione doc è composto da due microfoni e ricetrasmittenti e altrettante schede Sim. Prodotto in Inghilterra, in Italia è importato da una sola azienda: una società di Milano che per 2 mila euro fornisce tutta l'attrezzatura per la perfetta barba finta.
Vedi le foto E lezioni regionali con tanto di barbe finte. Microspie, rilevatori satellitari e schede Gsm spuntate dal tettuccio della Opel station wagon di Maurizio Faedda: candidato per Unidade Indipendentista alle ultime regionali, uno dei 54 indagati nell'inchiesta Arcadia sul terrorismo isolano (indagine che a distanza di due anni e mezzo dagli arresti non è ancora approdata in un'aula di tribunale), segretario cittadino di A' Manca Pro S'indipentendzia.
A denunciare l'ennesimo episodio di spionaggio nei confronti dei militanti del movimento politico sono stati lo stesso Faedda e Cristiano Sabino, membro del direttivo nazionale. Quest'ultimo, mai indagato per fatti di terrorismo, eppure anche lui oggetto di attenzioni da parte di spioni più o meno identificati: «Ieri pomeriggio dal mio cellulare sono partite una ventina di chiamate al 112. E non le ho fatte io».
La sede di A'Manca pro s'indipendentzia è un piccolo locale di via don Minzoni.
Due micro stanze in cui si dovrebbe concentrare il terrorismo isolano. Maurizio Faedda e Cristiano Sabino parlano davanti a un computer che ogni manciata di secondi mostra le foto del ritrovamento delle microspie: cavi e schede Gsm che spuntano dalla cappotta della Opel del segretario cittadino di A'Manca.
Polemici e arrabbiati, chiedono chiarezza e niente di più. «Noi vogliamo fare politica - dice Sabino - e basta. Lo Stato italiano sia chiaro nei nostri confronti. Se vogliono delegittimare A'Manca, se vogliono metterci fuori legge, lo dicano. Sarebbe molto più onesto. Non proseguano con questa persecuzione nei confronti dei nostri compagni. Noi vogliamo fare solo politica, parliamo di identità, territorio, nazione che sono gli stessi argomenti trattati in un convegno in cui oggi vede tra i relatori esponenti della Provincia e dei comuni. Oltre a studiosi. Eppure nelle loro macchine non vengono ritrovati apparecchi spia. Neppure in quelle di qualche autorevole leader del Governo che tempo fa ha minacciato di imbracciare i fucili o ci ha informato su quanto costa un proiettile».
Ancora più determinato e deciso Maurizio Faedda: «Le Procure, gli investigatori, i servizi segreti o chi ha deciso di installare le microspie nella mia macchina ci dicono cosa vogliono, noi rispondiamo. Facciamo politica alla luce del sole. Ho fatto due mesi di propaganda elettorale e solo venerdì scorso ho scoperto che ero intercettato. Mentre parlavo nei paesi ero controllato, mentre battevo le campagne alla ricerca di voti qualcuno sapeva dei miei spostamenti. Uno Stato democratico».
Il leader cittadino di A' Manca attacca quindi gli spioni e sfida le Procure: «Questo ricevitore è fornito di due schede Sim della Vodafone. Ci sono numeri di serie e sono facilmente rintracciabili. Ora presenteremo una denuncia e mi auguro che qualcuno chiarisca la provenienza di queste apparecchiature». Il kit dello spione doc è composto da due microfoni e ricetrasmittenti e altrettante schede Sim. Prodotto in Inghilterra, in Italia è importato da una sola azienda: una società di Milano che per 2 mila euro fornisce tutta l'attrezzatura per la perfetta barba finta.
Chi lo avesse smarrito può rivolgersi nella sede di A' Manca: «Noi restituiamo tutto» assicurano i leader indipendentisti.
MAURIZIO OLANDI