SARDIGNA NATZIONE INDIPENDENTZIA - UNIDADE INDIPENDENTISTA

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Su Forum de sos Indipendentistas Sardos / Il Forum degli Indipendentisti Sardi


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    aMpI sulla strage di Sarroch

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    Messaggio  sardignaruja Mar Mag 26, 2009 9:09 pm

    Ai lavoratori sardi la morte, ai padroni italiani i profitti!

    Oggi 26 Maggio 2009 alle ore 14 tre operai sardi hanno perso la vita sul lavoro, presso la raffineria SARAS di Sarroch. Poco sappiamo ancora sull’accaduto, sembra che i tre operai, impegnati nella manutenzione dello stabilimento, siano morti per un’intossicazione da azoto, ma contrariamente a quanto affermato dall’ANSA, a Manca pro s’Indipendentzia non crede affatto che si tratti di una “tragedia” o di un “incidente", poiché gli incidenti e le disgrazie non avvengono di certo in maniera sistematica, e a questo riguardo i dati parlano chiaro: ogni anno all’interno dello stato italiano muoiono più di 1200 lavoratori. Il governo italiano, invece di provvedere a sostenere massicce campagne di sicurezza, pensa a varare decreti “salva manager”, a ridimensionare il testo unico sulla salute e ad avallare la riduzione dei controlli sulla sicurezza.
    In Sardigna, di media, si muore anche di più, perché qui il lavoro è una merce rara, spesso senza diritti e senza controlli e i lavoratori sardi sono costretti a “prestare” questi morti alle statistiche di uno Stato che continua ad opprimerli negandogli il diritto all’autodeterminazione e schiacciandoli sotto il peso del sistema capitalistico. Nello sfruttamento, nelle condizioni di lavoro inadeguate, nel rischio di infortunio, i lavoratori sardi sono uniti e accomunati a quelli italiani poiché vittime dello stesso aguzzino, ma i lavoratori sardi sono in media pagati molto meno rispetto a quelli continentali e corrono molti più rischi.
    A Manca pro s’Indipendentzia ha sempre denunciato la politica di interesse che soggiaceva dietro al famigerato Piano di Rinascita, ha sempre criticato l’impoverimento economico e culturale dell’industrializzazione forzata. Tuttavia a Manca pro s’Indipendentzia ha sempre lottato affianco agli operai, per i loro diritti, che a nostro avviso dovrebbero essere tanti e inalienabili: diritto ad un orario di lavoro consono, diritto di non essere sfruttati, diritto ad un compenso adeguato, diritto al lavoro in Sardigna, diritto alla sicurezza, e soprattutto diritto alla vita!
    Oggi gli operai sardi vivono una vita senza diritti, schiacciata tra l’incubo di perdere il lavoro a causa delle scellerate politiche industriali dei padroni e la paura di ferirsi o di morire sul posto di lavoro. La triste verità è che dallo stato italiano i lavoratori sardi non possono aspettarsi nulla. Per lo stato italiano e per i padroni italiani gli operai sardi non sono altro che carne da profitto, da spremere e poi buttare via.
    A Manca pro s’Indipendentzia denuncia che i dirigenti della fabbrica SARAS non abbiano neppure sentito il bisogno di fermare la produzione.
    A Manca pro s’Indipendentzia esprime solidarietà alle famiglie e ai colleghi degli operai e li invita a non gettare la spugna. Insieme costruiremo una nazione dei lavoratori e delle lavoratrici.

    Marco Peltz,
    Ufficio Stampa di A Manca pro s’Indipendentzia
    www.manca-indipendentzia.org


    https://www.facebook.com/inbox/readmessage.php?t=1004384690260&f=1&e=-12#/topic.php?uid=104718551992&topic=9839
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    Messaggio  Marku Mer Mag 27, 2009 10:45 am

    Indipendentistas istimaus, custus funti is risultaus de una poltiga de isfrutamentu coloniali! Si pensaus a cussu chi fida depia essi sa crescida turistica in Portu’e Iscusi prus de corant’anus faidi, chi su capitalismu de sempri po no fai dispadidadi apitzus de sa Costa Smeralda, at fatu de totu po criai su Polo de Portovesme. De s’atra parti una classi politica sarda, in ispecias is chi si naranta de manca, cun democristianus, sardistas e socialistas, ant fatu de totu po ndi portai is fabricas de sa morti in Portu Turre, Sarrok, sa rispusta de Othana bofia de una commissioni parlamentari po binci contras a is bandirus sardus, risultau: incuinamentu, isprecu de dinai, mortus.
    Si pensaus ca a lacana de Sarrok, a parti su canchiru chi ferrit sa genti, est cambiendidhus po fintzas e su DNA! Cuncordu in prenu su comunicau, perou, depeus cumenti e UI, pesai una forma de protesta, una manifestada, mancai in Castedhu, contras a totu custas fabricas chi no rispetant sa vida! Poita ca su trabballu est vida e no atra cosa! Saludus indipendentistas.
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    Messaggio  zdanov Sab Mag 30, 2009 11:40 am

    In Sardegna tre operai sono morti sul lavoro e non saranno gli ultimi, dico questo non perchè sono un fatalista, ma in quanto non credo al fato. I morti e i feriti sul lavoro, non si realizzano perchè hanno il destino segnato, ovvero che il corso della loro vita è determinato da un essere superiore; le morti e i ferimenti nei posti di lavoro si realizzano perchè gli imprenditori cercano il massimo profitto sfruttando gli operai. Lo sfruttamento si realizza anche non mettendo in opera le norme di sicurezza sul lavoro, quelle norme cioè che dovrebbero garantire durante lo svolgimento dell'attività sul posto di lavoro e fino al termine della giornata lavorativa, che gli operai rientrino a casa così come sono usciti la mattina. Quindi in poche parole non si muore o ci ferisce sul posto di lavoro perchè il fato è avverso, ma è il sistema stesso che lo permette. Il sistema capitalista.
    Dentro questo sistema vive e vegeta anche l’imprenditoria sarda, quella imprenditoria che in questo caso specifico ha preso in sub appalto alcune attività dentro gli impianti della SARAS.
    Quella imprenditoria che giocando al ribasso, ha ottenuto che la sua impresa ottenesse alcune commesse dentro un più ampio piano industriale. Dunque è questo gioco al ribasso che ha determinato la morte di tre operai. Ora io chiedo a quegli indipendentisti che danno stessa dignità sia agli imprenditori sardi sia ai lavoratori sardi, cioè sia agli sfruttatori che agli sfruttati, se possono mettersi a posto la coscienza dando le condoglianze alle famiglie degli operai morti, ma che in fin dei conti ritengono che per il movimento indipendentista, chi ha permesso la fine della vita dei loro cari, è un imprenditore sardo e quindi per il solo fatto che è sardo ha la stessa dignità di un lavoratore . Ecco cosa dovreste dire alle famiglie degli operai morti quando gli date la solidarietà. Per me gli imprenditori sardi sono come quelli stranieri:PESCECANI.
    Solidarietà a tutte le famiglie degli operai morti o feriti sul lavoro.
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    Messaggio  Europeista Sab Mag 30, 2009 1:28 pm

    zdanov ha scritto:In Sardegna tre operai sono morti sul lavoro e non saranno gli ultimi, dico questo non perchè sono un fatalista, ma in quanto non credo al fato. I morti e i feriti sul lavoro, non si realizzano perchè hanno il destino segnato, ovvero che il corso della loro vita è determinato da un essere superiore; le morti e i ferimenti nei posti di lavoro si realizzano perchè gli imprenditori cercano il massimo profitto sfruttando gli operai. Lo sfruttamento si realizza anche non mettendo in opera le norme di sicurezza sul lavoro, quelle norme cioè che dovrebbero garantire durante lo svolgimento dell'attività sul posto di lavoro e fino al termine della giornata lavorativa, che gli operai rientrino a casa così come sono usciti la mattina. Quindi in poche parole non si muore o ci ferisce sul posto di lavoro perchè il fato è avverso, ma è il sistema stesso che lo permette. Il sistema capitalista.
    Dentro questo sistema vive e vegeta anche l’imprenditoria sarda, quella imprenditoria che in questo caso specifico ha preso in sub appalto alcune attività dentro gli impianti della SARAS.
    Quella imprenditoria che giocando al ribasso, ha ottenuto che la sua impresa ottenesse alcune commesse dentro un più ampio piano industriale. Dunque è questo gioco al ribasso che ha determinato la morte di tre operai. Ora io chiedo a quegli indipendentisti che danno stessa dignità sia agli imprenditori sardi sia ai lavoratori sardi, cioè sia agli sfruttatori che agli sfruttati, se possono mettersi a posto la coscienza dando le condoglianze alle famiglie degli operai morti, ma che in fin dei conti ritengono che per il movimento indipendentista, chi ha permesso la fine della vita dei loro cari, è un imprenditore sardo e quindi per il solo fatto che è sardo ha la stessa dignità di un lavoratore . Ecco cosa dovreste dire alle famiglie degli operai morti quando gli date la solidarietà. Per me gli imprenditori sardi sono come quelli stranieri:PESCECANI.
    Solidarietà a tutte le famiglie degli operai morti o feriti sul lavoro.

    Prova a fare un sondaggio tra indipendentisti reali e guarda quanti ancora leggono la situazione in maniera ideologica:
    Come si fa a mettere sullo stesso piano tutti gli imprenditori?
    E poi chi è l'imprenditore medio in Sardegna se quì abbiamo un tessuto socio-produttivo prevalentemente formato di media e piccola impresa?
    Talvolta l'operaio è imprenditore di se stesso in quanto operatore autonomo.
    Avete una concezione meridionalistica e da grande asset industriale e manifatturiero che in Sardegna non trova grandi riscontri.
    I problemi (anche sulla sicurezza) ci sono perché le istituzioni non vigilano e ci sono leggi inadeguate che favoriscono i predatori esterni, ma non solo: Favoriscono anche taluni comportamenti a causa dell'eccessiva pressione fiscale e della burocratizzazione che induce molti autonomi locali a limare costi anche dove non si dovrebbe limare che è la sicurezza.
    Ci sono quindi anche dei fattori culturali che questo centralismo italiano ha innescato inquinando così il nostro mondo del lavoro, che dipende in toto da logiche sindacali (romane) e dell'impresa incompatibili con lo sviluppo e la tutela della dignità umana.
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    Messaggio  zdanov Sab Mag 30, 2009 2:46 pm

    Europeista, vai a dire personolmente queste cose alle famiglie che hanno perso i propri cari per un misero salaro. Noto che non dai la solidarietà a queste famiglie, ma cerchi di giustificare un assassinio.
    vergognati, ti senti parte in causa?
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    Messaggio  Europeista Sab Mag 30, 2009 3:53 pm

    zdanov ha scritto:Europeista, vai a dire personolmente queste cose alle famiglie che hanno perso i propri cari per un misero salaro. Noto che non dai la solidarietà a queste famiglie, ma cerchi di giustificare un assassinio.
    vergognati, ti senti parte in causa?

    Non girare le cose e rileggi ciò che ho scritto, l'ideologia non può strumentalizzare il dramma che si è compiuto e le cause vanno ricercate nel centralismo (che condiziona e danneggia anche l'imprenditoria Sarda) e non nella lotta di classe che quì non esiste.
    Io sono convinto che potresti anche essere d'accordo con me senza una lettura pregiudiziale degli eventi.
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    Messaggio  Marku Sab Mag 30, 2009 11:53 pm

    Saludi piccioccus, est unu momentu tristu po totus candu succedint custas cosas, pensu chi perou no siat curpa de custu sistema capitalisticu e bastara, candu succedinti disgratzias exURSS, oj Russia, in Cina, is minadoris o atrus trabballadoris candu morrint ndi dhus bodhint a culliera! A pensai ca in Cina in pagus anus funt mortus cincumila minadoris, ca donant a trabbalai a is familias s'amiantu po cuncordai ainas de maniggiu de is familias e totu. Abbarrara meda de fai, po fai funtzionai no sceti sa lej, poita ca su TU mi pariri po fintzas e fatu beni, mancant is controllus, inoi perou no depit essi sceti sa ASL, s'INAIL, s'UPLMO, ma nantis de totu is trabballadoris cun is rapresentantis de sa siguresa e paris cun is sindacalistas aintrus de su logu'e trabballu! Duncas spettara a nosus in primu persona a fai balli diritus e doveris, custa borta cuncordu cun Europeista, poita ca inoi in Sardigna pagaus puru po unu sistema centralisticu chi no est cosa nostra. Sa solidadiedadi, istimau Zdanov, de siguru, chentza de tantis pensamentus bandara a is familias e a is cumpangius de trabballu de is operaius mortus, poita ca imoi po s'impresa bisongiara aintendi sa magistradura, poita ca pariri ca issus no dhoi depiant andai a cussu silos! Saludus indipendentistas.
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    Messaggio  zdanov Dom Mag 31, 2009 9:03 pm

    A Europeista (non ti ho cercato) e a Marku ripeto: le cose che avete scritto o che pensate di continuare a scrivere in questo forum, andatele a dire a quelle famiglie colpite al loro interno da un assassinio. È ora che cominciate a tirare in ballo le vostre propensioni dentro le comunità in Sardegna (e non solo dentro questo forum); io credo che se vi ponete nei termini che esplicate nel forum, quelle stesse comunità vi prenderanno a calci nel C…..o. Io non ho messo l’accento su questioni ideologiche, ho riportato semplicemente su questo forum la realtà. Ovvero che una impresa sarda, per trarre il massimo profitto, ha determinato la morte di tre operai sardi. Tutte le vostre disquisizioni possono soltanto mettere a posto la vostra coscienza.
    Se voi volete porre questa questione in termini ideologici, da parte mia trovate un campo aperto in quanto patriota comunista; non so (e non mi interessa) se tale questione è alla vostra portata. Comunque è ora di farla finita con voialtri patrioti che equiparate gli operai sardi agli imprenditori sardi: dentro gli attuali rapporti sociali le differenze sono determinate da chi oggettivamente crea ricchezze e da chi con queste ricchezze si arricchisce. Voi dite che chi si arricchisce con il lavoro altrui basta che sia sardo ha la stessa dignità di chi quella ricchezza l’ha realizzata col proprio sudore. In questo caso pagando con la propria vita.
    Ditemi voialtri due dove ho parlato di ideologia! Forse quell’ideologia vostra (questa sì) che equipara l’imprenditoria sarda ai lavoratori sardi. Io quando leggo capisco quello che si intende (non ci sono fraintendimenti caro Europeista e tanto meno mi serve tempo per leggere il vostro arrampicarvi sui vetri). Ti riinvito a dare solidarietà alle famiglie che sono state colpite amaramente non per fatalità, ma per una ricerca forsennata di profitto da parte della ditta appaltatrice sarda a discapito di tre operai sardi, visto che non l’hai ancora fatto fino ad oggi.
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    Messaggio  Marku Mar Giu 02, 2009 8:18 am

    Saludi Zdanov, a piscai acua a scartedhu o sciacuai sa conca a su burriccu, no isciu ita siat mellus! O no cumprendis o fais finta de no cumprendi! Deu fintazas a candu seu istetiu comunista, intzandus eja ca calincunu at circau de mi pigai a craccadas de pej a culu chentza de nci arrinesci! Si bollis cumprendi, deu donendi curpa a is sistemas no nt’apu nau ca is impresas no tenint curpas. Deu seu unu chi trabballara in sa siguresa, ti nau puru ca sa Cassatzioni italiana, at decidiu ca mancai su trabballadori tengara una parti de curpa candu succedit un’accidenti, su chi ndi teniri is curpas prus mannas est su meri de s’impresa! No nci nd’est paridadi, trabballadori-imprendidori. si tui liggis beni, o ita pensas, ca su comunismu ca iat a depi liberai is ominis ita at liberau aundi custu nc’est istetiu? Eus biu isfrutamentu de ominis e de ambienti, poi is profitus de istadu e de cussus burocratedhus de partidu, cumenti est succediu cun su PCI e cun su chi nd’abbarrara de sa manca italiota! A bortas m’arribbant messagius de bos’atrus AmPI, tramite Paolu Pisu, mi depeis nai una borta po totus ita nci bintrara Rifondazione, mi iscriri po fintzas Laura Stochino, ca nanca bolliri andai…in Europa e arrodi, ita genti…Saludus indipendentistas.

    PS:Castiaridha de ita si seus pigaus carrigu cun atrus sulcitanus:
    ciao MARCO ,per ora sulla situazione di GENNA’E LUAS SON fermo alle riprese dei camion,aventi codice KEMLER 60/3288 LA materia in questione è l’ idrazina di cloroidrato, effetto collaterale può provocare il cancro, su questa questione ho fatto presente durante un incontro al sig.DE MAGISTRIS,IN QUANTO gli manderò dei dati RELATIVI ALLE DISCARICHE DELLA SARDEGNA.SE TUTTO CIO’avvenisse potremo fare un convegno riguardo l’ ambiente, per informare la gente. Tieni presente che durante il suo lavoro DE MAGISTRIS, su certe inchieste (why not-poseidone) ha fatto presente che alcune navi erano dirette nella costa sarda...
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    Messaggio  zdanov Mar Giu 02, 2009 10:17 am

    Per chiarezza e per correttezza nei confronti dei patrioti di a.M.pI.e degli altri patrioti, affermo che non sono un militante di a.M.p.I. (come se chi si dichiara patriota comunista deve per forza militare in a.M.p.I.ma fammi il piacere)
    Marku, ma di cosa parli, parli del PCI, di Rifondazione e di altri che sinceramente non conosco e non volgio conoscere. Io nel mio primo scritto ho affermato delle cose e visto che mi inviti a leggere bene quello che tu scrivi, ti invito a leggere bene quello che ho scritto io.Per quanto riguarda il lavare la testa agli asini, bisogna chi lava e chi è l'asino.
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    Messaggio  zdanov Mar Giu 02, 2009 10:21 am

    chiedo scusa, ma per errore di battitura la frase giusta nell'ultima riga è la seguente: bisogna vedere chi lava e chi è l'asino.
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    Messaggio  Europeista Mar Giu 02, 2009 2:41 pm

    Io non vedo atteggiamenti costruttivi per capire la situazione ma solo toni polemici e voglia di innestare una visione del mondo completamente estranea alla nostra realtà.

    Faccio un esempio terra-terra (senza entrare nel merito della SARAS):
    Se ci sono magari meno di 10 OPERAI che con fatica mettono su i soldi (magari prestati dalle banche) per fare un'impresa, queste persone sono compresse da una pressione fiscale e da una serie di costi che vedono incrinare i loro utili: e quindi che cosa fanno? Tagliano magari in sicurezza per compensare l'ammanco dei costi apportati dallo Stato.
    Perché tagliano?
    1-Perché hanno oneri eccessivi sul groppone da parte di Roma.
    2-Perché le istituzioni non vigilano sulla sicurezza.

    Perché non sono "spietati imprenditori capitalisti"?
    Perché questo modo di vedere le cose è fantasioso e si trattava magari solo di operai che si sono messi insieme per fare impresa (contribuendo anche allo sviluppo sociale) e si sono ritrovati vittime del sistema centralista. Non del "capitalismo".

    E' il centralismo e la malamministrazione la causa di queste problematiche, e inducono molte imprese a questi comportamenti.
    Non ci sono bianchi contro neri, dovete levarvi quest'ottica pericolosa che genera solo conflitto sociale e incrina il dialogo tra le parti inquinando pure il dialogo per lo sviluppo.
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    zdanov


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    Messaggio  zdanov Mar Giu 02, 2009 8:27 pm

    Europeista, e sarei io il fantasioso,il polemico non costruttivo?
    Fammi un favore (ovviamennte se lo ritieni opportuno)spiegami cosa intendi per stato italiano centralista, e in quest'ultmo come sono caratterizzati i rapporti sociali e se sono o no capitalistici. Lo stesso vale o no anche qui in Sardegna?
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    aMpI sulla strage di Sarroch Empty e dhoi torras...

    Messaggio  Marku Mar Giu 02, 2009 11:53 pm

    zdanov ha scritto:chiedo scusa, ma per errore di battitura la frase giusta nell'ultima riga è la seguente: bisogna vedere chi lava e chi è l'asino.

    No pighist allu po cibudha!
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    Messaggio  Europeista Mer Giu 03, 2009 12:15 am

    zdanov ha scritto:Europeista, e sarei io il fantasioso,il polemico non costruttivo?
    Fammi un favore (ovviamennte se lo ritieni opportuno)spiegami cosa intendi per stato italiano centralista, e in quest'ultmo come sono caratterizzati i rapporti sociali e se sono o no capitalistici. Lo stesso vale o no anche qui in Sardegna?

    Lo stato centralista è quello che assume su di se buona parte delle competenze amministrative: Tra cui fiscalità, politiche del lavoro (visto il tema) e la sicurezza.
    L'indipendentismo moderno nel mondo occidentale (quello che sta avendo successi elettorali) ha come obiettivo quello di accompagnare la crisi dello stato-nazione classico (che è nella fase decadente) al fine di farlo evolvere verso entità federali o più realtà indipendenti.
    Quì siamo in ritardo nel processo ma tutti i segnali indicano la direzione.
    Se quì l'economia non si sviluppa, la colpa non è del "capitalismo" ma dell'assenza di quella serie di competenze amministrative citate che in prima istanza potrebbero consentire al territorio un suo sviluppo in linea con le nostre caratteristiche. Faccio un esempio: condividi l'impianto ENI di Ottana con cui lo stato sfregiò la naturale vocazione economica di quel territorio?
    Che cosa ci ha dato e che cosa è rimasto?
    L'indipendentismo da qualche decennio ha compreso tali dinamiche, così come ha compreso che in un territorio non ci può essere automazione e sviluppo sociale se tutti gli operatori del sistema (compresa l'imprenditoria) non vengono messi nelle condizioni idonee per progredire. Tutto ciò determina lo status quo che facilita il lavoro alle politiche criminali dell'assistenzialismo partitocratico italiano. In più come dicevo, in un territorio in cui spesso il livello dell'impresa medio-piccola tende in maniera molto rapida al passaggio tra condizione di lavoro dipendente ed autonoma, questo non consente neppure di applicare alcuni criteri classici del marxismo a cui ancora guarda una parte minoritaria dell'indipendentismo. Io vorrei capire chi sarebbero questi malvagi capitalisti che opprimono i Sardi quando la SARAS ad esempio non è che il 10% di un 90% di tessuto produttivo Sardo composto da media e soprattutto piccola impresa. Non si capisce a chi sia rivolta questa retorica ideologica. Sembra che si voglia applicare a tutti i costi come da manuale un dogmatismo che quì non ha appiglio. E anche se ci fosse la grande impresa, non esiste che si debba attaccare la fonte che da il lavoro e consente lo sviluppo del territorio.
    Posso capire quando si da addosso agli avvoltoi che arrivano da fuori e se ne vanno con soldi pubblici, ma anche questo è determinato da politiche centraliste che lo consentono e non certo dal "capitalismo in quanto entità pensante che controlla la vita del singolo".
    Perché non vanno in Scozia o nei Paesi Baschi o altrove alcuni imprenditori italiani a fare le cose che fanno quì? Li sbatterebbero subito in galera.
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    Messaggio  zdanov Mer Giu 03, 2009 11:34 am

    Complimenti per l'analisi sia dello stato centrlista sia per l'analisi dei rapporti sociali in Sardegna. Sicuramente con queste analisi così approfondite sul capitalismo, sulla borghesia nazionale sarda e sul ruolo della borghesia compradora sarda, riusciremo a determinare i passaggi opportuni per l'indipendenza della Sardegna e con essa la parità di diritti tra chi sfrutta e chi è sfruttato. Con questo chiudo i miei interventi su questo caso specifico.
    Un saluto a tutti i patrioti rinnovando la mia solidarietà alle famiglie degli operai morti o feriti per un misero salario.
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    Messaggio  Europeista Mer Giu 03, 2009 12:53 pm

    zdanov ha scritto:Complimenti per l'analisi sia dello stato centrlista sia per l'analisi dei rapporti sociali in Sardegna. Sicuramente con queste analisi così approfondite sul capitalismo, sulla borghesia nazionale sarda e sul ruolo della borghesia compradora sarda, riusciremo a determinare i passaggi opportuni per l'indipendenza della Sardegna e con essa la parità di diritti tra chi sfrutta e chi è sfruttato. Con questo chiudo i miei interventi su questo caso specifico.
    Un saluto a tutti i patrioti rinnovando la mia solidarietà alle famiglie degli operai morti o feriti per un misero salario.

    In un forum vuoi dei dettagliati rapporti sulla situazione? Nel nostro gruppo studiamo spesso anche i bollettini periodici di Confindustria, della CNA, dell'API, dei sindacati, le finanziarie, etc. Non vedo per quale motivo dovrei scrivere per ore ma sarei curioso di sapere in base a quali criteri e parametri suddividi e identifichi ad esempio la borghesia nazionale Sarda da quella "compradora sarda". Ancora di più, dopo aver fatto ciò, vorrei sapere in base a quali criteri inserisci tale differenziazione con la presenza massiccia dello stato su tutti i livelli dell'amministrazione pubblica (tra cui alcuni di quei punti che ho citato).

    Continuate pure a fare la guerra alla "classe imprenditoriale dei malvagi", alimentate lo scontro sociale e poi vediamo quanti risultati otterrete.
    La storia lo ha dimostrato in più occasioni:
    Povertà dilagante, concorrenza zero, meno diritti e chiaramente niente sviluppo, perché dove non c'è concorrenza in un mercato non c'è progresso.
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    Marku


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    Messaggio  Marku Mer Giu 03, 2009 12:57 pm

    Saludi Europeista, ligendi beni un’atra borta is interventus, mancai no dh’apast nau, est totu su sistema de is appaltus chi no bandara beni. Pagus annus faidi, s’asienda aundi trabballu, s’at incumintzau a poni a fai unu cursu po is appaltus, ti nau ca toccara a essi cottus a croxu, po essi diaberus a s’artesa de ndi bogai cabidu de is cosas de fai e de sighiri.Ingunis in custu ramu mancara unu TU, cumenti e cussu de sa siguresa, perou meda istairi a nosus puru a essi atentus! Ses anus faidi, emu firmau su cantieri, poita ca s’ammancant medas cosa necessarias po podi trabballai trancuillus: crapitas, arrobba, guantus, ferramenta, cartellus de poni in su mori, una barracca po si firmai a prandi e una po is abbisongius. S’asienda aundi trabballu, dh’at cumprendiu ca depiri fai custus cursus e diacci de pagu eus fatu puru cussu de s’amiantu, cand’eus andai a fai cussu tipu de bonificas, seus nosus chi a su responsabili dhi depeus nai ita totu si serbiri po candu est cumpattu e candu est chi dhoi at pruini. A bortas pariri ca nci funt trabballadoris, chi intamus de si furriai e nai ca nou, poita ca timint po no perdi su trabballu o ita, s’accunortant de andai a traballai a sa manera de nisciunu logu. Nosus a bortas s’isballiaus contendi scetti is mortus de is logus de trabballu, de totu is mortus chi nci funt in is moris sardus, de trabballadoris chi in viagiu po andai e torrai nci perdint sa vida in accidentis, de custus ndi fuedhaus pagu! Po no contai totu is sardas/us chi morrint in is accidentis in is moris, su sistema centralisticu narara e no faidi nudha po prevenni is accidentis, chi binti su in prus de is bortas giovunus chi morrint o abbarrant istrupiaus. Nosus cumenti e indipendentistas depeus promovi sensibilidadi in mesu’e sa genti, no nci podeus perdi sa vida, poita ca nc’est genti chi mandara a morri is atrus po interessu, poita ca no faidi nudha po prevenni, mancai tengara is mellus leis de custu mundu, a nosus de istatiscas no si nd’importara nudha! Saludus indipendentistas.
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    Messaggio  Europeista Mer Giu 03, 2009 1:19 pm

    Saludi Europeista, ligendi beni un’atra borta is interventus, mancai no dh’apast nau, est totu su sistema de is appaltus chi no bandara beni. Pagus annus faidi, s’asienda aundi trabballu, s’at incumintzau a poni a fai unu cursu po is appaltus, ti nau ca toccara a essi cottus a croxu, po essi diaberus a s’artesa de ndi bogai cabidu de is cosas de fai e de sighiri.Ingunis in custu ramu mancara unu TU, cumenti e cussu de sa siguresa, perou meda istairi a nosus puru a essi atentus!

    Sono d'accordo ed è questo il punto: In Italia manca un testo unico su ogni materia, c'è un coacervo di leggi che spesso entrano in contrapposizione l'una con l'altra e questo rallenta anche le dinamiche dello sviluppo.
    Oppure dove c'è un testo unico (sulla sicurezza ad esempio) questo o viene disatteso oppure ancora non è organico ai criteri con cui si identifica l'assegnazione degli appalti, è chiaro che non viviamo in uno stato che fa le cose seriamente anche sotto il profilo normativo-giuridico.
    In più c'è un sottobosco culturale a carico nostro in cui non siamo abituati a prestare attenzione alle più elementari norme di sicurezza, ma questo è un problema relativo ed in ogni territorio si verifica laddove non ci sono adeguati controlli e sanzioni che servano ad educare imprese e lavoratori.
    Sui corsi invece ho visto che lentamente si stanno facendo, anche l'anno scorso ad esempio ho partecipato personalmente (nel settore del commercio) ad un corso sulla sicurezza. Però insomma diventano palliativi se alla fine nessuno controlla, i costi rimangono quelli che sono e magari gli appalti qualche volta vengono forniti in misura discrezionale e clientelare approfittando del panegirico legislativo di settore.
    In tutto questo dicevo appunto a Zdanov che non capisco cosa c'entri il "capitalismo"...Se ce lo spiega lo ascolteremo senza pregiudizio, anche io ho letto i testi dei più grandi pensatori Marxisti ma non ho trovato risposte adeguate alla società moderna. Magari ho capito male, aspettiamo....
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    aMpI sulla strage di Sarroch Empty ......pro caridade!!!

    Messaggio  Rosso Mer Giu 03, 2009 3:09 pm

    Sciovinisti! Ecco cosa siete. Lavoratori sardi e imprenditori italiani?????...... Semmai lavoratori e padroni!.... senza distinzione nazionale!!!
    E poi quale la fonte per cui in Sardegna si muore più che da altre parti?... siete dei razzisti di bassa Lega, partito del quale siete speculari!
    E quello che più fa incazzare è che voi di A Manca vi spacciate pure per “compagni”. Ma de chèèèè………
    Nella gran parte del materiale politico prodotto da voi e anche dalle organizzazioni indipendentiste sarde (sn, a manca, sinsardu, a fora egtc.) non si parla mai del proletariato italiano, quasi lo si considerasse complice dello stato colonialista italiano; i temi caldi della Sardegna vengono sempre slegati dal contesto italiano, dal quale non si può prescindere; ogni argomentazione viene declinata all’indipendeza, anche quando essa riguarda, chessò, il contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici…… tra i quali ci sono sardi ed italiani.
    Un ulteriore esempio è rappresentato dal sindacadu de sa natzione sarda, che dovrebbe difendere i diritti dei lavoratori sardi (e non) ma che in realtà altro non è che l’appendice della politica per l’indipendenza (non sarà un surrogato di corporativismo?)…. Un sindacato che ha manifestato subito solidarietà ai lavoratori corsi, ma del quale non ho mai letto interventi…….. ad esempio…... per quelli di Pomigliano d’Arco massacrati dalla polizia….. forse sarebbe stato “italianista”!?... Alla faccia della politica sindacale e della solidarietà di Classe…
    Classe…. Vi sembra che la Classe abbia nazionalità?....
    … Tutti gli indipendentisti di sinistra, non uno escluso (parlo dei gruppi e gruppetti più o meno organizzati) si parla di socialismo, ma la pratica è l’interclassismo… e cosa ancor più becera l’antitalianismo, definizione intorno alla quale fate cadere tutto ciò che è italiano: sia esso il ricordo dei partigiani (ridicolo celebrare il piccolo borghese Angioi e non i cambattenti della Resistenza!) o la solidarietà a compagni che nella lotta si mettono in gioco più di quanto non facciano gli idioti in berritta
    ….…ne sento certi che, offesi, paragonano il richiamo simbolico della kefia al copricapo sardo, scimmiottando, cioè, cose che hanno una storia diversa l’una dall’altra!. Per non parlare poi dello “scimmiottamento” ulteriore di corsi e baschi, non tanto della lotta effettiva così come condotta in euskadi, quanto del ritualismo dei loro linguaggi e dei riferimenti simbolici (patetico il pugnaletto sardo, il bronzetto guerriero, l’albero di Eleonora. Scusate forse sarebbe il caso di parlare dello “Sbronzetto” guerriero!....hic… salude!)
    ….. il vostro intervento di apertura del blog è un insulto al lavoro, ai suoi morti, alle sue fatiche…..
    Vergogna, birgungia, birgonza!!!!!
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    Messaggio  Europeista Mer Giu 03, 2009 3:16 pm

    Nella gran parte del materiale politico prodotto da voi e anche dalle organizzazioni indipendentiste sarde (sn, a manca, sinsardu, a fora egtc.) non si parla mai del proletariato italiano, quasi lo si considerasse complice dello stato colonialista italiano; i temi caldi della Sardegna vengono sempre slegati dal contesto italiano, dal quale non si può prescindere; ogni argomentazione viene declinata all’indipendeza, anche quando essa riguarda, chessò, il contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici…… tra i quali ci sono sardi ed italiani.
    Un ulteriore esempio è rappresentato dal sindacadu de sa natzione sarda, che dovrebbe difendere i diritti dei lavoratori sardi (e non) ma che in realtà altro non è che l’appendice della politica per l’indipendenza (non sarà un surrogato di corporativismo?)…. Un sindacato che ha manifestato subito solidarietà ai lavoratori corsi, ma del quale non ho mai letto interventi…….. ad esempio…... per quelli di Pomigliano d’Arco massacrati dalla polizia….. forse sarebbe stato “italianista”!?... Alla faccia della politica sindacale e della solidarietà di Classe…
    Classe…. Vi sembra che la Classe abbia nazionalità?....
    … Tutti gli indipendentisti di sinistra, non uno escluso (parlo dei gruppi e gruppetti più o meno organizzati) si parla di socialismo, ma la pratica è l’interclassismo… e cosa ancor più becera l’antitalianismo, definizione intorno alla quale fate cadere tutto ciò che è italiano: sia esso il ricordo dei partigiani (ridicolo celebrare il piccolo borghese Angioi e non i cambattenti della Resistenza!)

    Secondo te per quale motivo l'indipendentismo da politicamente addosso allo stato?
    Perché i contratti collettivi li dovremmo stipulare a Cagliari e non a Roma.
    In secondo luogo, disprezzi Angioy, ma ti ricordo che sono più vicini a noi i morti caduti sotto i Piemontesi che non quelli caduti nella Penisola per salvare la "patria" italiana.
    Se studi la storia scoprirai che i Piemontesi ci hanno impiccati, torturati, fucilati e infilzati. Ecco perché esiste l'indipendentismo Sardo: Perché siamo una Nazione, ridotta all'osso ma lo siamo. Ci sono persone che ci credono e di sicuro non porranno in secondo piano la Nazione rispetto all'ideologia.
    Dovresti vergognarti per aver sparlato male di Angioy e di quelli che sono morti per la libertà.
    Se avessero vinto, oggi non saremmo sotto questo stato.
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    aMpI sulla strage di Sarroch Empty TZACCA STRADA!

    Messaggio  Marku Gio Giu 04, 2009 11:39 am

    Oh Rosso, ma de aundi ndi ses istupau! Si biri ca s’istoria dh’as ligia beni tui puru! A is lotas de liberatzioni natzionali in atras partis de su mundu ant pigau parti meris e trabballadoris, feminas, picciochedhus, in pagus fuedhus totuganta sa sociedadi! No est a oi chi is sociedadis funt pratzias in classis socialis, custas cosas beninti de attesu. No nc’est perunu ratzismu si tui as ligiu e cumprendiu beni, su chi apu y eus scritu, ita ti pensas ca a nosus no si dispraxiri candu morrint o abbarrant infertus operaius de atrus logus puru? Laba ca inoi s’istadu italiota po primu at sparau a pitzus de is trabballadoris in su 1904 in Buggerru, in su 1906 in casi totu sa Sardigna, in su 1920 in Bidha’e Cresia, s’ant arropau in is sciopirus, s’urtima borta is minadoris de sa Carbosulcis arropaus a Roma, candu a su guvernu nci fiada su “compagno” D’Alema, te animas in pena’e chi seis! Nc’est proletariau e proletariau, niente feurra e finugu! No fadeus s’errori de su pensamentu gramscianu, ca bolliara risolvi is malis de s’umanidadi e invecias est torrau a coa. Is problemas nostrus funti nostrus e boh, no teneus nudha de pratziri cun is problemas de is atrus, diacci e totu po is cuntratus de trabballu chi depint essi fatus e firmaus inoi e no portaus mancai de is sindacus confederalis italiotas, chi funt sindacus de su meri e de su guvernu! Donia fortza politiga in calincuna manera teniri accapius cun fortzas sindacalis, perou inoi su sindacau sardu no sighiri prus de tanti su camminu parlamentaristicu cumenti fainti CGIL, CISL e UIL. Su sindacalismu sardu, teni passentzia est liberu de donai solidadiedai a chini dhi praxidi e no a chini bolleis bos atrus! Sa solidadiedadi de classi est mancara po primas a su sindacalismu italiota! La ca s’internatzionalismu de classi est una cosa chi no est mai esistia, chi no est mai apodhara a nisciunu logu, poita ca is russus, dh’ant pensara diferenti de cinesus e atrus. In sa pratiga de s’indipendentismu, no est a oi, giai Anghelu Garia e tanti atrus eus passau s’idea de su classismu, po podi chistionai a totus is sardus de calisiasiat classi sociali, s’attobiu cun su socialismu at a essi apustis de s’indipendentzia! Bis a diferentzia tua deu apu connotu dus paesanus mius chi ant cumbatiu in Albania, contras a is fascistas italianus, s’intristanta candu ligianta ca is albanesus cun Oxa, no teniant diritus e fiant pobirus in canna! Laba, ca medas partigianus sardus funt mortus po liberai una natzioni chi no fiada cosa issoru, deu no potzu e no depu fai festa su 25 de arbili, poita ca no est dì de liberazioni sarda! Tui no ses nemus po podi giudicai Juanni Maria Angioy, no ndi tenis diritu, no est cosa tua, AS CUMPRENDIU!? Depis isciri ca is rivolutzionis in su mundu dh’at fatas sa burghesia, in Francia, Ameriga, Russia, Cina, e intzandus, chini fiant is varius Murat, Lincoln, Lenin, Mao e totus is atrus, miga fianta gentixedha! Tui no ses nimancu diniu de portai una berritta, poita ca sa tontesa tua no dh’aguantara nemus! Is Bascus, is eschimesus, doniunu sighiri sa politiga cosa sua, poita ca no bivint inoi, no tenint is interessus de is sardus! Lassa stai is simbulus chi scioberaus funt cosa nostra, no si depeus isbregungiri de nudha, poita ca inoi si nc’est UN’IMBRIAGU DE PASSIONI E NO DE BINU CUSTU SES TUI! TZACCA STRADA E CUARIDHA!!
    Po totus is indipendentistas: custas dis arruiri s'aniversariu de sa Pratza Tiananmen, oi cumenti'e a intzandus: LIBERTADI.
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    aMpI sulla strage di Sarroch Empty ..... tancas serradas a muru... e carchi cherveddu puru!!!

    Messaggio  Rosso Gio Giu 04, 2009 3:54 pm

    Certu sa limba la tenes longa, Marku…. Est sa memoria unu pacu troppu curza!...
    Forzis ,siete tue chi s’amicu tuo Europeista, devites istudiare de prusu s’istoria de sa Resistentzia… chi non fit solamente una liberazione nazionale de s’Italia, ma pro metas chi l’han fatta una gherra pro sa libertade e sa zustissia sotziale…. sa bandera de sos partigianos vit ruja, ammentadebollu, e no unu “istrazzu nazionale” in uve imbolicare tottu piatos riccos e poberos, isfruttados e isfruttatores !!!....
    Ne tenites aiu chin sa cantilena de sos sardos tottu unidos…. Ma in uve, unidos?... Forzis s’interessu de Pinna (su e’e su casu) est diversu dae cussu de Moratti? O setti abberu cumbintos chi su mere sardu est prus pacu “mere” de cussu italianu o vranzesu!

    …. “poverinu e miseru s’anzone ch’isetta latte dae su mariane”….

    …deo no so contr’a s’indipendentzia…. Bastante chi siet craru chi chin s’indipendentzia venzat vinzas sa liberazione sotziale de sos omines e de sas eminas chi pro issa diana gherrare…... Si nono s’indipendentzia, omente l’intennites vois, non est atteru chi sa matessi istoria de sos poveros chi achene sa trassa a sos riccos…. Dae unu Istadu a un’atteru!..... chi mancari ti imponzat sas cosas in sardu……ecc.ecc.ecc!

    ….. deo no so contr’a s’indipendentzia…. Bastante chi custa non ammischiet sa pazza chin su trigu….. chin custu cheglio narrer chi chie vaeddat de libertade devet ischire vinzas de ite est vaeddande….. in ateras paraulas, solidale chin su traballatore tantu sardu cantu italianu, e inimicu de su mere tantu sardu cantu italianu…

    … a chie leghet dimando iscusa pro aere aeddatu de arreionos ateros dae cussu de sos traballatores de sa Saras…. Solu chi m’ata fattu issere dae nervios sa memula de cussos chi iscriene chi in Sardigna si morit peus chi in atterue; offenende “s’intelligenza” de chie leghet e de sos atteros mortos in su traballu! ….. mi paret poi chi sos meres de sa ditta de appaltu non ini vrates Moratti (pezzos de merda su matessi) ma sardos che a cussos chi sono mortos….

    ….pro la secare curza…. Deo so sardu, non m’intendo italianu, ma sa patria mea est su mundu intreu.

    Bivat sa lutta de classe e s’internazionalismu de sos oppressos de onzi locu e colore!
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    Messaggio  Europeista Gio Giu 04, 2009 5:17 pm

    Allora Rosso se conosci la storia della Resistenza saprai benissimo che non c'erano solo le bandierine rosse ma anche quelle con lo scudo "Libertas" e tante altre, senza dimenticare eroi come Lussu. Anche se non era indipendentista.
    I problemi dei lavoratori variano da stato a stato, da legislazione a legislazione e non è vero che la parzialità dei diritti sia omogena ovunque e che questa sia determinata dalla "loggia dei malvagi capitalisti riuniti". Il tuo pensiero poteva andare bene nella Germania di Bismarck.
    Oggi qualsiasi individuo può passare da una classe all'altra e se ci sa fare, diventa anche imprenditore. Il problema è che nè i diritti per i lavoratori, nè la possibilità di mutare la propria posizione lavorativa sono semplici se lo stato ha nell'organicità delle sue leggi e delle sue istituzioni degli ostacoli affinché questo succeda. E indovina da dove arriva questa rigidità? Dallo statalismo burocratico con cui si è formata prima l'Italia monarchica e dopo quella repubblicana.
    Io vorrei capire quali sono per te i proletari in Sardegna... E i commercianti come li chiami? Magari questi ultimi oggi per portare avanti l'attività hanno anche più costi e oneri sociali rispetto ad un lavoratore dipendente: Ci avevi mai pensato? Forse nò perché sei fermo a dottrine che nel mondo moderno sono fuori contesto e perché non conosci bene la realtà del lavoro in Sardegna, serve meno dogmatismo e più realismo.
    E' chiaro che i lavoratori di altre parti d'Italia hanno problemi analoghi ai nostri, ma è l'assetto normativo ed istituzionale il problema, non "il capitalismo". Anzi, già che ci siete, seguendo quel ragionamento "internazionalista", andate anche a dare solidarietà ai minatori cinesi che ogni tanto crepano in qualche anonima miniera senza alcuna protezione.
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    aMpI sulla strage di Sarroch Empty ma perché non ti spari Ravanello?

    Messaggio  sardignaruja Gio Giu 04, 2009 5:45 pm

    compito dei comunisti sardi è rivolgersi ai lavoratori sardi.. già questo è difficile. secondo il ragionamento di Rosso a Manca dovrebbe rivolgersi a tutti i lavoratori di tutto il mondo, visto che la classe non ha nazione. allora perché non andare a protestare con i lavoratori russi o austrialiani di cui ovviamente Rosso ignora le vertenze?
    Certo che Angioy era un borghese.. all'epoca non esistavano ancora le organizzazioni proletarie, perché non esisteva il proletariato maturo e Marx non era ancora nato.. se ti leggi Gramsci però imparerai due cose sul valore rivoluzionario dei giacobini, che allora erano l'avanguardia delle istanze rivoluzionarie e in particolare in Sardeigna hanno avuto la capacità di "andare al popolo" facendosi carico delle sue istanze antifeudali e anticoloniali.
    sai qual'è la verità "Rosso"? che in fondo sei un ravanello.. rosso fuori e bianco dentro, perché non hai il coraggio di affrontare le ragioni dei comunisti sardi pubblicamente.. perché non ti ho mai visto ad un dibattito esprimere queste ragioni? e visto che dici di essere comunista, dovresti sapere che i comunisti devono costruire un partito.. ci espliciti per favore a quale partito aderisci che così ci facciamo tutti un paio di risate?

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