Dal Blog di Bruno Murgia deputato del Popolo delle Libertà nonché militante di alleanza nazionale. ANCHE LUI HA CAPITO CHE ARIA TIRA, DA FILOFASCISTA A FILOSARDISTA.
In attesa del Popolo delle Libertà Sardo
In attesa del Congresso regionale, che si terrà dopo il congresso nazionale, ecco le idee che intendo portare avanti per definire meglio il nuovo progetto. Una cornice dentro la quale portare quattro proposte per la Sardegna, anche di carattere programmatico. Questo è un sunto, nei documenti ho già espresso qualche idea in merito, ci sarà un documento riassuntivo, più asciutto, che presenterà le proposte in modo analitico.
La cornice: Il PDL sardo dev’essere il Partito del Popolo Sardo: autonomista, aperto e democratico. Dev’essere differente dal PDL nazionale a causa della sua specificità identitaria, una declinazione sarda del partito italiano, con le sue caratteristiche. Questo perché in Sardegna sperimentiamo alleanze con forze locali o iniziamo a sperimentarle con una grande forza storica autonomista, come il PSD’AZ. Il Partito del Popolo Sardo, dev’essere pertanto in grado di possedere una propria identità, una propria indipendenza decisionale, dev’essere in grado di formare classi dirigenti sarde, preparate a governare il nostro territorio. Un partito conservatore si, ma non retrogrado. In grado di corrispondere, con le sue diverse voci, alle problematiche della società.
La parte programmatica si fonda su quattro voci, per quanto mi riguarda:
1) Ambiente e turismo: dobbiamo mostrare la formula per coniugare la conservazione dell’ambiente con lo sviluppo turistico. L’equivoco principale sorge dal fatto che in molti sostengono l’equivalenza turismo=coste (molti anche della mia parte). Non è così: l’equazione è turismo=sviluppo e coste=interno. Bisogna cioé fare un grande sforzo promozionale, culturale, economico, per rendere fruibile l’interno, in modo da liberare le coste dal sovraffollamento, ammesso che vi sia, senza per questo diminuire l’afflusso turistico. Migliorare le reti viarie interne, i collegamenti, mettere in rete gli eventi, allungare la stagione, proteggere i nostri prodotti, promuovere la nostra isola, sfruttare le potenzialità del marketing online, patrocinare la cultura. L’ambiente va considerato non come una campana di vetro, che sarebbe preferibile veder deserta - era il pensiero di Soru. L’ambiente è anche dove viviamo, non possiamo sradicarci da qui. Per cui: strumenti flessibili e non rigidi, concertazione costante con gli enti locali, blocchi più severi dove servono, bonifiche, recuperi e divieto di nuove costruzioni in presenza di abusi edilizi non sanati.
2) Agricoltura, artigianato e allevamento: una politica costante di sostegno a tutte le aziende in difficoltà, valorizzazione dei prodotti sardi, a partire dalla pecora sarda, che è specifica. Sostegno ai distretti artigianali: cave, sughero e altri settori in difficoltà.
3) Università e sviluppo integrato: le università devono servire a laureare giovani in grado di operare nel territorio, con una preparazione coerente con la nostra economia attuale e con quella che vogliamo instaurare. Salvare il salvabile per quanto riguarda l’industria, non propriamente ecologica, portare a casa quante più assunzioni possibili, riconvertire le imprese in difficoltà in settori compatibili con l’ambiente. Aprire a delle farm tecnologiche a basso impatto ambientale, creare dei corsi universitari in grado di soddisfare l’eventuale domanda di lavoro.
4) Cultura: patrocinare gli eventi culturali. Costruire la Biblioteca Nazionale Sarda, in senso fisico, non solo digitale, che ha il compito di preservare il nostro patrimonio culturale, creando delle copie digitali, per archivio e mettendolo a disposizione degli studiosi e del pubblico. Una Biblioteca che conservi tutto: dalle arti ai saperi, dalla musica all’enogastronomia, dai costumi tradizionali fino alle feste religiose, dal diritto al canto a tenore. Affidata a personalità di chiara fama: studiosi, storici, antropologi, filologi.
Questi 4 punti, che sono chiaramente espandibili in diverse direzioni, anche programmatiche, dovrebbero rappresentare l’impronta identitaria del partito del popolo sardo. Ed è ciò che intendo portare avanti.