SARDIGNA NATZIONE INDIPENDENTZIA - UNIDADE INDIPENDENTISTA

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Su Forum de sos Indipendentistas Sardos / Il Forum degli Indipendentisti Sardi


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Zarathustra
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    LINGUA E CULTURA

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    Messaggio  Admin Lun Feb 02, 2009 3:31 am

    LINGUA E CULTURA

    Avviamento di un programma generale di risardizzazione che porti ad un bilinguismo
    reale in ogni campo, dall'insegnamento alla cartellonistica stradale, dagli atti delle istituzioni
    ai mezzi d'informazione sardi. Bilinguismo significa avere due lingue, quindi 50% e 50% in
    ogni campo, come già viene applicato in altre zone dello Stato italiano quali Val d'Aosta, Friuli
    e Süd Tirol e come avviene in moltissime altre parti del mondo dove i diritti delle nazioni senza
    stato vengono tutelati!
    Riteniamo dunque necessaria la realizzazione di un reale bilinguismo nelle scuole. La
    lingua sarda riveste un valore strategico in quanto è uno strumento politico di unità del popolo
    sardo. Il sardo quindi dovrà essere insegnato nelle scuole di ogni ordine e grado superando
    l'attuale metodologia che lo vede impartito alla stregua di lingua straniera. Non è possibile
    proporre l'ora di sardo, laddove così come può esistere l'ora di inglese e l'ora di francese.
    Nelle scuole si deve utilizzare, così come succede in tutti i posti del mondo dove esiste il
    bilinguismo e così come alcuni insegnanti all'avanguardia stanno sperimentando nella nostra
    Isola, la lingua sarda per le varie materie di studio. La Regione dovrà redigere i
    programmi di insegnamento delle varie materie da impartirsi in lingua sarda e istituire un
    percorso formativo per l’apprendimento della lingua sarda da parte degli insegnanti delle
    scuole dell'obbligo.
    Proponiamo di individuare e sviluppare un percorso formativo sardo. In questo senso
    riteniamo che la poesia estemporanea sarda (nelle sue varie forme locali) vada compresa tra le
    attività scolastiche nelle scuole primarie e secondarie, con il duplice scopo di regalare ai
    giovanissimi uno strumento formidabile di crescita intellettuale, morale e culturale, e di
    conservare e rinnovare una delle ricchezze più significative del nostro patrimonio culturale,
    unico al mondo.
    Chiediamo l’insegnamento della Storia della Sardegna nelle scuole di ogni ordine e
    grado. I libri di testo dovranno essere proposti da una commissione di studiosi, avvalendosi
    anche di insigni esperti internazionali affinché prevalga in tali testi la vera ricerca storiografica
    piuttosto che la falsità storica di una Sardigna italiana da sempre.
    Obbligo per tutte le nuove assunzioni nel settore pubblico di conoscere
    sufficientemente almeno una delle varianti del sardo. Ogni cittadino ha diritto a
    confrontarsi con un insegnante o con un qualsiasi funzionario di un ufficio pubblico nella sua
    lingua. Sta al funzionario essere adeguato al cittadino e non viceversa. In ogni posto al mondo
    dove è praticato il bilinguismo i funzionari devono sapere parlare entrambe le lingue.
    Per tutte queste iniziative esistono finanziamenti europei finora non utilizzati per ragioni
    politiche da parte della classe dirigente italiana. A costo zero per i sardi, gli impiegati, per
    il solo fatto di parlare sardo, si troverebbero in busta paga mediamente 200 euro in
    più. Sfruttando i finanziamenti europei daremo vita a figure professionali ottenendo così il
    duplice risultato di creare posti di lavoro e di valorizzare il nostro patrimonio linguistico.

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    Messaggio  realista Gio Feb 05, 2009 12:52 am

    Admin ha scritto:LINGUA E CULTURA

    Avviamento di un programma generale di risardizzazione che porti ad un bilinguismo
    reale in ogni campo, dall'insegnamento alla cartellonistica stradale, dagli atti delle istituzioni
    ai mezzi d'informazione sardi. Bilinguismo significa avere due lingue, quindi 50% e 50% in
    ogni campo, come già viene applicato in altre zone dello Stato italiano quali Val d'Aosta, Friuli
    e Süd Tirol e come avviene in moltissime altre parti del mondo dove i diritti delle nazioni senza
    stato vengono tutelati!
    Riteniamo dunque necessaria la realizzazione di un reale bilinguismo nelle scuole. La
    lingua sarda riveste un valore strategico in quanto è uno strumento politico di unità del popolo
    sardo. Il sardo quindi dovrà essere insegnato nelle scuole di ogni ordine e grado superando
    l'attuale metodologia che lo vede impartito alla stregua di lingua straniera. Non è possibile
    proporre l'ora di sardo, laddove così come può esistere l'ora di inglese e l'ora di francese.
    Nelle scuole si deve utilizzare, così come succede in tutti i posti del mondo dove esiste il
    bilinguismo e così come alcuni insegnanti all'avanguardia stanno sperimentando nella nostra
    Isola, la lingua sarda per le varie materie di studio. La Regione dovrà redigere i
    programmi di insegnamento delle varie materie da impartirsi in lingua sarda e istituire un
    percorso formativo per l’apprendimento della lingua sarda da parte degli insegnanti delle
    scuole dell'obbligo.
    Proponiamo di individuare e sviluppare un percorso formativo sardo. In questo senso
    riteniamo che la poesia estemporanea sarda (nelle sue varie forme locali) vada compresa tra le
    attività scolastiche nelle scuole primarie e secondarie, con il duplice scopo di regalare ai
    giovanissimi uno strumento formidabile di crescita intellettuale, morale e culturale, e di
    conservare e rinnovare una delle ricchezze più significative del nostro patrimonio culturale,
    unico al mondo.
    Chiediamo l’insegnamento della Storia della Sardegna nelle scuole di ogni ordine e
    grado. I libri di testo dovranno essere proposti da una commissione di studiosi, avvalendosi
    anche di insigni esperti internazionali affinché prevalga in tali testi la vera ricerca storiografica
    piuttosto che la falsità storica di una Sardigna italiana da sempre.
    Obbligo per tutte le nuove assunzioni nel settore pubblico di conoscere
    sufficientemente almeno una delle varianti del sardo. Ogni cittadino ha diritto a
    confrontarsi con un insegnante o con un qualsiasi funzionario di un ufficio pubblico nella sua
    lingua. Sta al funzionario essere adeguato al cittadino e non viceversa. In ogni posto al mondo
    dove è praticato il bilinguismo i funzionari devono sapere parlare entrambe le lingue.
    Per tutte queste iniziative esistono finanziamenti europei finora non utilizzati per ragioni
    politiche da parte della classe dirigente italiana. A costo zero per i sardi, gli impiegati, per
    il solo fatto di parlare sardo, si troverebbero in busta paga mediamente 200 euro in
    più. Sfruttando i finanziamenti europei daremo vita a figure professionali ottenendo così il
    duplice risultato di creare posti di lavoro e di valorizzare il nostro patrimonio linguistico.

    Probabilmente in passato avrete già affrontato questo argomento, solo che io non so cosa pensiate riguardo alla LSC.
    A me, personalmente, non piace. Io preferirei che nelle scuole venisse insegnato il sardo che abbiamo sempre parlato almeno nelle due varianti principali. Questo consentirebbe di tramandare "realmente" il nostro patrimonio culturale e farebbe si che tutti i Sardi conoscessero e parlassero correntemente le due bellissime varianti. Cosa ne pensate?
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    Messaggio  Zarathustra Gio Feb 05, 2009 1:09 am

    E' solo una questione pratica, avere un unico sistema di scrittura facilita di molto le cose da ogni punto di vista e noi non possiamo permetterci il lusso di complicarci la vita data la presenza di un concorrente fortissimo come l' italiano.
    Attenzione però: adottare un sistema di scrittura non significa automaticamente doversi attenere alle sue regole di pronuncia anche nel parlato quotidiano, così come avviene con l' italiano.
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    Messaggio  realista Gio Feb 05, 2009 1:20 am

    Zarathustra ha scritto:E' solo una questione pratica, avere un unico sistema di scrittura facilita di molto le cose da ogni punto di vista e noi non possiamo permetterci il lusso di complicarci la vita data la presenza di un concorrente fortissimo come l' italiano.
    Attenzione però: adottare un sistema di scrittura non significa automaticamente doversi attenere alle sue regole di pronuncia anche nel parlato quotidiano, così come avviene con l' italiano.
    Ma da quanto ho capito io la Lsc non è solo un sistema di scrittura ma un'insieme di vocaboli di una variante che vengono presi per buoni a scapito di quelli di un'altra che non sarebbero conosciuti a qualla parte di Sardi che non li conosce. Questo causerebbe una grossa perdita di patrimonio culturale che potrebbe unire molto il popolo sardo anche da quel punto di vista. Non capisco perchè ci si dovrebbe sforzare di insegnare e imparare una lingua mai esistita a scapito di quella che abbiamo sempre parlato e che a tutti i Sardi piacerebbe conoscere..
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    Messaggio  Zarathustra Gio Feb 05, 2009 2:26 am

    realista ha scritto:
    Zarathustra ha scritto:E' solo una questione pratica, avere un unico sistema di scrittura facilita di molto le cose da ogni punto di vista e noi non possiamo permetterci il lusso di complicarci la vita data la presenza di un concorrente fortissimo come l' italiano.
    Attenzione però: adottare un sistema di scrittura non significa automaticamente doversi attenere alle sue regole di pronuncia anche nel parlato quotidiano, così come avviene con l' italiano.
    Ma da quanto ho capito io la Lsc non è solo un sistema di scrittura ma un'insieme di vocaboli di una variante che vengono presi per buoni a scapito di quelli di un'altra che non sarebbero conosciuti a qualla parte di Sardi che non li conosce. Questo causerebbe una grossa perdita di patrimonio culturale che potrebbe unire molto il popolo sardo anche da quel punto di vista. Non capisco perchè ci si dovrebbe sforzare di insegnare e imparare una lingua mai esistita a scapito di quella che abbiamo sempre parlato e che a tutti i Sardi piacerebbe conoscere..

    Non è esattamente così, i vocaboli si possono utilizzare tutti ma molti di essi pur essendo la stessa identica parola vengono pronunciati in modo differente e danno vita quindi a diverse soluzioni grafiche (esempio: vichinatu, vichinau, bighinadu, bighinau, biginau, bixinau, bixau sono la stessa parola pronunciata in modo diverso).
    Tutte le parole di tutti i dialetti sono ammesse nello standard, ma se si vuole scrivere in LSC bisogna scriverli secondo i criteri dello standard.

    L' utilità sta nel fatto di fare il lavoro una volta sola e di abituare col tempo i sardofoni a vedere le cose scritte sempre allo stesso modo così da poter essere realmente concorrenziale con l' italiano.
    Naturalmente non è che le scelte della LSC siano le migliori in assoluto o dettate dalla bocca di Dio e possono anche essere cambiate.
    E' un po' come il metro: non è migliore in sè di qualunque altro sistema di misurazione, ma dà degli indiscutibili vantaggi pratici.
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    Messaggio  realista Gio Feb 05, 2009 12:31 pm

    Zarathustra ha scritto:
    realista ha scritto:
    Zarathustra ha scritto:E' solo una questione pratica, avere un unico sistema di scrittura facilita di molto le cose da ogni punto di vista e noi non possiamo permetterci il lusso di complicarci la vita data la presenza di un concorrente fortissimo come l' italiano.
    Attenzione però: adottare un sistema di scrittura non significa automaticamente doversi attenere alle sue regole di pronuncia anche nel parlato quotidiano, così come avviene con l' italiano.
    Ma da quanto ho capito io la Lsc non è solo un sistema di scrittura ma un'insieme di vocaboli di una variante che vengono presi per buoni a scapito di quelli di un'altra che non sarebbero conosciuti a qualla parte di Sardi che non li conosce. Questo causerebbe una grossa perdita di patrimonio culturale che potrebbe unire molto il popolo sardo anche da quel punto di vista. Non capisco perchè ci si dovrebbe sforzare di insegnare e imparare una lingua mai esistita a scapito di quella che abbiamo sempre parlato e che a tutti i Sardi piacerebbe conoscere..

    Non è esattamente così, i vocaboli si possono utilizzare tutti ma molti di essi pur essendo la stessa identica parola vengono pronunciati in modo differente e danno vita quindi a diverse soluzioni grafiche (esempio: vichinatu, vichinau, bighinadu, bighinau, biginau, bixinau, bixau sono la stessa parola pronunciata in modo diverso).
    Tutte le parole di tutti i dialetti sono ammesse nello standard, ma se si vuole scrivere in LSC bisogna scriverli secondo i criteri dello standard.

    L' utilità sta nel fatto di fare il lavoro una volta sola e di abituare col tempo i sardofoni a vedere le cose scritte sempre allo stesso modo così da poter essere realmente concorrenziale con l' italiano.
    Naturalmente non è che le scelte della LSC siano le migliori in assoluto o dettate dalla bocca di Dio e possono anche essere cambiate.
    E' un po' come il metro: non è migliore in sè di qualunque altro sistema di misurazione, ma dà degli indiscutibili vantaggi pratici.
    Quindi tu sei favorevole e soddisfatto della Lsc?
    *sardus.filius*
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    LINGUA E CULTURA Empty un imbroglio culturale gigantesco

    Messaggio  *sardus.filius* Ven Feb 06, 2009 7:17 pm

    Zarathustra ha scritto:
    realista ha scritto:
    Zarathustra ha scritto:E' solo una questione pratica, avere un unico sistema di scrittura facilita di molto le cose da ogni punto di vista e noi non possiamo permetterci il lusso di complicarci la vita data la presenza di un concorrente fortissimo come l' italiano.
    Attenzione però: adottare un sistema di scrittura non significa automaticamente doversi attenere alle sue regole di pronuncia anche nel parlato quotidiano, così come avviene con l' italiano.
    Ma da quanto ho capito io la Lsc non è solo un sistema di scrittura ma un'insieme di vocaboli di una variante che vengono presi per buoni a scapito di quelli di un'altra che non sarebbero conosciuti a qualla parte di Sardi che non li conosce. Questo causerebbe una grossa perdita di patrimonio culturale che potrebbe unire molto il popolo sardo anche da quel punto di vista. Non capisco perchè ci si dovrebbe sforzare di insegnare e imparare una lingua mai esistita a scapito di quella che abbiamo sempre parlato e che a tutti i Sardi piacerebbe conoscere..

    Non è esattamente così, i vocaboli si possono utilizzare tutti ma molti di essi pur essendo la stessa identica parola vengono pronunciati in modo differente e danno vita quindi a diverse soluzioni grafiche (esempio: vichinatu, vichinau, bighinadu, bighinau, biginau, bixinau, bixau sono la stessa parola pronunciata in modo diverso).
    Tutte le parole di tutti i dialetti sono ammesse nello standard, ma se si vuole scrivere in LSC bisogna scriverli secondo i criteri dello standard.

    L' utilità sta nel fatto di fare il lavoro una volta sola e di abituare col tempo i sardofoni a vedere le cose scritte sempre allo stesso modo così da poter essere realmente concorrenziale con l' italiano.
    Naturalmente non è che le scelte della LSC siano le migliori in assoluto o dettate dalla bocca di Dio e possono anche essere cambiate.
    E' un po' come il metro: non è migliore in sè di qualunque altro sistema di misurazione, ma dà degli indiscutibili vantaggi pratici.

    scusate se mi intrometto nel vostro confronto "linguistico" ma parreste essere alquanto a digiuno sulla materia (regolata da una legge regionale del 1997 - la 26 - e da una legge nazionale del 1999 - la 482 - che di fatto ha "ucciso" i principi ispiratori della L.R. 26/1997). Come i sardologhi della Regione anche voi vi state impantanando sui problemi del sardo scritto mentre, vi faccio notare, la L. 482/1999 tutela soltanto la "minoranza linguistica storica che parla il sardo" (cfr. art. 2 L. 482/1999) e, dello scritto non si fa alcuna menzione, quando poi ci si apre al "relativismo linguistico" con la previsione di "cambiamenti in corso d'opera" mi vien da chiedere quali siano (o possano essere) le certezze di chi si avvicina e vorrebbe studiare la LSC.
    Altro scritti alla Regione, prototipi linguistici amministrativi o chissà quali migliorie, essendo un problema delicato di primaria importanza (non solo linguistico-grammaticale ma anche e soprattutto politico e sociale) vi inviterei a leggere con attenzione ed interpretare gli articoli dei due disposti legislativi (in questo si potrebbe ipotizzare anche il contributo prezioso del nostro "avvocato candidato"), perchè sulla lingua sarda, in Sardegna, è stato operato un grande imbroglio che ha causato un grave danno non solo ai "bilanci dello Stato" ma anche al "patrimonio culturale di ogni sardo". Non mi posso dilungare troppo in questo "post", vi rinvio, se doveste essere interessati, all'attività (anche linguistica) de SU CHIZONE WEB che in tutto il 2008 si è occupato prevalentemente di LINGUA SARDA ex lege.
    Prima di parlare di "lingua" occorrerebbe capire cosa sia una "minoranza linguistica" e in cosa si differisca da una "minoranza linguistica storica", dall'altro lato occorre vedere se vi sia una qualche differenza tra la "minoranza linguistica storica sottoposta a tutela" e la "minoranza linguistica storica" che, per essere tutelata, "deve parlare la lingua della minoranza". Non è per altro se non fosse che mancano all'appello 11 milioni di Euro in 10 anni e di sardo, al di fuori di ciò che viene "pompato" dalla Regione, ancora non s'è visto nulla di concreto. Occorrerebbe chiedere lumi sul come siano stati spesi tutti questi soldi visto che poi, sul territorio, non sono state sparse che briciole, che dico briciole .... proprio bruscolini!!!
    Sui temi relativi al sardo ed alla sua "cultura", in qualità di docente de S'ISCOLA SARDA (la fondazione etno-culturale della Nazione Sarda fondata nel lontano 1971 da Giampiero ZAMPA Marras e dal suo maestro Antonio Simon Mossa) potrei farvi persino qualche "lezioncina", e, visto che posso considerarmi senza falsa modestia un vero esperto, vorrei farvi osservare che "i ragazzi di A Manca ..." vogliono difendersi in limba davanti al giudice e, nell'Aula del Tribunale, si giocherà una partita importantissima sulla scelta del "traduttore": Chi ha titolo? Un professore di storia e filosofia di scuola italiana? Un linguista, che sa scrivere teorie dell'avventura glottologica ma di sardo non sa esplicare neppure una parola? Un napoletano? Un friulano? O un ladino?
    Beh, vi ho citato solo quelli che sono entrati, a vario titolo, nella storia della lingua sarda della Regione (italiana), che tutti a foraggiato nella ricerca dell'identità linguistico letterale fuorchè i Sardi (perchè nessuno è dottore in casa propria ..... sigh!).
    Sul tema mi riservo di tornare nel forum anche finita la campagna ed il programma elettorale perchè ci sono "accuse specifiche" da muovere e occorrerà far muovere gli avvocati con denunce pure circostanziate.
    Posso anticiparvi già da ora che lo scottante argomento della lingua sarda sia strettamente legato a quelli della moralità della politica ed a quello, ancora caldo, della "Lingua Blu" che ha colpito gli ovini sardi in questi ultimi 10 anni!!!!
    juanna maria
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    Messaggio  juanna maria Ven Feb 06, 2009 11:15 pm

    *sardus.filius* ha scritto:
    Zarathustra ha scritto:
    realista ha scritto:
    Zarathustra ha scritto:E' solo una questione pratica, avere un unico sistema di scrittura facilita di molto le cose da ogni punto di vista e noi non possiamo permetterci il lusso di complicarci la vita data la presenza di un concorrente fortissimo come l' italiano.
    Attenzione però: adottare un sistema di scrittura non significa automaticamente doversi attenere alle sue regole di pronuncia anche nel parlato quotidiano, così come avviene con l' italiano.
    Ma da quanto ho capito io la Lsc non è solo un sistema di scrittura ma un'insieme di vocaboli di una variante che vengono presi per buoni a scapito di quelli di un'altra che non sarebbero conosciuti a qualla parte di Sardi che non li conosce. Questo causerebbe una grossa perdita di patrimonio culturale che potrebbe unire molto il popolo sardo anche da quel punto di vista. Non capisco perchè ci si dovrebbe sforzare di insegnare e imparare una lingua mai esistita a scapito di quella che abbiamo sempre parlato e che a tutti i Sardi piacerebbe conoscere..

    Non è esattamente così, i vocaboli si possono utilizzare tutti ma molti di essi pur essendo la stessa identica parola vengono pronunciati in modo differente e danno vita quindi a diverse soluzioni grafiche (esempio: vichinatu, vichinau, bighinadu, bighinau, biginau, bixinau, bixau sono la stessa parola pronunciata in modo diverso).
    Tutte le parole di tutti i dialetti sono ammesse nello standard, ma se si vuole scrivere in LSC bisogna scriverli secondo i criteri dello standard.

    L' utilità sta nel fatto di fare il lavoro una volta sola e di abituare col tempo i sardofoni a vedere le cose scritte sempre allo stesso modo così da poter essere realmente concorrenziale con l' italiano.
    Naturalmente non è che le scelte della LSC siano le migliori in assoluto o dettate dalla bocca di Dio e possono anche essere cambiate.
    E' un po' come il metro: non è migliore in sè di qualunque altro sistema di misurazione, ma dà degli indiscutibili vantaggi pratici.

    scusate se mi intrometto nel vostro confronto "linguistico" ma parreste essere alquanto a digiuno sulla materia (regolata da una legge regionale del 1997 - la 26 - e da una legge nazionale del 1999 - la 482 - che di fatto ha "ucciso" i principi ispiratori della L.R. 26/1997). Come i sardologhi della Regione anche voi vi state impantanando sui problemi del sardo scritto mentre, vi faccio notare, la L. 482/1999 tutela soltanto la "minoranza linguistica storica che parla il sardo" (cfr. art. 2 L. 482/1999) e, dello scritto non si fa alcuna menzione, quando poi ci si apre al "relativismo linguistico" con la previsione di "cambiamenti in corso d'opera" mi vien da chiedere quali siano (o possano essere) le certezze di chi si avvicina e vorrebbe studiare la LSC.
    Altro scritti alla Regione, prototipi linguistici amministrativi o chissà quali migliorie, essendo un problema delicato di primaria importanza (non solo linguistico-grammaticale ma anche e soprattutto politico e sociale) vi inviterei a leggere con attenzione ed interpretare gli articoli dei due disposti legislativi (in questo si potrebbe ipotizzare anche il contributo prezioso del nostro "avvocato candidato"), perchè sulla lingua sarda, in Sardegna, è stato operato un grande imbroglio che ha causato un grave danno non solo ai "bilanci dello Stato" ma anche al "patrimonio culturale di ogni sardo". Non mi posso dilungare troppo in questo "post", vi rinvio, se doveste essere interessati, all'attività (anche linguistica) de SU CHIZONE WEB che in tutto il 2008 si è occupato prevalentemente di LINGUA SARDA ex lege.
    Prima di parlare di "lingua" occorrerebbe capire cosa sia una "minoranza linguistica" e in cosa si differisca da una "minoranza linguistica storica", dall'altro lato occorre vedere se vi sia una qualche differenza tra la "minoranza linguistica storica sottoposta a tutela" e la "minoranza linguistica storica" che, per essere tutelata, "deve parlare la lingua della minoranza". Non è per altro se non fosse che mancano all'appello 11 milioni di Euro in 10 anni e di sardo, al di fuori di ciò che viene "pompato" dalla Regione, ancora non s'è visto nulla di concreto. Occorrerebbe chiedere lumi sul come siano stati spesi tutti questi soldi visto che poi, sul territorio, non sono state sparse che briciole, che dico briciole .... proprio bruscolini!!!
    Sui temi relativi al sardo ed alla sua "cultura", in qualità di docente de S'ISCOLA SARDA (la fondazione etno-culturale della Nazione Sarda fondata nel lontano 1971 da Giampiero ZAMPA Marras e dal suo maestro Antonio Simon Mossa) potrei farvi persino qualche "lezioncina", e, visto che posso considerarmi senza falsa modestia un vero esperto, vorrei farvi osservare che "i ragazzi di A Manca ..." vogliono difendersi in limba davanti al giudice e, nell'Aula del Tribunale, si giocherà una partita importantissima sulla scelta del "traduttore": Chi ha titolo? Un professore di storia e filosofia di scuola italiana? Un linguista, che sa scrivere teorie dell'avventura glottologica ma di sardo non sa esplicare neppure una parola? Un napoletano? Un friulano? O un ladino?
    Beh, vi ho citato solo quelli che sono entrati, a vario titolo, nella storia della lingua sarda della Regione (italiana), che tutti a foraggiato nella ricerca dell'identità linguistico letterale fuorchè i Sardi (perchè nessuno è dottore in casa propria ..... sigh!).
    Sul tema mi riservo di tornare nel forum anche finita la campagna ed il programma elettorale perchè ci sono "accuse specifiche" da muovere e occorrerà far muovere gli avvocati con denunce pure circostanziate.
    Posso anticiparvi già da ora che lo scottante argomento della lingua sarda sia strettamente legato a quelli della moralità della politica ed a quello, ancora caldo, della "Lingua Blu" che ha colpito gli ovini sardi in questi ultimi 10 anni!!!!

    custu arrejonu mi paret metta interessante
    Zarathustra
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    Messaggio  Zarathustra Sab Feb 07, 2009 2:47 am

    realista ha scritto:
    Zarathustra ha scritto:
    realista ha scritto:
    Zarathustra ha scritto:E' solo una questione pratica, avere un unico sistema di scrittura facilita di molto le cose da ogni punto di vista e noi non possiamo permetterci il lusso di complicarci la vita data la presenza di un concorrente fortissimo come l' italiano.
    Attenzione però: adottare un sistema di scrittura non significa automaticamente doversi attenere alle sue regole di pronuncia anche nel parlato quotidiano, così come avviene con l' italiano.
    Ma da quanto ho capito io la Lsc non è solo un sistema di scrittura ma un'insieme di vocaboli di una variante che vengono presi per buoni a scapito di quelli di un'altra che non sarebbero conosciuti a qualla parte di Sardi che non li conosce. Questo causerebbe una grossa perdita di patrimonio culturale che potrebbe unire molto il popolo sardo anche da quel punto di vista. Non capisco perchè ci si dovrebbe sforzare di insegnare e imparare una lingua mai esistita a scapito di quella che abbiamo sempre parlato e che a tutti i Sardi piacerebbe conoscere..



    Non è esattamente così, i vocaboli si possono utilizzare tutti ma molti di essi pur essendo la stessa identica parola vengono pronunciati in modo differente e danno vita quindi a diverse soluzioni grafiche (esempio: vichinatu, vichinau, bighinadu, bighinau, biginau, bixinau, bixau sono la stessa parola pronunciata in modo diverso).
    Tutte le parole di tutti i dialetti sono ammesse nello standard, ma se si vuole scrivere in LSC bisogna scriverli secondo i criteri dello standard.

    L' utilità sta nel fatto di fare il lavoro una volta sola e di abituare col tempo i sardofoni a vedere le cose scritte sempre allo stesso modo così da poter essere realmente concorrenziale con l' italiano.
    Naturalmente non è che le scelte della LSC siano le migliori in assoluto o dettate dalla bocca di Dio e possono anche essere cambiate.
    E' un po' come il metro: non è migliore in sè di qualunque altro sistema di misurazione, ma dà degli indiscutibili vantaggi pratici.
    Quindi tu sei favorevole e soddisfatto della Lsc?

    "Favorevole" e "soddisfatto" sono due parole grosse. Diciamo che io sono favorevole a che la RAS scelga un' ortografia unica per rappresentare tutto il gruppo linguistico. Non ho pregiudizi di sorta sul fatto che si rompa con la tradizione o sul fatto che la LSC configuri in lettura un dialetto che non esiste nella realtà.

    Sulle scelte della sono meno soddisfatto, perchè non si è fatto abbastanza per rappresentare meglio le pronunce meridionali, non solo per un criterio di equità ma anche perchè potrebbe costituire un ostacolo per la diffusione della norma.
    Dovessi pensare esclusivamente al mio dialetto potrei ritenermi abbastanza soddisfatto, ma ormai penso al bene di tutto il gruppo linguistico e quindi credo che qualche modifica vada fatta per rendere la situazione più equilibrata.

    Se dalle tue parti la LSC non è molto ben vista è essenzialmente per questo motivo.
    *sardus.filius*
    *sardus.filius*


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    Messaggio  *sardus.filius* Sab Feb 07, 2009 1:04 pm

    juanna maria ha scritto:
    *sardus.filius* ha scritto:
    Zarathustra ha scritto:
    realista ha scritto:
    Zarathustra ha scritto:E' solo una questione pratica, avere un unico sistema di scrittura facilita di molto le cose da ogni punto di vista e noi non possiamo permetterci il lusso di complicarci la vita data la presenza di un concorrente fortissimo come l' italiano.
    Attenzione però: adottare un sistema di scrittura non significa automaticamente doversi attenere alle sue regole di pronuncia anche nel parlato quotidiano, così come avviene con l' italiano.
    Ma da quanto ho capito io la Lsc non è solo un sistema di scrittura ma un'insieme di vocaboli di una variante che vengono presi per buoni a scapito di quelli di un'altra che non sarebbero conosciuti a qualla parte di Sardi che non li conosce. Questo causerebbe una grossa perdita di patrimonio culturale che potrebbe unire molto il popolo sardo anche da quel punto di vista. Non capisco perchè ci si dovrebbe sforzare di insegnare e imparare una lingua mai esistita a scapito di quella che abbiamo sempre parlato e che a tutti i Sardi piacerebbe conoscere..

    Non è esattamente così, i vocaboli si possono utilizzare tutti ma molti di essi pur essendo la stessa identica parola vengono pronunciati in modo differente e danno vita quindi a diverse soluzioni grafiche (esempio: vichinatu, vichinau, bighinadu, bighinau, biginau, bixinau, bixau sono la stessa parola pronunciata in modo diverso).
    Tutte le parole di tutti i dialetti sono ammesse nello standard, ma se si vuole scrivere in LSC bisogna scriverli secondo i criteri dello standard.

    L' utilità sta nel fatto di fare il lavoro una volta sola e di abituare col tempo i sardofoni a vedere le cose scritte sempre allo stesso modo così da poter essere realmente concorrenziale con l' italiano.
    Naturalmente non è che le scelte della LSC siano le migliori in assoluto o dettate dalla bocca di Dio e possono anche essere cambiate.
    E' un po' come il metro: non è migliore in sè di qualunque altro sistema di misurazione, ma dà degli indiscutibili vantaggi pratici.

    scusate se mi intrometto nel vostro confronto "linguistico" ma parreste essere alquanto a digiuno sulla materia (regolata da una legge regionale del 1997 - la 26 - e da una legge nazionale del 1999 - la 482 - che di fatto ha "ucciso" i principi ispiratori della L.R. 26/1997). Come i sardologhi della Regione anche voi vi state impantanando sui problemi del sardo scritto mentre, vi faccio notare, la L. 482/1999 tutela soltanto la "minoranza linguistica storica che parla il sardo" (cfr. art. 2 L. 482/1999) e, dello scritto non si fa alcuna menzione, quando poi ci si apre al "relativismo linguistico" con la previsione di "cambiamenti in corso d'opera" mi vien da chiedere quali siano (o possano essere) le certezze di chi si avvicina e vorrebbe studiare la LSC.
    Altro scritti alla Regione, prototipi linguistici amministrativi o chissà quali migliorie, essendo un problema delicato di primaria importanza (non solo linguistico-grammaticale ma anche e soprattutto politico e sociale) vi inviterei a leggere con attenzione ed interpretare gli articoli dei due disposti legislativi (in questo si potrebbe ipotizzare anche il contributo prezioso del nostro "avvocato candidato"), perchè sulla lingua sarda, in Sardegna, è stato operato un grande imbroglio che ha causato un grave danno non solo ai "bilanci dello Stato" ma anche al "patrimonio culturale di ogni sardo". Non mi posso dilungare troppo in questo "post", vi rinvio, se doveste essere interessati, all'attività (anche linguistica) de SU CHIZONE WEB che in tutto il 2008 si è occupato prevalentemente di LINGUA SARDA ex lege.
    Prima di parlare di "lingua" occorrerebbe capire cosa sia una "minoranza linguistica" e in cosa si differisca da una "minoranza linguistica storica", dall'altro lato occorre vedere se vi sia una qualche differenza tra la "minoranza linguistica storica sottoposta a tutela" e la "minoranza linguistica storica" che, per essere tutelata, "deve parlare la lingua della minoranza". Non è per altro se non fosse che mancano all'appello 11 milioni di Euro in 10 anni e di sardo, al di fuori di ciò che viene "pompato" dalla Regione, ancora non s'è visto nulla di concreto. Occorrerebbe chiedere lumi sul come siano stati spesi tutti questi soldi visto che poi, sul territorio, non sono state sparse che briciole, che dico briciole .... proprio bruscolini!!!
    Sui temi relativi al sardo ed alla sua "cultura", in qualità di docente de S'ISCOLA SARDA (la fondazione etno-culturale della Nazione Sarda fondata nel lontano 1971 da Giampiero ZAMPA Marras e dal suo maestro Antonio Simon Mossa) potrei farvi persino qualche "lezioncina", e, visto che posso considerarmi senza falsa modestia un vero esperto, vorrei farvi osservare che "i ragazzi di A Manca ..." vogliono difendersi in limba davanti al giudice e, nell'Aula del Tribunale, si giocherà una partita importantissima sulla scelta del "traduttore": Chi ha titolo? Un professore di storia e filosofia di scuola italiana? Un linguista, che sa scrivere teorie dell'avventura glottologica ma di sardo non sa esplicare neppure una parola? Un napoletano? Un friulano? O un ladino?
    Beh, vi ho citato solo quelli che sono entrati, a vario titolo, nella storia della lingua sarda della Regione (italiana), che tutti a foraggiato nella ricerca dell'identità linguistico letterale fuorchè i Sardi (perchè nessuno è dottore in casa propria ..... sigh!).
    Sul tema mi riservo di tornare nel forum anche finita la campagna ed il programma elettorale perchè ci sono "accuse specifiche" da muovere e occorrerà far muovere gli avvocati con denunce pure circostanziate.
    Posso anticiparvi già da ora che lo scottante argomento della lingua sarda sia strettamente legato a quelli della moralità della politica ed a quello, ancora caldo, della "Lingua Blu" che ha colpito gli ovini sardi in questi ultimi 10 anni!!!!

    custu arrejonu mi paret metta interessante
    Interessante, Juanna Marì., est a li narrer' pagu. Su 'e sa limba sarda diventat unu tema destinadu a dare colpos a un'ala e a s'attera (ponindeche in mesu esponentes de punta finas de su Psd'Az., chi mustran' comente "s'interessu de portafogliu" siat primariu finas a sos interessos culturales de su populu e de sa Nazione).
    Nos han' pienadu sa conca de forrotulos, nendenos de una fantomatica parificazione de su sardu a s'italianu po avallare su sardu "giuridicu-amministrativu" (chi poi est sa vera causa de su fallimentu de sa politica linguistica in sa Regione). B'est s'articulu 1 de sa L. 482/1999 chi lu narat espressamente: "Sa limba uficiale de sa Repubblica est s'Italianu", e, si caligunu si poterat distraer', est rinforzadu da sos dispostos previstos in s'art. 7 e in s'art. 8 (semper' de sa L. 482/1999) chi faeddan' de sos efetos giuridicos e de su valore legale de sos attos siat in sardu che in italianu.
    A mie, sa veridade santa, pagu m'importat chi sa RAS hepat decisu, passados pius de 60 annos, de cherrer' faeddare in sardu, su chi però mi dat unu tantigheddu de fastidiu est chi paret chi cherzat imparare finas sos sardos oblighendelos a cussa forma linguistica istudiada in laboratoriu po "uniformare" e massificare, passende subra a totu su ch'est 'istadu causadu da s'Istoria propriu subra sa chistione linguistica.
    Totu oe faeddan' de limba sarda, pienendesi sa 'ucca (e no solu) de sardu finanziadu e/o finanziabile, ma de su chi nos han' lassadu iscrittu sos mannos nostros ancora no hat bessidu a campu nudda. Totu arrejonan' subra su "sardu iscritu" discutinde subra su comente si depat iscrier', ma niunu hat bogadu ancora peruna opera de valore istoricu-literariu inue poder' cumintzare a leger' in limba, totu girat in tundu de sa traduzione in limba de sos attos amministrativos chi, faghidemilu narrer', denotan' totu sa summa pena. In mesu de totu su chi si podiat traduer', nota bene, s'amministrazione regionale nos hat propostu sa "Guida de su contribuente", po nos ispiegare bene comente si pagan' sas tassas, sos tributos e sos balzellos a "s'Agenzia de sas bintradas" (italiana). Nos sun' leende in giru in giru, custa est sa veridade crua e tosta, e tocat de nde leare cussenzia e de assumer' posizione chiara in meritu. Cun Berlusconi e sa destra in su guvernu sun' cambiadas sas legges de "sa bona amministrazione" e sas responsabilidades chi si poden' configurare in cabu a sos responsabiles regionales faghen' ipotizzare finamentas casos de "ferros de campagna". S'isperimentazione linguistica de sa Regione ponet serios problemas interpretativos in raportu cun s'istoricidade chi devet tenner' sa minorantzia linguistica sutaposta a tutela, si no est una "minorantzia linguistica istorica" no tenet dirittu 'e tutela e, sa limba proposta da sos regionalistas, totu est (o podet esser') forassiat che "istorica", mustrende, oltre totu, s'ignorantzia chi los distinghet e los tenet a giobu.
    Finida sa campagna elettorale (mancan' 7 dies a sa pausa de riflessione), hap'a chilcare de istringher' totu sas forzas sensibiles po organizare calchi incontru subra su tema ispecificu (boghende a campu testos chi mustran' comente chie faeddat "cun titulu" no iscat propriu nudda de s'Istoria 'e sa limba, de sos sardos e de sa Sardigna).

    In custu tempus de crisi totale est dovere nostru su 'e dissimulare s'imbrogliu faghinde 'ier' a sos sardos comente ch'hepat un'impreparazione crassa a fagher' fronte a sos bisonzos linguisticos de sa zente sarda. Zarathustra e realista si preocupan' de sas pronuntzias dialettales, linguisticas, lessicales e literales, ma su problema est un'ateru, est chi cheren' ponner' in buca de su sardu cosas chi no hat mai mancu pensadu, est un imbrogliu mannu, ma, comente hamus imparadu da minores, sas faulas giughen' sas ancas cultzas e sun' destinadas a fagher' pagu caminu.
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    LINGUA E CULTURA Empty Re: LINGUA E CULTURA

    Messaggio  realista Sab Feb 07, 2009 1:39 pm

    *sardus.filius* ha scritto:
    juanna maria ha scritto:
    *sardus.filius* ha scritto:
    Zarathustra ha scritto:
    realista ha scritto:
    Zarathustra ha scritto:E' solo una questione pratica, avere un unico sistema di scrittura facilita di molto le cose da ogni punto di vista e noi non possiamo permetterci il lusso di complicarci la vita data la presenza di un concorrente fortissimo come l' italiano.
    Attenzione però: adottare un sistema di scrittura non significa automaticamente doversi attenere alle sue regole di pronuncia anche nel parlato quotidiano, così come avviene con l' italiano.
    Ma da quanto ho capito io la Lsc non è solo un sistema di scrittura ma un'insieme di vocaboli di una variante che vengono presi per buoni a scapito di quelli di un'altra che non sarebbero conosciuti a qualla parte di Sardi che non li conosce. Questo causerebbe una grossa perdita di patrimonio culturale che potrebbe unire molto il popolo sardo anche da quel punto di vista. Non capisco perchè ci si dovrebbe sforzare di insegnare e imparare una lingua mai esistita a scapito di quella che abbiamo sempre parlato e che a tutti i Sardi piacerebbe conoscere..

    Non è esattamente così, i vocaboli si possono utilizzare tutti ma molti di essi pur essendo la stessa identica parola vengono pronunciati in modo differente e danno vita quindi a diverse soluzioni grafiche (esempio: vichinatu, vichinau, bighinadu, bighinau, biginau, bixinau, bixau sono la stessa parola pronunciata in modo diverso).
    Tutte le parole di tutti i dialetti sono ammesse nello standard, ma se si vuole scrivere in LSC bisogna scriverli secondo i criteri dello standard.

    L' utilità sta nel fatto di fare il lavoro una volta sola e di abituare col tempo i sardofoni a vedere le cose scritte sempre allo stesso modo così da poter essere realmente concorrenziale con l' italiano.
    Naturalmente non è che le scelte della LSC siano le migliori in assoluto o dettate dalla bocca di Dio e possono anche essere cambiate.
    E' un po' come il metro: non è migliore in sè di qualunque altro sistema di misurazione, ma dà degli indiscutibili vantaggi pratici.

    scusate se mi intrometto nel vostro confronto "linguistico" ma parreste essere alquanto a digiuno sulla materia (regolata da una legge regionale del 1997 - la 26 - e da una legge nazionale del 1999 - la 482 - che di fatto ha "ucciso" i principi ispiratori della L.R. 26/1997). Come i sardologhi della Regione anche voi vi state impantanando sui problemi del sardo scritto mentre, vi faccio notare, la L. 482/1999 tutela soltanto la "minoranza linguistica storica che parla il sardo" (cfr. art. 2 L. 482/1999) e, dello scritto non si fa alcuna menzione, quando poi ci si apre al "relativismo linguistico" con la previsione di "cambiamenti in corso d'opera" mi vien da chiedere quali siano (o possano essere) le certezze di chi si avvicina e vorrebbe studiare la LSC.
    Altro scritti alla Regione, prototipi linguistici amministrativi o chissà quali migliorie, essendo un problema delicato di primaria importanza (non solo linguistico-grammaticale ma anche e soprattutto politico e sociale) vi inviterei a leggere con attenzione ed interpretare gli articoli dei due disposti legislativi (in questo si potrebbe ipotizzare anche il contributo prezioso del nostro "avvocato candidato"), perchè sulla lingua sarda, in Sardegna, è stato operato un grande imbroglio che ha causato un grave danno non solo ai "bilanci dello Stato" ma anche al "patrimonio culturale di ogni sardo". Non mi posso dilungare troppo in questo "post", vi rinvio, se doveste essere interessati, all'attività (anche linguistica) de SU CHIZONE WEB che in tutto il 2008 si è occupato prevalentemente di LINGUA SARDA ex lege.
    Prima di parlare di "lingua" occorrerebbe capire cosa sia una "minoranza linguistica" e in cosa si differisca da una "minoranza linguistica storica", dall'altro lato occorre vedere se vi sia una qualche differenza tra la "minoranza linguistica storica sottoposta a tutela" e la "minoranza linguistica storica" che, per essere tutelata, "deve parlare la lingua della minoranza". Non è per altro se non fosse che mancano all'appello 11 milioni di Euro in 10 anni e di sardo, al di fuori di ciò che viene "pompato" dalla Regione, ancora non s'è visto nulla di concreto. Occorrerebbe chiedere lumi sul come siano stati spesi tutti questi soldi visto che poi, sul territorio, non sono state sparse che briciole, che dico briciole .... proprio bruscolini!!!
    Sui temi relativi al sardo ed alla sua "cultura", in qualità di docente de S'ISCOLA SARDA (la fondazione etno-culturale della Nazione Sarda fondata nel lontano 1971 da Giampiero ZAMPA Marras e dal suo maestro Antonio Simon Mossa) potrei farvi persino qualche "lezioncina", e, visto che posso considerarmi senza falsa modestia un vero esperto, vorrei farvi osservare che "i ragazzi di A Manca ..." vogliono difendersi in limba davanti al giudice e, nell'Aula del Tribunale, si giocherà una partita importantissima sulla scelta del "traduttore": Chi ha titolo? Un professore di storia e filosofia di scuola italiana? Un linguista, che sa scrivere teorie dell'avventura glottologica ma di sardo non sa esplicare neppure una parola? Un napoletano? Un friulano? O un ladino?
    Beh, vi ho citato solo quelli che sono entrati, a vario titolo, nella storia della lingua sarda della Regione (italiana), che tutti a foraggiato nella ricerca dell'identità linguistico letterale fuorchè i Sardi (perchè nessuno è dottore in casa propria ..... sigh!).
    Sul tema mi riservo di tornare nel forum anche finita la campagna ed il programma elettorale perchè ci sono "accuse specifiche" da muovere e occorrerà far muovere gli avvocati con denunce pure circostanziate.
    Posso anticiparvi già da ora che lo scottante argomento della lingua sarda sia strettamente legato a quelli della moralità della politica ed a quello, ancora caldo, della "Lingua Blu" che ha colpito gli ovini sardi in questi ultimi 10 anni!!!!

    custu arrejonu mi paret metta interessante
    Interessante, Juanna Marì., est a li narrer' pagu. Su 'e sa limba sarda diventat unu tema destinadu a dare colpos a un'ala e a s'attera (ponindeche in mesu esponentes de punta finas de su Psd'Az., chi mustran' comente "s'interessu de portafogliu" siat primariu finas a sos interessos culturales de su populu e de sa Nazione).
    Nos han' pienadu sa conca de forrotulos, nendenos de una fantomatica parificazione de su sardu a s'italianu po avallare su sardu "giuridicu-amministrativu" (chi poi est sa vera causa de su fallimentu de sa politica linguistica in sa Regione). B'est s'articulu 1 de sa L. 482/1999 chi lu narat espressamente: "Sa limba uficiale de sa Repubblica est s'Italianu", e, si caligunu si poterat distraer', est rinforzadu da sos dispostos previstos in s'art. 7 e in s'art. 8 (semper' de sa L. 482/1999) chi faeddan' de sos efetos giuridicos e de su valore legale de sos attos siat in sardu che in italianu.
    A mie, sa veridade santa, pagu m'importat chi sa RAS hepat decisu, passados pius de 60 annos, de cherrer' faeddare in sardu, su chi però mi dat unu tantigheddu de fastidiu est chi paret chi cherzat imparare finas sos sardos oblighendelos a cussa forma linguistica istudiada in laboratoriu po "uniformare" e massificare, passende subra a totu su ch'est 'istadu causadu da s'Istoria propriu subra sa chistione linguistica.
    Totu oe faeddan' de limba sarda, pienendesi sa 'ucca (e no solu) de sardu finanziadu e/o finanziabile, ma de su chi nos han' lassadu iscrittu sos mannos nostros ancora no hat bessidu a campu nudda. Totu arrejonan' subra su "sardu iscritu" discutinde subra su comente si depat iscrier', ma niunu hat bogadu ancora peruna opera de valore istoricu-literariu inue poder' cumintzare a leger' in limba, totu girat in tundu de sa traduzione in limba de sos attos amministrativos chi, faghidemilu narrer', denotan' totu sa summa pena. In mesu de totu su chi si podiat traduer', nota bene, s'amministrazione regionale nos hat propostu sa "Guida de su contribuente", po nos ispiegare bene comente si pagan' sas tassas, sos tributos e sos balzellos a "s'Agenzia de sas bintradas" (italiana). Nos sun' leende in giru in giru, custa est sa veridade crua e tosta, e tocat de nde leare cussenzia e de assumer' posizione chiara in meritu. Cun Berlusconi e sa destra in su guvernu sun' cambiadas sas legges de "sa bona amministrazione" e sas responsabilidades chi si poden' configurare in cabu a sos responsabiles regionales faghen' ipotizzare finamentas casos de "ferros de campagna". S'isperimentazione linguistica de sa Regione ponet serios problemas interpretativos in raportu cun s'istoricidade chi devet tenner' sa minorantzia linguistica sutaposta a tutela, si no est una "minorantzia linguistica istorica" no tenet dirittu 'e tutela e, sa limba proposta da sos regionalistas, totu est (o podet esser') forassiat che "istorica", mustrende, oltre totu, s'ignorantzia chi los distinghet e los tenet a giobu.
    Finida sa campagna elettorale (mancan' 7 dies a sa pausa de riflessione), hap'a chilcare de istringher' totu sas forzas sensibiles po organizare calchi incontru subra su tema ispecificu (boghende a campu testos chi mustran' comente chie faeddat "cun titulu" no iscat propriu nudda de s'Istoria 'e sa limba, de sos sardos e de sa Sardigna).

    In custu tempus de crisi totale est dovere nostru su 'e dissimulare s'imbrogliu faghinde 'ier' a sos sardos comente ch'hepat un'impreparazione crassa a fagher' fronte a sos bisonzos linguisticos de sa zente sarda. Zarathustra e realista si preocupan' de sas pronuntzias dialettales, linguisticas, lessicales e literales, ma su problema est un'ateru, est chi cheren' ponner' in buca de su sardu cosas chi no hat mai mancu pensadu, est un imbrogliu mannu, ma, comente hamus imparadu da minores, sas faulas giughen' sas ancas cultzas e sun' destinadas a fagher' pagu caminu.
    Guarda che non è come dici tu, se ti rileggessi i miei post lo capiresti. Ho voluto parlare di questo argomento proprio perchè la penso (credo) più o meno come te e vorrei capire cosa ne pensano "personalmente" anche gli altri. A me piacerebbe che nelle scuole insegnassero il sardo semplicemente perchè è la lingua che i miei nonni hanno sempre parlato e non vorrei che si estinguesse e non solo per affermare che anche noi abbiamo "una" lingua "sarda" ufficiale. Per me insegnare una lingua che non è mai esistita a scapito delle altre è una grossa perdita del nostro patrimonio culturale e non un "salvataggio".
    *sardus.filius*
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    Messaggio  *sardus.filius* Sab Feb 07, 2009 2:36 pm

    realista ha scritto:
    *sardus.filius* ha scritto:
    juanna maria ha scritto:
    *sardus.filius* ha scritto:
    Zarathustra ha scritto:
    realista ha scritto:
    Zarathustra ha scritto:E' solo una questione pratica, avere un unico sistema di scrittura facilita di molto le cose da ogni punto di vista e noi non possiamo permetterci il lusso di complicarci la vita data la presenza di un concorrente fortissimo come l' italiano.
    Attenzione però: adottare un sistema di scrittura non significa automaticamente doversi attenere alle sue regole di pronuncia anche nel parlato quotidiano, così come avviene con l' italiano.
    Ma da quanto ho capito io la Lsc non è solo un sistema di scrittura ma un'insieme di vocaboli di una variante che vengono presi per buoni a scapito di quelli di un'altra che non sarebbero conosciuti a qualla parte di Sardi che non li conosce. Questo causerebbe una grossa perdita di patrimonio culturale che potrebbe unire molto il popolo sardo anche da quel punto di vista. Non capisco perchè ci si dovrebbe sforzare di insegnare e imparare una lingua mai esistita a scapito di quella che abbiamo sempre parlato e che a tutti i Sardi piacerebbe conoscere..

    Non è esattamente così, i vocaboli si possono utilizzare tutti ma molti di essi pur essendo la stessa identica parola vengono pronunciati in modo differente e danno vita quindi a diverse soluzioni grafiche (esempio: vichinatu, vichinau, bighinadu, bighinau, biginau, bixinau, bixau sono la stessa parola pronunciata in modo diverso).
    Tutte le parole di tutti i dialetti sono ammesse nello standard, ma se si vuole scrivere in LSC bisogna scriverli secondo i criteri dello standard.

    L' utilità sta nel fatto di fare il lavoro una volta sola e di abituare col tempo i sardofoni a vedere le cose scritte sempre allo stesso modo così da poter essere realmente concorrenziale con l' italiano.
    Naturalmente non è che le scelte della LSC siano le migliori in assoluto o dettate dalla bocca di Dio e possono anche essere cambiate.
    E' un po' come il metro: non è migliore in sè di qualunque altro sistema di misurazione, ma dà degli indiscutibili vantaggi pratici.

    scusate se mi intrometto nel vostro confronto "linguistico" ma parreste essere alquanto a digiuno sulla materia (regolata da una legge regionale del 1997 - la 26 - e da una legge nazionale del 1999 - la 482 - che di fatto ha "ucciso" i principi ispiratori della L.R. 26/1997). Come i sardologhi della Regione anche voi vi state impantanando sui problemi del sardo scritto mentre, vi faccio notare, la L. 482/1999 tutela soltanto la "minoranza linguistica storica che parla il sardo" (cfr. art. 2 L. 482/1999) e, dello scritto non si fa alcuna menzione, quando poi ci si apre al "relativismo linguistico" con la previsione di "cambiamenti in corso d'opera" mi vien da chiedere quali siano (o possano essere) le certezze di chi si avvicina e vorrebbe studiare la LSC.
    Altro scritti alla Regione, prototipi linguistici amministrativi o chissà quali migliorie, essendo un problema delicato di primaria importanza (non solo linguistico-grammaticale ma anche e soprattutto politico e sociale) vi inviterei a leggere con attenzione ed interpretare gli articoli dei due disposti legislativi (in questo si potrebbe ipotizzare anche il contributo prezioso del nostro "avvocato candidato"), perchè sulla lingua sarda, in Sardegna, è stato operato un grande imbroglio che ha causato un grave danno non solo ai "bilanci dello Stato" ma anche al "patrimonio culturale di ogni sardo". Non mi posso dilungare troppo in questo "post", vi rinvio, se doveste essere interessati, all'attività (anche linguistica) de SU CHIZONE WEB che in tutto il 2008 si è occupato prevalentemente di LINGUA SARDA ex lege.
    Prima di parlare di "lingua" occorrerebbe capire cosa sia una "minoranza linguistica" e in cosa si differisca da una "minoranza linguistica storica", dall'altro lato occorre vedere se vi sia una qualche differenza tra la "minoranza linguistica storica sottoposta a tutela" e la "minoranza linguistica storica" che, per essere tutelata, "deve parlare la lingua della minoranza". Non è per altro se non fosse che mancano all'appello 11 milioni di Euro in 10 anni e di sardo, al di fuori di ciò che viene "pompato" dalla Regione, ancora non s'è visto nulla di concreto. Occorrerebbe chiedere lumi sul come siano stati spesi tutti questi soldi visto che poi, sul territorio, non sono state sparse che briciole, che dico briciole .... proprio bruscolini!!!
    Sui temi relativi al sardo ed alla sua "cultura", in qualità di docente de S'ISCOLA SARDA (la fondazione etno-culturale della Nazione Sarda fondata nel lontano 1971 da Giampiero ZAMPA Marras e dal suo maestro Antonio Simon Mossa) potrei farvi persino qualche "lezioncina", e, visto che posso considerarmi senza falsa modestia un vero esperto, vorrei farvi osservare che "i ragazzi di A Manca ..." vogliono difendersi in limba davanti al giudice e, nell'Aula del Tribunale, si giocherà una partita importantissima sulla scelta del "traduttore": Chi ha titolo? Un professore di storia e filosofia di scuola italiana? Un linguista, che sa scrivere teorie dell'avventura glottologica ma di sardo non sa esplicare neppure una parola? Un napoletano? Un friulano? O un ladino?
    Beh, vi ho citato solo quelli che sono entrati, a vario titolo, nella storia della lingua sarda della Regione (italiana), che tutti a foraggiato nella ricerca dell'identità linguistico letterale fuorchè i Sardi (perchè nessuno è dottore in casa propria ..... sigh!).
    Sul tema mi riservo di tornare nel forum anche finita la campagna ed il programma elettorale perchè ci sono "accuse specifiche" da muovere e occorrerà far muovere gli avvocati con denunce pure circostanziate.
    Posso anticiparvi già da ora che lo scottante argomento della lingua sarda sia strettamente legato a quelli della moralità della politica ed a quello, ancora caldo, della "Lingua Blu" che ha colpito gli ovini sardi in questi ultimi 10 anni!!!!

    custu arrejonu mi paret metta interessante
    Interessante, Juanna Marì., est a li narrer' pagu. Su 'e sa limba sarda diventat unu tema destinadu a dare colpos a un'ala e a s'attera (ponindeche in mesu esponentes de punta finas de su Psd'Az., chi mustran' comente "s'interessu de portafogliu" siat primariu finas a sos interessos culturales de su populu e de sa Nazione).
    Nos han' pienadu sa conca de forrotulos, nendenos de una fantomatica parificazione de su sardu a s'italianu po avallare su sardu "giuridicu-amministrativu" (chi poi est sa vera causa de su fallimentu de sa politica linguistica in sa Regione). B'est s'articulu 1 de sa L. 482/1999 chi lu narat espressamente: "Sa limba uficiale de sa Repubblica est s'Italianu", e, si caligunu si poterat distraer', est rinforzadu da sos dispostos previstos in s'art. 7 e in s'art. 8 (semper' de sa L. 482/1999) chi faeddan' de sos efetos giuridicos e de su valore legale de sos attos siat in sardu che in italianu.
    A mie, sa veridade santa, pagu m'importat chi sa RAS hepat decisu, passados pius de 60 annos, de cherrer' faeddare in sardu, su chi però mi dat unu tantigheddu de fastidiu est chi paret chi cherzat imparare finas sos sardos oblighendelos a cussa forma linguistica istudiada in laboratoriu po "uniformare" e massificare, passende subra a totu su ch'est 'istadu causadu da s'Istoria propriu subra sa chistione linguistica.
    Totu oe faeddan' de limba sarda, pienendesi sa 'ucca (e no solu) de sardu finanziadu e/o finanziabile, ma de su chi nos han' lassadu iscrittu sos mannos nostros ancora no hat bessidu a campu nudda. Totu arrejonan' subra su "sardu iscritu" discutinde subra su comente si depat iscrier', ma niunu hat bogadu ancora peruna opera de valore istoricu-literariu inue poder' cumintzare a leger' in limba, totu girat in tundu de sa traduzione in limba de sos attos amministrativos chi, faghidemilu narrer', denotan' totu sa summa pena. In mesu de totu su chi si podiat traduer', nota bene, s'amministrazione regionale nos hat propostu sa "Guida de su contribuente", po nos ispiegare bene comente si pagan' sas tassas, sos tributos e sos balzellos a "s'Agenzia de sas bintradas" (italiana). Nos sun' leende in giru in giru, custa est sa veridade crua e tosta, e tocat de nde leare cussenzia e de assumer' posizione chiara in meritu. Cun Berlusconi e sa destra in su guvernu sun' cambiadas sas legges de "sa bona amministrazione" e sas responsabilidades chi si poden' configurare in cabu a sos responsabiles regionales faghen' ipotizzare finamentas casos de "ferros de campagna". S'isperimentazione linguistica de sa Regione ponet serios problemas interpretativos in raportu cun s'istoricidade chi devet tenner' sa minorantzia linguistica sutaposta a tutela, si no est una "minorantzia linguistica istorica" no tenet dirittu 'e tutela e, sa limba proposta da sos regionalistas, totu est (o podet esser') forassiat che "istorica", mustrende, oltre totu, s'ignorantzia chi los distinghet e los tenet a giobu.
    Finida sa campagna elettorale (mancan' 7 dies a sa pausa de riflessione), hap'a chilcare de istringher' totu sas forzas sensibiles po organizare calchi incontru subra su tema ispecificu (boghende a campu testos chi mustran' comente chie faeddat "cun titulu" no iscat propriu nudda de s'Istoria 'e sa limba, de sos sardos e de sa Sardigna).

    In custu tempus de crisi totale est dovere nostru su 'e dissimulare s'imbrogliu faghinde 'ier' a sos sardos comente ch'hepat un'impreparazione crassa a fagher' fronte a sos bisonzos linguisticos de sa zente sarda. Zarathustra e realista si preocupan' de sas pronuntzias dialettales, linguisticas, lessicales e literales, ma su problema est un'ateru, est chi cheren' ponner' in buca de su sardu cosas chi no hat mai mancu pensadu, est un imbrogliu mannu, ma, comente hamus imparadu da minores, sas faulas giughen' sas ancas cultzas e sun' destinadas a fagher' pagu caminu.
    Guarda che non è come dici tu, se ti rileggessi i miei post lo capiresti. Ho voluto parlare di questo argomento proprio perchè la penso (credo) più o meno come te e vorrei capire cosa ne pensano "personalmente" anche gli altri. A me piacerebbe che nelle scuole insegnassero il sardo semplicemente perchè è la lingua che i miei nonni hanno sempre parlato e non vorrei che si estinguesse e non solo per affermare che anche noi abbiamo "una" lingua "sarda" ufficiale. Per me insegnare una lingua che non è mai esistita a scapito delle altre è una grossa perdita del nostro patrimonio culturale e non un "salvataggio".

    ciao reali..., sono completamente d'accordo con te sull'insegnamento del sardo, seppure qui occorra fare delle puntualizzazioni e delle precisazioni. Tu sei d'accordo all'insegnamento obbligatorio o a quello facoltativo?
    Io, ti dico la verità, sono contrario all'insegnamento obbligatorio (al sardo occorre esserci portati per passione non per dovere) e, nel momento in cui si va ad insegnare, occorre avere programmi concreti e una classe docente preparata su modelli pedagogici democratici (che sono ben lontani dal modello dogmatico conclamato dalle pedagagogie dell'insegnamento italiano!), la scuola e la formazione dei nostri ragazzi è argomento estremamente delicato che occorre analizzare con estrema attenzione, corriamo il rischio di ritrovarci con una generazione di burattini papagalleschi che ripetono la lezione a memoria (come fanno "sos 'ischentes" della Regione). Ma tu pensi che un buon padre di famiglia o una madre premurosa sia disposta a metter nelle mani di questa gente misera e miserrima i propri figli?
    Siamo d'accordo sull'insegnamento della lingua dei nostri nonni (dei suoi valori e del suo potere comunicativo), ma occorre porci delle domande sul modello che si vuole seguire nell'insegnamento.
    Il problema dell'insegnamento è strettamente legato a quello della crisi della scuola, e tu vorresti introdurre l'insegnamento del sardo per legittimare l'obrobrio della scuola italiana che ci ha riempito la testa di illusioni e favole (per non dire proprio bugie), facendoci dimenticare di noi, della nostra storia ed anche della geografia?
    Oggi non sappiamo più chi siamo, da dove veniamo e neppure dove stiamo andando, il sardo potrebbe illuminarci sullo stato di penosa apparenza in cui siamo costretti ma, continuando a parlarne in questi termini, oltre al non aver capito l'estrema delicatezza dell'argomento, denota con quanta superficialità venga affrontato. Parliamone, se ne avete voglia, però abbiamo il coraggio di guardare in faccia "la realtà: Siamo soggetti ad un genocidio linguistico e culturale che non ha eguali nella storia e non ce ne rendiamo conto, sarebbe ora che qualcuno inizi a far pesare gli orrori perpretati a nostro danno in tutto questo tempo e, se volessi leggere qualcosa al proposito, non mi resta che rinviarti a SU CHIZONE WEB dove, sotto l'etichetta "lingua sarda" trovi materiale (in sardo) da poterti ispassiare.
    ciao!
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    Messaggio  juanna maria Sab Feb 07, 2009 4:51 pm

    *sardus.filius* ha scritto:... non mi resta che rinviarti a SU CHIZONE WEB dove, sotto l'etichetta "lingua sarda" trovi materiale (in sardo) da poterti ispassiare.
    ciao!

    ispassiare o inzeccare? Suspect
    ascù ma comente si fachet a ponnere unu sfondo blu e sa iscrittura niedda,o bianca

    cambia sfondo, est unu cussizzu si cheres chi sa zente legat

    Razz Razz Razz
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    Messaggio  Zarathustra Sab Feb 07, 2009 5:04 pm

    err


    Ultima modifica di Zarathustra il Sab Feb 07, 2009 5:05 pm - modificato 1 volta.
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    Messaggio  Zarathustra Sab Feb 07, 2009 5:05 pm

    Sardus fì, ma ite ses nande? Comente faghet unu pitzinnu de chimbe o ses annos a ischire su chi l' apassionat o su chi nono? Mi paret chi sa passione siat de su babu e de sa mama, no sa sua!
    E poi poite depimos ponner custa làcana "S' italianu po dovere, su sardu po passione"? Custu est su discursu chi faghen sos inimigos de su sardu, certu no sos chi su sardu l' istiman. Su sardu depet esser una LIMBA NORMALE in Sardigna, depet totu sos deretos e totu su dinari chi si como si dat a s' italianu.
    Pròpriu deo no resurto a ti cumprender: s' òbrigu po s' italianu bi cheret, ma po su sardu no est "democraticu". confused[/quote]
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    Messaggio  realista Sab Feb 07, 2009 5:08 pm

    *sardus.filius* ha scritto:
    realista ha scritto:
    *sardus.filius* ha scritto:
    juanna maria ha scritto:
    *sardus.filius* ha scritto:
    Zarathustra ha scritto:
    realista ha scritto:
    Zarathustra ha scritto:E' solo una questione pratica, avere un unico sistema di scrittura facilita di molto le cose da ogni punto di vista e noi non possiamo permetterci il lusso di complicarci la vita data la presenza di un concorrente fortissimo come l' italiano.
    Attenzione però: adottare un sistema di scrittura non significa automaticamente doversi attenere alle sue regole di pronuncia anche nel parlato quotidiano, così come avviene con l' italiano.
    Ma da quanto ho capito io la Lsc non è solo un sistema di scrittura ma un'insieme di vocaboli di una variante che vengono presi per buoni a scapito di quelli di un'altra che non sarebbero conosciuti a qualla parte di Sardi che non li conosce. Questo causerebbe una grossa perdita di patrimonio culturale che potrebbe unire molto il popolo sardo anche da quel punto di vista. Non capisco perchè ci si dovrebbe sforzare di insegnare e imparare una lingua mai esistita a scapito di quella che abbiamo sempre parlato e che a tutti i Sardi piacerebbe conoscere..

    Non è esattamente così, i vocaboli si possono utilizzare tutti ma molti di essi pur essendo la stessa identica parola vengono pronunciati in modo differente e danno vita quindi a diverse soluzioni grafiche (esempio: vichinatu, vichinau, bighinadu, bighinau, biginau, bixinau, bixau sono la stessa parola pronunciata in modo diverso).
    Tutte le parole di tutti i dialetti sono ammesse nello standard, ma se si vuole scrivere in LSC bisogna scriverli secondo i criteri dello standard.

    L' utilità sta nel fatto di fare il lavoro una volta sola e di abituare col tempo i sardofoni a vedere le cose scritte sempre allo stesso modo così da poter essere realmente concorrenziale con l' italiano.
    Naturalmente non è che le scelte della LSC siano le migliori in assoluto o dettate dalla bocca di Dio e possono anche essere cambiate.
    E' un po' come il metro: non è migliore in sè di qualunque altro sistema di misurazione, ma dà degli indiscutibili vantaggi pratici.

    scusate se mi intrometto nel vostro confronto "linguistico" ma parreste essere alquanto a digiuno sulla materia (regolata da una legge regionale del 1997 - la 26 - e da una legge nazionale del 1999 - la 482 - che di fatto ha "ucciso" i principi ispiratori della L.R. 26/1997). Come i sardologhi della Regione anche voi vi state impantanando sui problemi del sardo scritto mentre, vi faccio notare, la L. 482/1999 tutela soltanto la "minoranza linguistica storica che parla il sardo" (cfr. art. 2 L. 482/1999) e, dello scritto non si fa alcuna menzione, quando poi ci si apre al "relativismo linguistico" con la previsione di "cambiamenti in corso d'opera" mi vien da chiedere quali siano (o possano essere) le certezze di chi si avvicina e vorrebbe studiare la LSC.
    Altro scritti alla Regione, prototipi linguistici amministrativi o chissà quali migliorie, essendo un problema delicato di primaria importanza (non solo linguistico-grammaticale ma anche e soprattutto politico e sociale) vi inviterei a leggere con attenzione ed interpretare gli articoli dei due disposti legislativi (in questo si potrebbe ipotizzare anche il contributo prezioso del nostro "avvocato candidato"), perchè sulla lingua sarda, in Sardegna, è stato operato un grande imbroglio che ha causato un grave danno non solo ai "bilanci dello Stato" ma anche al "patrimonio culturale di ogni sardo". Non mi posso dilungare troppo in questo "post", vi rinvio, se doveste essere interessati, all'attività (anche linguistica) de SU CHIZONE WEB che in tutto il 2008 si è occupato prevalentemente di LINGUA SARDA ex lege.
    Prima di parlare di "lingua" occorrerebbe capire cosa sia una "minoranza linguistica" e in cosa si differisca da una "minoranza linguistica storica", dall'altro lato occorre vedere se vi sia una qualche differenza tra la "minoranza linguistica storica sottoposta a tutela" e la "minoranza linguistica storica" che, per essere tutelata, "deve parlare la lingua della minoranza". Non è per altro se non fosse che mancano all'appello 11 milioni di Euro in 10 anni e di sardo, al di fuori di ciò che viene "pompato" dalla Regione, ancora non s'è visto nulla di concreto. Occorrerebbe chiedere lumi sul come siano stati spesi tutti questi soldi visto che poi, sul territorio, non sono state sparse che briciole, che dico briciole .... proprio bruscolini!!!
    Sui temi relativi al sardo ed alla sua "cultura", in qualità di docente de S'ISCOLA SARDA (la fondazione etno-culturale della Nazione Sarda fondata nel lontano 1971 da Giampiero ZAMPA Marras e dal suo maestro Antonio Simon Mossa) potrei farvi persino qualche "lezioncina", e, visto che posso considerarmi senza falsa modestia un vero esperto, vorrei farvi osservare che "i ragazzi di A Manca ..." vogliono difendersi in limba davanti al giudice e, nell'Aula del Tribunale, si giocherà una partita importantissima sulla scelta del "traduttore": Chi ha titolo? Un professore di storia e filosofia di scuola italiana? Un linguista, che sa scrivere teorie dell'avventura glottologica ma di sardo non sa esplicare neppure una parola? Un napoletano? Un friulano? O un ladino?
    Beh, vi ho citato solo quelli che sono entrati, a vario titolo, nella storia della lingua sarda della Regione (italiana), che tutti a foraggiato nella ricerca dell'identità linguistico letterale fuorchè i Sardi (perchè nessuno è dottore in casa propria ..... sigh!).
    Sul tema mi riservo di tornare nel forum anche finita la campagna ed il programma elettorale perchè ci sono "accuse specifiche" da muovere e occorrerà far muovere gli avvocati con denunce pure circostanziate.
    Posso anticiparvi già da ora che lo scottante argomento della lingua sarda sia strettamente legato a quelli della moralità della politica ed a quello, ancora caldo, della "Lingua Blu" che ha colpito gli ovini sardi in questi ultimi 10 anni!!!!

    custu arrejonu mi paret metta interessante
    Interessante, Juanna Marì., est a li narrer' pagu. Su 'e sa limba sarda diventat unu tema destinadu a dare colpos a un'ala e a s'attera (ponindeche in mesu esponentes de punta finas de su Psd'Az., chi mustran' comente "s'interessu de portafogliu" siat primariu finas a sos interessos culturales de su populu e de sa Nazione).
    Nos han' pienadu sa conca de forrotulos, nendenos de una fantomatica parificazione de su sardu a s'italianu po avallare su sardu "giuridicu-amministrativu" (chi poi est sa vera causa de su fallimentu de sa politica linguistica in sa Regione). B'est s'articulu 1 de sa L. 482/1999 chi lu narat espressamente: "Sa limba uficiale de sa Repubblica est s'Italianu", e, si caligunu si poterat distraer', est rinforzadu da sos dispostos previstos in s'art. 7 e in s'art. 8 (semper' de sa L. 482/1999) chi faeddan' de sos efetos giuridicos e de su valore legale de sos attos siat in sardu che in italianu.
    A mie, sa veridade santa, pagu m'importat chi sa RAS hepat decisu, passados pius de 60 annos, de cherrer' faeddare in sardu, su chi però mi dat unu tantigheddu de fastidiu est chi paret chi cherzat imparare finas sos sardos oblighendelos a cussa forma linguistica istudiada in laboratoriu po "uniformare" e massificare, passende subra a totu su ch'est 'istadu causadu da s'Istoria propriu subra sa chistione linguistica.
    Totu oe faeddan' de limba sarda, pienendesi sa 'ucca (e no solu) de sardu finanziadu e/o finanziabile, ma de su chi nos han' lassadu iscrittu sos mannos nostros ancora no hat bessidu a campu nudda. Totu arrejonan' subra su "sardu iscritu" discutinde subra su comente si depat iscrier', ma niunu hat bogadu ancora peruna opera de valore istoricu-literariu inue poder' cumintzare a leger' in limba, totu girat in tundu de sa traduzione in limba de sos attos amministrativos chi, faghidemilu narrer', denotan' totu sa summa pena. In mesu de totu su chi si podiat traduer', nota bene, s'amministrazione regionale nos hat propostu sa "Guida de su contribuente", po nos ispiegare bene comente si pagan' sas tassas, sos tributos e sos balzellos a "s'Agenzia de sas bintradas" (italiana). Nos sun' leende in giru in giru, custa est sa veridade crua e tosta, e tocat de nde leare cussenzia e de assumer' posizione chiara in meritu. Cun Berlusconi e sa destra in su guvernu sun' cambiadas sas legges de "sa bona amministrazione" e sas responsabilidades chi si poden' configurare in cabu a sos responsabiles regionales faghen' ipotizzare finamentas casos de "ferros de campagna". S'isperimentazione linguistica de sa Regione ponet serios problemas interpretativos in raportu cun s'istoricidade chi devet tenner' sa minorantzia linguistica sutaposta a tutela, si no est una "minorantzia linguistica istorica" no tenet dirittu 'e tutela e, sa limba proposta da sos regionalistas, totu est (o podet esser') forassiat che "istorica", mustrende, oltre totu, s'ignorantzia chi los distinghet e los tenet a giobu.
    Finida sa campagna elettorale (mancan' 7 dies a sa pausa de riflessione), hap'a chilcare de istringher' totu sas forzas sensibiles po organizare calchi incontru subra su tema ispecificu (boghende a campu testos chi mustran' comente chie faeddat "cun titulu" no iscat propriu nudda de s'Istoria 'e sa limba, de sos sardos e de sa Sardigna).

    In custu tempus de crisi totale est dovere nostru su 'e dissimulare s'imbrogliu faghinde 'ier' a sos sardos comente ch'hepat un'impreparazione crassa a fagher' fronte a sos bisonzos linguisticos de sa zente sarda. Zarathustra e realista si preocupan' de sas pronuntzias dialettales, linguisticas, lessicales e literales, ma su problema est un'ateru, est chi cheren' ponner' in buca de su sardu cosas chi no hat mai mancu pensadu, est un imbrogliu mannu, ma, comente hamus imparadu da minores, sas faulas giughen' sas ancas cultzas e sun' destinadas a fagher' pagu caminu.
    Guarda che non è come dici tu, se ti rileggessi i miei post lo capiresti. Ho voluto parlare di questo argomento proprio perchè la penso (credo) più o meno come te e vorrei capire cosa ne pensano "personalmente" anche gli altri. A me piacerebbe che nelle scuole insegnassero il sardo semplicemente perchè è la lingua che i miei nonni hanno sempre parlato e non vorrei che si estinguesse e non solo per affermare che anche noi abbiamo "una" lingua "sarda" ufficiale. Per me insegnare una lingua che non è mai esistita a scapito delle altre è una grossa perdita del nostro patrimonio culturale e non un "salvataggio".

    ciao reali..., sono completamente d'accordo con te sull'insegnamento del sardo, seppure qui occorra fare delle puntualizzazioni e delle precisazioni. Tu sei d'accordo all'insegnamento obbligatorio o a quello facoltativo?
    Io, ti dico la verità, sono contrario all'insegnamento obbligatorio (al sardo occorre esserci portati per passione non per dovere) e, nel momento in cui si va ad insegnare, occorre avere programmi concreti e una classe docente preparata su modelli pedagogici democratici (che sono ben lontani dal modello dogmatico conclamato dalle pedagagogie dell'insegnamento italiano!), la scuola e la formazione dei nostri ragazzi è argomento estremamente delicato che occorre analizzare con estrema attenzione, corriamo il rischio di ritrovarci con una generazione di burattini papagalleschi che ripetono la lezione a memoria (come fanno "sos 'ischentes" della Regione). Ma tu pensi che un buon padre di famiglia o una madre premurosa sia disposta a metter nelle mani di questa gente misera e miserrima i propri figli?
    Siamo d'accordo sull'insegnamento della lingua dei nostri nonni (dei suoi valori e del suo potere comunicativo), ma occorre porci delle domande sul modello che si vuole seguire nell'insegnamento.
    Il problema dell'insegnamento è strettamente legato a quello della crisi della scuola, e tu vorresti introdurre l'insegnamento del sardo per legittimare l'obrobrio della scuola italiana che ci ha riempito la testa di illusioni e favole (per non dire proprio bugie), facendoci dimenticare di noi, della nostra storia ed anche della geografia?
    Oggi non sappiamo più chi siamo, da dove veniamo e neppure dove stiamo andando, il sardo potrebbe illuminarci sullo stato di penosa apparenza in cui siamo costretti ma, continuando a parlarne in questi termini, oltre al non aver capito l'estrema delicatezza dell'argomento, denota con quanta superficialità venga affrontato. Parliamone, se ne avete voglia, però abbiamo il coraggio di guardare in faccia "la realtà: Siamo soggetti ad un genocidio linguistico e culturale che non ha eguali nella storia e non ce ne rendiamo conto, sarebbe ora che qualcuno inizi a far pesare gli orrori perpretati a nostro danno in tutto questo tempo e, se volessi leggere qualcosa al proposito, non mi resta che rinviarti a SU CHIZONE WEB dove, sotto l'etichetta "lingua sarda" trovi materiale (in sardo) da poterti ispassiare.
    ciao!
    Io naturalmente sono per l'insegnamento obbligatorio della lingua sarda. Non capisco perchè dovrebbe essere facoltativo... Inoltre a me piacerebbe che a farlo fossero degli insegnanti specializzati e non quelli che insegnano comunemente l'italiano o le altre materie. Inoltre vorrei che si insegnassero "bene" anche la storia e la geografia sarda.
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    Messaggio  juanna maria Sab Feb 07, 2009 5:13 pm

    realista ha scritto:... Inoltre a me piacerebbe che a farlo fossero degli insegnanti specializzati e non quelli che insegnano comunemente l'italiano o le altre materie. Inoltre vorrei che si insegnassero "bene" anche la storia e la geografia sarda.

    si ma non ho mica capito chi può o non può insegnarlo!
    esistono corsi per insegnati di cultura e di limba sarda?

    esistono, corsi per operatori de sos ufizios de sa limba?
    comente sono assunti? e con quali criteri?
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    Messaggio  Zarathustra Sab Feb 07, 2009 5:27 pm

    realista ha scritto:
    Guarda che non è come dici tu, se ti rileggessi i miei post lo capiresti. Ho voluto parlare di questo argomento proprio perchè la penso (credo) più o meno come te e vorrei capire cosa ne pensano "personalmente" anche gli altri. A me piacerebbe che nelle scuole insegnassero il sardo semplicemente perchè è la lingua che i miei nonni hanno sempre parlato e non vorrei che si estinguesse e non solo per affermare che anche noi abbiamo "una" lingua "sarda" ufficiale. Per me insegnare una lingua che non è mai esistita a scapito delle altre è una grossa perdita del nostro patrimonio culturale e non un "salvataggio".

    Realì, su de imparai sa LSC serbit po su scritu, no po su fueddau! Su de imparai a is pipius sa pronùntzia de sa LSC sceti est una decisioni chi podit essi pigada, ma chi no est nau chi at essi pigada! E po comenti funt is cosas imoi creu chi no at a essi pigada mai: no si serbit e mancu si cumbenit poita a is maistus est giai meda su de ddi fai imparai su scritu! Nemus de is chi scriint in LSC chistionat segundu sa pronùntzia de sa LSC!

    Su chi depeus mantenni de su sardu de imoi funt is pronùntzias, no su scritu, po s' ingresu est aici, po ndi nai una: donniunu chistionat comenti ddi parit e praxit, ma su scritu est UNICU in totu su mundu.

    E tandu comente si depit fai po imparai su sardu a is pipius? Is pipius chi scint giai chistionai in sardu sighint a fueddai s'insoru, is chi no ddu scint chistionant o pigant sa de is cumpàngius insoru o sa de su mastru o, chi pròpriu no nc' est atra manera, pigant sa de sa LSC.

    Deu imoi seu scriendi in "Campidanesu", ita ti creis chi imoi andu de babu de mama e ddus fueddu diaici? Mancu po nudda! Sigu a ddus fueddai in bolotanesu, aici comenti apu sempri fatu (o mi nci catzant de domu puru!!! geek )
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    Messaggio  Zarathustra Sab Feb 07, 2009 5:48 pm

    juanna maria ha scritto:
    realista ha scritto:... Inoltre a me piacerebbe che a farlo fossero degli insegnanti specializzati e non quelli che insegnano comunemente l'italiano o le altre materie. Inoltre vorrei che si insegnassero "bene" anche la storia e la geografia sarda.

    si ma non ho mica capito chi può o non può insegnarlo!
    esistono corsi per insegnati di cultura e di limba sarda?

    esistono, corsi per operatori de sos ufizios de sa limba?
    comente sono assunti? e con quali criteri?

    Custa est sa debilesa manna chi tenet su sardu como! Sos chi lu chistionan bene no tenet preparatzione, sos chi tenet sa preparatzione no l' ischint chistionare bene!

    In su programa triennale b' at iscritu chi an a esser sos mastros de iscola chi bi sun como a si deper ispetzializare.
    Po sos ufìtzios tocat a iscire chistionare in sardu, pedin azumai sempre de connoscher sa pronùntzia de su logu. Po sì iscritu in cabe de susu cheren po su prus de connoscher sa LSC, in cabu de zosso a bortas de connoscher sa LSC, a bortas de connoscher sa norma campidanesa.
    Ma medas bortas bi sun acotzos in mesu, po dare prus possibildades a sos chi istan in sa bidda ue b' est s' isporteddu.
    *sardus.filius*
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    Messaggio  *sardus.filius* Sab Feb 07, 2009 6:01 pm

    Zarathustra ha scritto:Sardus fì, ma ite ses nande? Comente faghet unu pitzinnu de chimbe o ses annos a ischire su chi l' apassionat o su chi nono? Mi paret chi sa passione siat de su babu e de sa mama, no sa sua!
    E poi poite depimos ponner custa làcana "S' italianu po dovere, su sardu po passione"? Custu est su discursu chi faghen sos inimigos de su sardu, certu no sos chi su sardu l' istiman. Su sardu depet esser una LIMBA NORMALE in Sardigna, depet totu sos deretos e totu su dinari chi si como si dat a s' italianu.
    Pròpriu deo no resurto a ti cumprender: s' òbrigu po s' italianu bi cheret, ma po su sardu no est "democraticu". confused
    [/quote]

    est su giogu chi apassionat su pitzinnu no "sos compitos obrigatorios", s'iscola caru Zarathustra cheret esser' torrada a pensare, su modellu chi hamos connotu est fallidu. No t'abizas de sas percentuales de dispersione scolastica?
    Cuncordo chi su Sardu depat esser' una LIMBA NORMALE ma sa "normalidade" chi s'est mustrada finas ai como mi paret tantigheddu "anormale". Chi s'obrigu po s'italianu bi cherzat no so' deo a lu sustenner', ma coment'est chi in Sardigna s'ispendet tres bortas tantu po s'ingresu e trapan' sas alas a s'istudiu de sa limba istorica de sos sardos, faghinde gestire su patrimoniu culturale a dzente chi mustrat de haer' ilmentrigadu finas su die chi hat bidu su Sole?
    No est sa limba chi ti devet attirare s'attenzione cantu est sa disposizione chi nde faghet sa "legge de tutela", a unu pizzinnu li podes imparare unu contu, unu cantu, una poesia, no li podimos imponner' de chistionare comente cherimus nois suta sa mineta de lu bociare o de lu suspender', ch'hat pizzinnos minores in Sardigna chi poden' imparare su Sardu a zente meda, ma nois sighimos a ponner' cabu a sos linguistas de Amsterdam, de Grenoble o de Barcellona, chi 'enin' in Sardigna cun sas teorias de sa linguistica istrutturale (e no istorica) a nos ponner' in buca cosas chi no nos apartenet. Si poi penso chi chie cheret imparare sos sardos a iscrier' e a faeddare in sardu no ischit esplicare in limba e m'ispiegat su sardu in italianu .... totu est nadu!
    Inue risultat sa normalidade?
    Po sos cursos de operadore linguisticu (bo los ricumando) deo nd'hapo frequentadu duos a distanzia de 7-8 meses unu da s'ateru, ma, mi dispiaghet a lu narrer', comente los hapo lassados los hapo torrados a agatare, dimandende comente s'iscriet unu termine o s'ateru cun sas regulas de sa LSC. Po cantu invece interessat sas assuntziones de sos operadores comunales, si moven' a bandos ma tocat a bier' sos cuntratos chi 'enin' fattos frimmare po su rapportu. Cursos de sardu no che nd'hat, ne intro e ne in foras da sas universidades, niunu tenet titulu o, si andamos a bier' unu cuntinentale tenet sos matessi titulos de unu sardu (bastat chi ripitat sa papardella de sa LSC, chi tenzat sa tessera democratica de partidu e siat dispostu a fagher' su chi li ordinan' da sa Regione). Finas ai como no ch'hat perunu traduttore iscritu a s'album de sos tradutores professionales e, cun s'attividade de sos isportellos, sa tradutzione est semper' da s'italianu a su sardu. Essende chi su sardu no produit efetos giuridicos e no tenet valore legale, no si cumprendet s'utilidade amministrativa, si su 'inari pubricu l'esseran' lassadu a chie si l'hat tribagliadu onestamente, cantu mezus haian' fattu? Unu pintzionadu s'haiat potidu leare finas calchi liter''e latte in pius e calchi provvistedda po sa fin''e su mese. Inoghe goi semus legittimende sa politica de chie nos est abeffende. Legidebos s'ultim'essida de Roberto Bolognesi (su linguista chi iscriet de campidanesu in ingresu) in su situ de su sotziu 'e sa limba sarda (www.sotziulimbasarda.net) e poi mi nades ite nde podides pensare. Cun Soru podet sighire sa mandigadoldza, cun sos ateros no est tzeltu siguru!!!
    Su fallimentu de sa politica linguistica de sa Regione est evvidente, lampante, lapalissiana. Provamos a fagher' sos cunfrontos tra sa LSC e sa "ortografia sarda nazionale" de su canonigu Jyuanne Ispanu de Piaghe, chi essend''istada pubricada in periodo pagu suspetu, nos faghet osservare cale siat sa limba vera de sa "minorantzia linguistica istorica", o puru proade a bos leger' sa fonetica istorica de su sardu iscrita da M.L. Wagner (chi est tedescu ma s'est avvicinadu a su Sardu cun umiltade e amore immensu, no comente custa sut'ispecie de linguistas chi aman' de su sardu solu sos "finantziamentos". Totu su male po sa limba est inie!).
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    Messaggio  juanna maria Sab Feb 07, 2009 7:16 pm

    Zarathustra ha scritto:
    juanna maria ha scritto:
    realista ha scritto:... Inoltre a me piacerebbe che a farlo fossero degli insegnanti specializzati e non quelli che insegnano comunemente l'italiano o le altre materie. Inoltre vorrei che si insegnassero "bene" anche la storia e la geografia sarda.

    si ma non ho mica capito chi può o non può insegnarlo!
    esistono corsi per insegnati di cultura e di limba sarda?

    esistono, corsi per operatori de sos ufizios de sa limba?
    comente sono assunti? e con quali criteri?

    Custa est sa debilesa manna chi tenet su sardu como! Sos chi lu chistionan bene no tenet preparatzione, sos chi tenet sa preparatzione no l' ischint chistionare bene!

    In su programa triennale b' at iscritu chi an a esser sos mastros de iscola chi bi sun como a si deper ispetzializare.
    Po sos ufìtzios tocat a iscire chistionare in sardu, pedin azumai sempre de connoscher sa pronùntzia de su logu. Po sì iscritu in cabe de susu cheren po su prus de connoscher sa LSC, in cabu de zosso a bortas de connoscher sa LSC, a bortas de connoscher sa norma campidanesa.
    Ma medas bortas bi sun acotzos in mesu, po dare prus possibildades a sos chi istan in sa bidda ue b' est s' isporteddu.

    insomma de zente non ne ponen in postu Razz
    ca si lu depen facher sos mastros, cussos ya bi sono
    in sos uffitzos ya bi sono
    solu restat sos ufitzios de sos comunes no?

    su chi però non mi torrat est, chi jeo pesso chi non tottu si poten improvvisare mastros ma chi bi cheret a su mancu carchi cursu non solu de limba ma de istoria, cultura e rajos alluttos
    eppoi non b'est solu iscola e uffizios, bi cherene clausole pro su restu chi si occupana de cultura
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    Messaggio  Plùminus Sab Feb 07, 2009 10:05 pm

    Sardus Filius, faccio un po di fatica a seguirti.. allora, vediamo di chiarire meglio alcuni punti.
    Siamo d'accordo che l'articolo 8 della legge 482 esclude di fatto per la lingua sarda la possibilità di produrre effetti giuridici. Il sardo nella pubblica amministrazione non può avere alcun valore legale. Il sardo non può essere lingua ufficiale, LSC o non LSC! che sia chiaro per tutti!
    Ciononostante, l'impiego del sardo in ambito giuridico-amministrativo è giustificato, e anche auspicabile, in quanto migliorando lo status della lingua, dovrebbe contribuire alla promozione della stessa e quindi a favorirne uso e trasmissione.
    Questi interventi rientrano perciò a buon diritto tra le modalità di tutela della "lingua e la cultura delle popolazioni (...) parlanti (...) il sardo." secondo quanto previsto dalla stessa legge 482 del 99.
    Credo dunque che la tua critica non sia riferita genericamente all'idea del sardo nelle amministrazioni pubbliche, ma piuttosto a talune modalità di applicazione di quanto ci è riconosciuto dalla legge, e al fatto che tutti gli sforzi e i finanziamenti paiono destinati a quello che non è ne l'unico e probabilemnte nemmeno il modo miglior di inverstire i soldi pubblici per la tutela del sardo.
    Non è il caso di ribadire che stante il contesto legislativo e sociolinguistico, le pressioni da parte di alcuni gruppi (lobby si autodefiniscono) volte all'inserimento capillare della LSC (o di qualsiasi altro standard) in ogni ambito amministrativo e non solo, oltre a non apparire necessario, può risultare addirittura inopportuno e dannoso. Siamo d'accordo.

    Ti chiedo però, non credi che per esercitare proficuamente la tutela della lingua della "minoranza linguistica storica sarda", si imponga l'individuazione di varietà normative, koinè sovrallocali di riferimento, o semplici modelli ortografici unificanti che potrebbero facilitarne un uso moderno soprattutto scritto? Libri di testo,saggistica, giornalismo, comunicazione scientifica, softwars, per fare solo alcuni esempi. Io penso di si.
    Non ti piace la LSC (manco a me), vorrei capire se la tua critica è rivolta in generale all'ipotesi di uno standard linguistico ortografico, che secondo me si rivelerebbe utile in alcuni ambiti, oppure è questa LSC in particolare a non piacerti? Ho capito che non ti garba ne per genesi ne per risultati raggiunti. Ma se pensi che occorra oggi una lingua tetto, quale è secondo te il modello normativo di riferimento che dovrebbe adottare la comunità linguistica sarda, o in che modo ci si potrebbe/dovrebbe arrivare?
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    Messaggio  Torchitoriu II Dom Feb 08, 2009 12:22 pm

    Plùminus ha scritto:Sardus Filius, faccio un po di fatica a seguirti.. allora, vediamo di chiarire meglio alcuni punti.
    Siamo d'accordo che l'articolo 8 della legge 482 esclude di fatto per la lingua sarda la possibilità di produrre effetti giuridici. Il sardo nella pubblica amministrazione non può avere alcun valore legale. Il sardo non può essere lingua ufficiale, LSC o non LSC! che sia chiaro per tutti!
    Ciononostante, l'impiego del sardo in ambito giuridico-amministrativo è giustificato, e anche auspicabile, in quanto migliorando lo status della lingua, dovrebbe contribuire alla promozione della stessa e quindi a favorirne uso e trasmissione.
    Questi interventi rientrano perciò a buon diritto tra le modalità di tutela della "lingua e la cultura delle popolazioni (...) parlanti (...) il sardo." secondo quanto previsto dalla stessa legge 482 del 99.
    Credo dunque che la tua critica non sia riferita genericamente all'idea del sardo nelle amministrazioni pubbliche, ma piuttosto a talune modalità di applicazione di quanto ci è riconosciuto dalla legge, e al fatto che tutti gli sforzi e i finanziamenti paiono destinati a quello che non è ne l'unico e probabilemnte nemmeno il modo miglior di inverstire i soldi pubblici per la tutela del sardo.
    Non è il caso di ribadire che stante il contesto legislativo e sociolinguistico, le pressioni da parte di alcuni gruppi (lobby si autodefiniscono) volte all'inserimento capillare della LSC (o di qualsiasi altro standard) in ogni ambito amministrativo e non solo, oltre a non apparire necessario, può risultare addirittura inopportuno e dannoso. Siamo d'accordo.

    Ti chiedo però, non credi che per esercitare proficuamente la tutela della lingua della "minoranza linguistica storica sarda", si imponga l'individuazione di varietà normative, koinè sovrallocali di riferimento, o semplici modelli ortografici unificanti che potrebbero facilitarne un uso moderno soprattutto scritto? Libri di testo,saggistica, giornalismo, comunicazione scientifica, softwars, per fare solo alcuni esempi. Io penso di si.
    Non ti piace la LSC (manco a me), vorrei capire se la tua critica è rivolta in generale all'ipotesi di uno standard linguistico ortografico, che secondo me si rivelerebbe utile in alcuni ambiti, oppure è questa LSC in particolare a non piacerti? Ho capito che non ti garba ne per genesi ne per risultati raggiunti. Ma se pensi che occorra oggi una lingua tetto, quale è secondo te il modello normativo di riferimento che dovrebbe adottare la comunità linguistica sarda, o in che modo ci si potrebbe/dovrebbe arrivare?



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    Messaggio  *sardus.filius* Dom Feb 08, 2009 2:27 pm

    Plùminus ha scritto:Sardus Filius, faccio un po di fatica a seguirti.. allora, vediamo di chiarire meglio alcuni punti.
    Siamo d'accordo che l'articolo 8 della legge 482 esclude di fatto per la lingua sarda la possibilità di produrre effetti giuridici. Il sardo nella pubblica amministrazione non può avere alcun valore legale. Il sardo non può essere lingua ufficiale, LSC o non LSC! che sia chiaro per tutti!
    Ciononostante, l'impiego del sardo in ambito giuridico-amministrativo è giustificato, e anche auspicabile, in quanto migliorando lo status della lingua, dovrebbe contribuire alla promozione della stessa e quindi a favorirne uso e trasmissione.
    Questi interventi rientrano perciò a buon diritto tra le modalità di tutela della "lingua e la cultura delle popolazioni (...) parlanti (...) il sardo." secondo quanto previsto dalla stessa legge 482 del 99.
    Credo dunque che la tua critica non sia riferita genericamente all'idea del sardo nelle amministrazioni pubbliche, ma piuttosto a talune modalità di applicazione di quanto ci è riconosciuto dalla legge, e al fatto che tutti gli sforzi e i finanziamenti paiono destinati a quello che non è ne l'unico e probabilemnte nemmeno il modo miglior di inverstire i soldi pubblici per la tutela del sardo.
    Non è il caso di ribadire che stante il contesto legislativo e sociolinguistico, le pressioni da parte di alcuni gruppi (lobby si autodefiniscono) volte all'inserimento capillare della LSC (o di qualsiasi altro standard) in ogni ambito amministrativo e non solo, oltre a non apparire necessario, può risultare addirittura inopportuno e dannoso. Siamo d'accordo.

    Ti chiedo però, non credi che per esercitare proficuamente la tutela della lingua della "minoranza linguistica storica sarda", si imponga l'individuazione di varietà normative, koinè sovrallocali di riferimento, o semplici modelli ortografici unificanti che potrebbero facilitarne un uso moderno soprattutto scritto? Libri di testo,saggistica, giornalismo, comunicazione scientifica, softwars, per fare solo alcuni esempi. Io penso di si.
    Non ti piace la LSC (manco a me), vorrei capire se la tua critica è rivolta in generale all'ipotesi di uno standard linguistico ortografico, che secondo me si rivelerebbe utile in alcuni ambiti, oppure è questa LSC in particolare a non piacerti? Ho capito che non ti garba ne per genesi ne per risultati raggiunti. Ma se pensi che occorra oggi una lingua tetto, quale è secondo te il modello normativo di riferimento che dovrebbe adottare la comunità linguistica sarda, o in che modo ci si potrebbe/dovrebbe arrivare?

    capisco che ci possa essere qualche difficoltà, Plumì..., ma l'argomento si è talmente tanto aggrovigliato da creare confusione e fraintendimenti. Ora, cerchiamo di capire e di capirci: Cosa intendi quando parli di "tutela della lingua, di "minoranza linguistica storica sarda" e dell'individuazione di Koinè sovralocali di riferimento?
    In questi tre interrogativi sono rinchiusi tutti i nodi della lingua sarda ma, quel che più mi stupisce, è come si torni sempre al modello di "uno standard linguistico ortografico", non si schioda, non si esce, non si cava un ragno dal buco. Quel che si continua a non voler comprendere è che alla L. 482/1999 non gli importa nulla dello standard ortografico (che riguarda la lingua scritta), mentre afferma di tutelare la "minoranza linguistica storica che parla il sardo". Tra il parlare e lo scrivere, seppure molto sottilmente, esiste una netta separazione e distinzione tale da interessare tutti i registri; c'è una differenza talmente grande da essere paragonata a quella che esiste tra il dire e il fare (e sappiamo come di mezzo ci sia il mare!).
    Non mi piace la LSC, è vero, ma non è un discorso strettamente linguistico bensì giuridico, politico ed amministrativo. La mia critica alla politica linguistica della Regione non è diretta alla LSC, alla LSU o ad una qualche varietà dialettale del sardo, quanto invece alla mancata applicazione dei requisiti richiesti dalla Legge per sottoporre a tutela la "minoranza sarda". Non è politica la mia critica, non è letteraria o filosofica ma prettamente giuridica, non si criticano le regole lessicali, grammaticali o altro, bensì l'impostazione data alle norme, dalle quali emerge una disparità di trattamento tra minoranze linguistiche e minoranze linguistiche che devono "parlare".
    Oggi quelli della Lobby (ma ci rendiamo conto del valore che comunica questo termine inglese entrato nel nostro vocabolario nazionale? Ma ci rendiamo conto di cosa sia una "lobby"?) voltano in sardo gli atti dell'amministrazione italiana (che sia lo Stato, la Regione, la Provincia od il Comune non è che cambi molto), qualcuno è arrivato persino a tradurre la "legge catalana", da Gavino pare si stia lavorando per voltare in sardo persino quella irlandese e quella scozzese, ma nessuno sembrerebbe essersi accorto dell'imbroglio che si è perpretato. Parlo di imbroglio perchè si sono aggirate le norme fino al punto di raggirarle e, finchè le si aggira tutto va bene, ma quando si raggirano le norme il comportamento che ne consegue assume i caratteri dell'illecito o, andando bene, dell'illegittimo.
    Ho operato nello sportello comunale della lingua sarda per tutto il 2008 e conosco in maniera dettagliata "il problema", credo di essere l'unico ad aver raggiunto gli obiettivi del progetto per il quale sono stato assunto nella PP.AA., in tre mesi ho risolto "il progetto" e, se non sono emersi i frutti, è soltanto perchè è mancata la volontà e la sensibilità politica di chi amministra il Comune dello sportello col quale ho collaborato.
    Dai, iniziamo a darci qualche definizione, dobbiamo cercare di comprendere bene, perchè la "minoranza linguistica" (storica o meno che sia) e categoria differente da "popolo" o da "nazione". Cosa si intende, allora, per "minoranza linguistica" e, nell'ipotesi, chiediamoci quali siano le categorie che la caratterizzano. Cerchiamo di trovare una qualche relazione tra la "minoranza linguistica storica" di cui alla L. 482/1999 il "popolo" di cui ci parla la L.R. 26/1997 che Soru "vorrebbe cambiare".
    Tu riduci l'argomento "Lingua Sarda" all'individuazione di varietà normative, koinè sovrallocali di riferimento, o semplici modelli ortografici unificanti che potrebbero facilitare "un uso moderno" soprattutto scritto: Libri di testo,saggistica, giornalismo, comunicazione scientifica, softwars, per fare solo gli esempi che citi, ma perchè individuare fantomatiche "Koinè" sovralocali per forzare "usi moderni" del sardo, se è la modernità che lo sta uccidendo?
    Mettiamoci un attimino la mano sulla Coscienza, se ci pensi in Sardo ci si può fare persino l'esame, in italiano (strano) ci viene sempre un pò male, immagina che tipi che dobbiamo essere, a volte riusciamo a mentire persino a noi stessi!!!
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    Messaggio  realista Sab Feb 28, 2009 9:11 pm

    *sardus.filius* ha scritto:
    Plùminus ha scritto:Sardus Filius, faccio un po di fatica a seguirti.. allora, vediamo di chiarire meglio alcuni punti.
    Siamo d'accordo che l'articolo 8 della legge 482 esclude di fatto per la lingua sarda la possibilità di produrre effetti giuridici. Il sardo nella pubblica amministrazione non può avere alcun valore legale. Il sardo non può essere lingua ufficiale, LSC o non LSC! che sia chiaro per tutti!
    Ciononostante, l'impiego del sardo in ambito giuridico-amministrativo è giustificato, e anche auspicabile, in quanto migliorando lo status della lingua, dovrebbe contribuire alla promozione della stessa e quindi a favorirne uso e trasmissione.
    Questi interventi rientrano perciò a buon diritto tra le modalità di tutela della "lingua e la cultura delle popolazioni (...) parlanti (...) il sardo." secondo quanto previsto dalla stessa legge 482 del 99.
    Credo dunque che la tua critica non sia riferita genericamente all'idea del sardo nelle amministrazioni pubbliche, ma piuttosto a talune modalità di applicazione di quanto ci è riconosciuto dalla legge, e al fatto che tutti gli sforzi e i finanziamenti paiono destinati a quello che non è ne l'unico e probabilemnte nemmeno il modo miglior di inverstire i soldi pubblici per la tutela del sardo.
    Non è il caso di ribadire che stante il contesto legislativo e sociolinguistico, le pressioni da parte di alcuni gruppi (lobby si autodefiniscono) volte all'inserimento capillare della LSC (o di qualsiasi altro standard) in ogni ambito amministrativo e non solo, oltre a non apparire necessario, può risultare addirittura inopportuno e dannoso. Siamo d'accordo.

    Ti chiedo però, non credi che per esercitare proficuamente la tutela della lingua della "minoranza linguistica storica sarda", si imponga l'individuazione di varietà normative, koinè sovrallocali di riferimento, o semplici modelli ortografici unificanti che potrebbero facilitarne un uso moderno soprattutto scritto? Libri di testo,saggistica, giornalismo, comunicazione scientifica, softwars, per fare solo alcuni esempi. Io penso di si.
    Non ti piace la LSC (manco a me), vorrei capire se la tua critica è rivolta in generale all'ipotesi di uno standard linguistico ortografico, che secondo me si rivelerebbe utile in alcuni ambiti, oppure è questa LSC in particolare a non piacerti? Ho capito che non ti garba ne per genesi ne per risultati raggiunti. Ma se pensi che occorra oggi una lingua tetto, quale è secondo te il modello normativo di riferimento che dovrebbe adottare la comunità linguistica sarda, o in che modo ci si potrebbe/dovrebbe arrivare?

    capisco che ci possa essere qualche difficoltà, Plumì..., ma l'argomento si è talmente tanto aggrovigliato da creare confusione e fraintendimenti. Ora, cerchiamo di capire e di capirci: Cosa intendi quando parli di "tutela della lingua, di "minoranza linguistica storica sarda" e dell'individuazione di Koinè sovralocali di riferimento?
    In questi tre interrogativi sono rinchiusi tutti i nodi della lingua sarda ma, quel che più mi stupisce, è come si torni sempre al modello di "uno standard linguistico ortografico", non si schioda, non si esce, non si cava un ragno dal buco. Quel che si continua a non voler comprendere è che alla L. 482/1999 non gli importa nulla dello standard ortografico (che riguarda la lingua scritta), mentre afferma di tutelare la "minoranza linguistica storica che parla il sardo". Tra il parlare e lo scrivere, seppure molto sottilmente, esiste una netta separazione e distinzione tale da interessare tutti i registri; c'è una differenza talmente grande da essere paragonata a quella che esiste tra il dire e il fare (e sappiamo come di mezzo ci sia il mare!).
    Non mi piace la LSC, è vero, ma non è un discorso strettamente linguistico bensì giuridico, politico ed amministrativo. La mia critica alla politica linguistica della Regione non è diretta alla LSC, alla LSU o ad una qualche varietà dialettale del sardo, quanto invece alla mancata applicazione dei requisiti richiesti dalla Legge per sottoporre a tutela la "minoranza sarda". Non è politica la mia critica, non è letteraria o filosofica ma prettamente giuridica, non si criticano le regole lessicali, grammaticali o altro, bensì l'impostazione data alle norme, dalle quali emerge una disparità di trattamento tra minoranze linguistiche e minoranze linguistiche che devono "parlare".
    Oggi quelli della Lobby (ma ci rendiamo conto del valore che comunica questo termine inglese entrato nel nostro vocabolario nazionale? Ma ci rendiamo conto di cosa sia una "lobby"?) voltano in sardo gli atti dell'amministrazione italiana (che sia lo Stato, la Regione, la Provincia od il Comune non è che cambi molto), qualcuno è arrivato persino a tradurre la "legge catalana", da Gavino pare si stia lavorando per voltare in sardo persino quella irlandese e quella scozzese, ma nessuno sembrerebbe essersi accorto dell'imbroglio che si è perpretato. Parlo di imbroglio perchè si sono aggirate le norme fino al punto di raggirarle e, finchè le si aggira tutto va bene, ma quando si raggirano le norme il comportamento che ne consegue assume i caratteri dell'illecito o, andando bene, dell'illegittimo.
    Ho operato nello sportello comunale della lingua sarda per tutto il 2008 e conosco in maniera dettagliata "il problema", credo di essere l'unico ad aver raggiunto gli obiettivi del progetto per il quale sono stato assunto nella PP.AA., in tre mesi ho risolto "il progetto" e, se non sono emersi i frutti, è soltanto perchè è mancata la volontà e la sensibilità politica di chi amministra il Comune dello sportello col quale ho collaborato.
    Dai, iniziamo a darci qualche definizione, dobbiamo cercare di comprendere bene, perchè la "minoranza linguistica" (storica o meno che sia) e categoria differente da "popolo" o da "nazione". Cosa si intende, allora, per "minoranza linguistica" e, nell'ipotesi, chiediamoci quali siano le categorie che la caratterizzano. Cerchiamo di trovare una qualche relazione tra la "minoranza linguistica storica" di cui alla L. 482/1999 il "popolo" di cui ci parla la L.R. 26/1997 che Soru "vorrebbe cambiare".
    Tu riduci l'argomento "Lingua Sarda" all'individuazione di varietà normative, koinè sovrallocali di riferimento, o semplici modelli ortografici unificanti che potrebbero facilitare "un uso moderno" soprattutto scritto: Libri di testo,saggistica, giornalismo, comunicazione scientifica, softwars, per fare solo gli esempi che citi, ma perchè individuare fantomatiche "Koinè" sovralocali per forzare "usi moderni" del sardo, se è la modernità che lo sta uccidendo?
    Mettiamoci un attimino la mano sulla Coscienza, se ci pensi in Sardo ci si può fare persino l'esame, in italiano (strano) ci viene sempre un pò male, immagina che tipi che dobbiamo essere, a volte riusciamo a mentire persino a noi stessi!!!
    Le elezioni sono ormai passate e mi piacerebbe riprendere questo argomento.. Dato che sei molto informato sull'argomento mi piacerebbe che ne parlassi. Intendo delle leggi, delle minoranze linguistiche, della LSC, delle proposte alternative e di tutto il resto.. Io penso che tanti come me, non siano abbastanza informati sull'argomento. Quello che penso io però è che mi interesserebbe parlare e tutelare una lingua e le sue varianti esistenti e non crearne una nuova.

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