QUESTIONE TRASPORTI
La regione dovrà promuovere nuovi bandi internazionali per la cosiddetta continuità
territoriale, sia per i trasporti aerei che per quelli navali. I nuovi bandi dovranno
prevedere tariffe veramente agevolate e orari e scali legati alle esigenze del popolo sardo, di
conseguenza un maggior numero di scali e di corse. Vogliamo porre fine al monopolio
Tirrenia e impedire che si creino altri monopoli o cartelli che danneggino il diritto dei
sardi alla mobilità. Proponiamo che, come già avviene in Corsica, per attraversare il mare si
debba pagare un importo massimo di 20 euro a tratta.
I fondi per la nuova continuità territoriale dovranno arrivare dallo Stato Italiano. Quello stato
che è sempre disponibile a spendere centinaia e centinaia di milioni di euro in opere inutili e
dannose come il Tav in Val di Susa e lo stretto di Messina, e sempre restio quando si tratta di
concedere il diritto sacrosanto alla mobilità di noi sardi.
Chiediamo inoltre che venga potenziato il processo di acquisizione di nuove tratte
aeree low cost, non solo con l'Europa ma anche con i paesi del Mediterraneo.
È indispensabile inoltre il riammodernamento della rete viaria e ferroviaria sarda e la
riapertura dello scalo di Golfo Aranci. Bisogna avviare un programma di sviluppo del
trasporto merci su rotaia che preveda, nell’arco di pochi anni, il raddoppio dei binari su
tutte le tratte sarde e l’elettrificazione delle linee ferroviarie. Nessun Paese al mondo
può avere un reale sviluppo economico senza un'adeguata rete di comunicazioni.
Proponiamo il potenziamento e l’ammodernamento della Azienda Regionale Sarda
Trasporti, in modo da consentire una piena mobilità interna al popolo sardo. Occorre
inoltre riprogettare la mobilità delle principali città sarde, attraverso bandi di concorso per
giovani laureati, prendendo esempio da analoghe esperienze internazionali.
L'isolamento al quale siamo stati sottoposti per tanto tempo, e che ci hanno fatto credere fosse
naturale, è una condizione di sottosviluppo determinata storicamente. Ci hanno pure
raccontato che l'isolamento facesse addirittura parte del nostro carattere. La storia dimostra il
contrario, noi sardi abbiamo girato il mondo rispettando le altre culture e portando ovunque la
nostra. Ancora oggi cercano di farci credere che essere indipendenti dall'Italia significhi isolarci
dal mondo. Il nostro futuro da popolo libero ed indipendente è quello di aprirci al
mondo, tornare ad essere un crogiuolo di scambi economici e culturali situato al
centro del Mediterraneo e non più il cortile di casa di uno stato in piena decadenza
economica, culturale e politica.
territoriale, sia per i trasporti aerei che per quelli navali. I nuovi bandi dovranno
prevedere tariffe veramente agevolate e orari e scali legati alle esigenze del popolo sardo, di
conseguenza un maggior numero di scali e di corse. Vogliamo porre fine al monopolio
Tirrenia e impedire che si creino altri monopoli o cartelli che danneggino il diritto dei
sardi alla mobilità. Proponiamo che, come già avviene in Corsica, per attraversare il mare si
debba pagare un importo massimo di 20 euro a tratta.
I fondi per la nuova continuità territoriale dovranno arrivare dallo Stato Italiano. Quello stato
che è sempre disponibile a spendere centinaia e centinaia di milioni di euro in opere inutili e
dannose come il Tav in Val di Susa e lo stretto di Messina, e sempre restio quando si tratta di
concedere il diritto sacrosanto alla mobilità di noi sardi.
Chiediamo inoltre che venga potenziato il processo di acquisizione di nuove tratte
aeree low cost, non solo con l'Europa ma anche con i paesi del Mediterraneo.
È indispensabile inoltre il riammodernamento della rete viaria e ferroviaria sarda e la
riapertura dello scalo di Golfo Aranci. Bisogna avviare un programma di sviluppo del
trasporto merci su rotaia che preveda, nell’arco di pochi anni, il raddoppio dei binari su
tutte le tratte sarde e l’elettrificazione delle linee ferroviarie. Nessun Paese al mondo
può avere un reale sviluppo economico senza un'adeguata rete di comunicazioni.
Proponiamo il potenziamento e l’ammodernamento della Azienda Regionale Sarda
Trasporti, in modo da consentire una piena mobilità interna al popolo sardo. Occorre
inoltre riprogettare la mobilità delle principali città sarde, attraverso bandi di concorso per
giovani laureati, prendendo esempio da analoghe esperienze internazionali.
L'isolamento al quale siamo stati sottoposti per tanto tempo, e che ci hanno fatto credere fosse
naturale, è una condizione di sottosviluppo determinata storicamente. Ci hanno pure
raccontato che l'isolamento facesse addirittura parte del nostro carattere. La storia dimostra il
contrario, noi sardi abbiamo girato il mondo rispettando le altre culture e portando ovunque la
nostra. Ancora oggi cercano di farci credere che essere indipendenti dall'Italia significhi isolarci
dal mondo. Il nostro futuro da popolo libero ed indipendente è quello di aprirci al
mondo, tornare ad essere un crogiuolo di scambi economici e culturali situato al
centro del Mediterraneo e non più il cortile di casa di uno stato in piena decadenza
economica, culturale e politica.