SARDIGNA NATZIONE INDIPENDENTZIA - UNIDADE INDIPENDENTISTA

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Su Forum de sos Indipendentistas Sardos / Il Forum degli Indipendentisti Sardi


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    Intervista a Sollai su L'Unione Sarda

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    Messaggio  Plùminus Gio Feb 05, 2009 1:40 am

    L'UNIONE SARDA
    Martedì 03 febbraio 2009

    «L'identità è il nostro valore»
    Sollai, Unidade indipendentista e la Sardegna

    di FABIO MANCA
    Peccato che non siano riusciti a coalizzarsi con l'Irs di Gavino Sale. Non perché ci siano divergenze politiche, ma perché «dopo il nostro appello all'unità hanno temporeggiato. A un certo punto non decidevano e noi dovevamo chiudere le liste». Sarebbe solo una questione di velocità, insomma. Non di conflitti. Altrimenti gli indipendentisti sarebbero stati tutti sotto lo stesso tetto. E magari avrebbero potuto sperare di superare lo sbarramento del 3%, ostacolo finora insormontabile nonostante una costante presenza a tutti gli appuntamenti politici. Certo, sommando i voti del 2004 non avrebbero raggiunto il 2% (0,58% e 5.031 voti Sardigna natzione, 1,13% e 9.724 consensi Irs) ma magari con A manca pro s'indipendentzia, Juventudi indipendentista 28 de abril e A foras, oggi riuniti assieme a Sardigna Natzione sotto l' Unidade indipendentista , il risultato sarebbe potuto migliorare. Fatto sta che la diaspora ancora una volta non si è ricomposta.
    Gianfranco Sollai, candidato presidente della nuova forza politica, non se ne fa un cruccio, anzi. L'ostacolo all'elezione, a suo avviso, non è il frazionamento indipendentista ma i mass media. «Danno tutto lo spazio ai partiti italiani, a noi solo le briciole». Significa che se aveste più spazio, otterreste un seggio in Consiglio? «Non è detto», ammette, «certo diffonderemmo di più le nostre idee».
    Avvocato penalista, nato 49 anni fa a Siamanna, una figlia, Sollai è antropologicamente e morfologicamente indipendentista. Stereotipo perfetto. Calvo, sopracciglia generose, occhi castani, sguardo fiero, ha una voce baritonale che gli regala autorevolezza e una forte cadenza barbaricina. Quando, nel 2006, si candidò a sindaco di Cagliari con Sardigna natzione (385 voti, lo 0,41%), annunciò, tra gli altri punti programmatici, la chiusura immediata delle Città mercato. Impossibile, in uno stato di diritto. Una provocazione, evidentemente, che tuttavia conteneva un messaggio. «È Cagliari che deve diventare città mercato ed essere valorizzata in tutti i suoi spazi».
    Oggi, che i suoi programmi abbracciano tutta l'Isola, ribadisce e amplia il concetto: «Siamo la Regione d'Europa con la più alta concentrazione di ipermercati e questo ha generato diseconomie nel territorio e abbassato la qualità dei prodotti consumati a vantaggio delle multinazionali e a svantaggio dei prodotti locali. È assurdo che noi consumiamo beni del settore agroalimentare che arrivano da migliaia di chilometri e ciò che produciano vada a finire altrove». E qui innesta un principio tipicamente indipendentista: «Dobbiamo riconvertire le industrie e incentivare, con leggi specifiche, lo sviluppo e la trasformazione delle risorse umane e naturali presenti in Sardegna e attivare politiche che favoriscano il consumo di prodotti locali».
    Non è il primo a sostenerlo.
    «Tra noi e gli altri c'è una differenza: noi tuteliamo le nostre risorse perché siamo convinti che possano portare ricchezza ai sardi, chi rappresenta i partiti italiani parla per slogan. Difendono altre identità, tutelano interessi nazionali che confliggono con i nostri».
    Ma è anche vero che ormai sono tutti convinti che la vera ricchezza stia proprio nelle specificità dei territori e delle produzioni.
    «È evidente, ma un conto sono le parole, un altro i fatti. Pensiamo alle aziende agropastorali. Se i partiti italiani avessero avuto a cuore la nostra produzione avrebbero fatto sì che ai produttori il latte ovino e caprino venisse pagato a un prezzo congruo, non alla stregua di un prodotto industriale. E avrebbero impedito che 30 mila aziende entrassero in crisi e molte di esse venissero pignorate».
    Che cosa proponete?
    «Nell'ambito di un ampio programma di tutela delle produzioni locali, l'istituzione di un marchio di qualità e incentivi al consumo di nicchia e prodotti locali derivanti dall'agricoltura e dall'allevamento che oggi faticano ad inserirsi nella grande distribuzione».
    E per quanto riguarda le aziende pignorate?
    «È pronta una proposta di legge di iniziativa popolare che modifica il codice di procedura civile e, per salvaguardare le potenzialità produttive, sancisce l'impignorabilità delle aziende agropastorali».
    Quando la presenterete?
    «Prima delle elezioni».
    Non è che lo fate per conquistare il voto di migliaia imprenditori con l'acqua alla gola?
    «È una proposta coerente con le nostre idee».
    Da decenni sostenete il diritto all'autodeterminazione: non è una proposta anacronistica?
    «Sosteniamo da sempre che ad ogni popolo debba essere concesso il diritto di scegliere secondo il principio internazionale dell'autodeterminazione. Un principio che chiediamo venga inserito nello statuto sardo assieme alla possibilità di svolgere, sul tema, un referendum popolare. Se una nazione non è indipendente non può autogovernarsi».
    In che cosa si esplica l'autogoverno?
    «Ad esempio con competenze primarie sui trasporti: vogliamo porre fine al monopolio della Tirrenia e promuovere nuovi bandi internazionali per la continuità territoriale che stabiliscano tariffe davvero agevolate e orari e scali legati alle esigenze dei sardi. Vogliamo nuove tratte low cost che colleghino la Sardegna anche con i paesi del Mediterraneo e il potenziamento dell'Arst. Ma tutto il nostro programma è ispirato all'autodeterminazione. L'industria, ad esempio».
    Che cosa proponete, a parte la riconversione della produzione?
    «Una legislazione che limiti la possibilità che imprenditori beneficino di contributi pubblici per creare aziende che chiudono dopo pochi anni e impedisca in caso di chiusura degli impianti di trasferire tutto fuori dalla Sardegna. È la Regione che deve rilevare infrastrutture e macchinari finanziati con soldi pubblici».
    Sulle servitù militari sono stati fatti passi avanti. Ma nei giorni scorsi il ministro La Russa ha annunciato la costruzione della nuova pista a Quirra.
    «Voglio dire subito una cosa: la liberazione di La Maddalena dalle basi americane non è stata una vittoria dei partiti italiani ma una coincidenza. È stata la Nato a decidere che quella base non era più utile».
    Intanto è stata smilitarizzata ed è in corso una riconversione.
    «Non scherziamo. Il G8 è stato presentato come un'occasione di sviluppo per l'Isola, in realtà si tratta dell'ennesimo affare per quelle aziende che stanno conducendo i lavori in condizioni di aperta illegalità, violando le leggi di tutela dei lavoratori. Basti dire che un sindacalista che ha provato a documentare l'illegalità è stato denunciato per spionaggio».
    Ma senza una legge speciale forse non si sarebbe riconvertita l'isola.
    «Non è così, se si decide di farlo si fa. Eppoi noi poniamo anche una questione politica: la Sardegna non è in guerra con nessuno e il G8 è una provocazione di stampo coloniale, prosecuzione di quel processo di deculturazione forzata che noi chiamiamo genocidio culturale».
    Torniamo alle basi.
    «Proponiamo un piano di smilitarizzazione totale, di bonifica del territorio e riconversione dell'economia militare. Vorrei ricordare che in Sardegna i militari occupano 24 mila ettari contro i 16 mila di tutta la penisola italiana. E che nel piccolo villaggio di Quirra su 150 persone, 20 sono morte per la stessa malattia e ad Escalaplano nel '98 14 bambini sono nati con gravissime malformazioni».
    Nel vostro programma contestate anche la politica delle entrate della giunta uscente.
    «Sia centrodestra che centrosinistra hanno fatto passare come una grande vittoria la ricontrattazione della vertenza entrate con lo Stato italiano. Noi riteniamo vergognoso che lo Stato abbia rubato per anni miliardi di euro di proprietà dei sardi e poi abbia gentilmente concesso di restituirli in piccole rate nei prossimi decenni. Noi li vogliamo tutti, subito e con gli interessi».
    Che legge elettorale vorreste?
    «Una legge rigorosamente proporzionale, per scardinare la blindatura delle coalizioni italiane».
    Senza sbarramento?
    «Lo sbarramento è necessario. Il problema della rappresentanza, lo ripeto, è un altro: lo spazio dedicato dai media alle piccole forze».
    Chiedete che gli stipendi dei consiglieri regionali vengano parificati a quelli dei metalmeccanici: un po' eccessivo?
    «Con grassi stipendi e onorificenze lo Stato italiano colonialista ricatta il popolo sardo. Noi pensiamo che la politica sia servizio al popolo».
    Che cosa pensa della scelta di una parte del Psd'az di candidarsi col centrodestra.
    «Una scelta incoerente, dettata da semplice opportunismo».
    Voi avete rifiutato di entrare nel centrosinistra.
    «Ho spiegato che non abbiamo gli stessi interessi dei partiti italiani. Vede, non è sufficiente mettersi l'abito in velluto o far suonare Procurade e moderare ai comizi o esporre la bandiera dei Quattro mori per dirsi indipendentisti o sardisti».
    Mentre parla, Sollai mostra un I Phone della Apple, tra i simboli universali della globalizzazione. Sembra una contraddizione, lui non concorda.
    «Penso che la globalizzazione contrasti con i principi di solidarietà, libertà e unità solo quando non riconosce e non rispetta altri popoli e altre identità. Non cambia niente se nel pianeta ci sono mille o duemila Stati, se c'è rispetto reciproco e unità per la soluzione dei problemi del pianeta».


    Ultima modifica di Plùminus il Gio Feb 05, 2009 1:55 am - modificato 1 volta.
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    Messaggio  juanna maria Gio Feb 05, 2009 1:44 am

    grazie pluminus geek
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    Messaggio  Plùminus Gio Feb 05, 2009 1:46 am

    juanna maria ha scritto:grazie pluminus geek

    Wink
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    Messaggio  realista Gio Feb 05, 2009 2:23 am

    E' una bella intervista. Mi piace ciò che ha detto..
    Bravo Sollai!!
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    Messaggio  Biddamannesu Gio Feb 05, 2009 5:59 pm

    Plùminus ha scritto:L'UNIONE SARDA
    Martedì 03 febbraio 2009

    «L'identità è il nostro valore»
    Sollai, Unidade indipendentista e la Sardegna

    di FABIO MANCA
    Peccato che non siano riusciti a coalizzarsi con l'Irs di Gavino Sale. Non perché ci siano divergenze politiche, ma perché «dopo il nostro appello all'unità hanno temporeggiato. A un certo punto non decidevano e noi dovevamo chiudere le liste». Sarebbe solo una questione di velocità, insomma. Non di conflitti. Altrimenti gli indipendentisti sarebbero stati tutti sotto lo stesso tetto. E magari avrebbero potuto sperare di superare lo sbarramento del 3%, ostacolo finora insormontabile nonostante una costante presenza a tutti gli appuntamenti politici. Certo, sommando i voti del 2004 non avrebbero raggiunto il 2% (0,58% e 5.031 voti Sardigna natzione, 1,13% e 9.724 consensi Irs) ma magari con A manca pro s'indipendentzia, Juventudi indipendentista 28 de abril e A foras, oggi riuniti assieme a Sardigna Natzione sotto l' Unidade indipendentista , il risultato sarebbe potuto migliorare. Fatto sta che la diaspora ancora una volta non si è ricomposta.
    Gianfranco Sollai, candidato presidente della nuova forza politica, non se ne fa un cruccio, anzi. L'ostacolo all'elezione, a suo avviso, non è il frazionamento indipendentista ma i mass media. «Danno tutto lo spazio ai partiti italiani, a noi solo le briciole». Significa che se aveste più spazio, otterreste un seggio in Consiglio? «Non è detto», ammette, «certo diffonderemmo di più le nostre idee».
    Avvocato penalista, nato 49 anni fa a Siamanna, una figlia, Sollai è antropologicamente e morfologicamente indipendentista. Stereotipo perfetto. Calvo, sopracciglia generose, occhi castani, sguardo fiero, ha una voce baritonale che gli regala autorevolezza e una forte cadenza barbaricina. Quando, nel 2006, si candidò a sindaco di Cagliari con Sardigna natzione (385 voti, lo 0,41%), annunciò, tra gli altri punti programmatici, la chiusura immediata delle Città mercato. Impossibile, in uno stato di diritto. Una provocazione, evidentemente, che tuttavia conteneva un messaggio. «È Cagliari che deve diventare città mercato ed essere valorizzata in tutti i suoi spazi».
    Oggi, che i suoi programmi abbracciano tutta l'Isola, ribadisce e amplia il concetto: «Siamo la Regione d'Europa con la più alta concentrazione di ipermercati e questo ha generato diseconomie nel territorio e abbassato la qualità dei prodotti consumati a vantaggio delle multinazionali e a svantaggio dei prodotti locali. È assurdo che noi consumiamo beni del settore agroalimentare che arrivano da migliaia di chilometri e ciò che produciano vada a finire altrove». E qui innesta un principio tipicamente indipendentista: «Dobbiamo riconvertire le industrie e incentivare, con leggi specifiche, lo sviluppo e la trasformazione delle risorse umane e naturali presenti in Sardegna e attivare politiche che favoriscano il consumo di prodotti locali».
    Non è il primo a sostenerlo.
    «Tra noi e gli altri c'è una differenza: noi tuteliamo le nostre risorse perché siamo convinti che possano portare ricchezza ai sardi, chi rappresenta i partiti italiani parla per slogan. Difendono altre identità, tutelano interessi nazionali che confliggono con i nostri».
    Ma è anche vero che ormai sono tutti convinti che la vera ricchezza stia proprio nelle specificità dei territori e delle produzioni.
    «È evidente, ma un conto sono le parole, un altro i fatti. Pensiamo alle aziende agropastorali. Se i partiti italiani avessero avuto a cuore la nostra produzione avrebbero fatto sì che ai produttori il latte ovino e caprino venisse pagato a un prezzo congruo, non alla stregua di un prodotto industriale. E avrebbero impedito che 30 mila aziende entrassero in crisi e molte di esse venissero pignorate».
    Che cosa proponete?
    «Nell'ambito di un ampio programma di tutela delle produzioni locali, l'istituzione di un marchio di qualità e incentivi al consumo di nicchia e prodotti locali derivanti dall'agricoltura e dall'allevamento che oggi faticano ad inserirsi nella grande distribuzione».
    E per quanto riguarda le aziende pignorate?
    «È pronta una proposta di legge di iniziativa popolare che modifica il codice di procedura civile e, per salvaguardare le potenzialità produttive, sancisce l'impignorabilità delle aziende agropastorali».
    Quando la presenterete?
    «Prima delle elezioni».
    Non è che lo fate per conquistare il voto di migliaia imprenditori con l'acqua alla gola?
    «È una proposta coerente con le nostre idee».
    Da decenni sostenete il diritto all'autodeterminazione: non è una proposta anacronistica?
    «Sosteniamo da sempre che ad ogni popolo debba essere concesso il diritto di scegliere secondo il principio internazionale dell'autodeterminazione. Un principio che chiediamo venga inserito nello statuto sardo assieme alla possibilità di svolgere, sul tema, un referendum popolare. Se una nazione non è indipendente non può autogovernarsi».
    In che cosa si esplica l'autogoverno?
    «Ad esempio con competenze primarie sui trasporti: vogliamo porre fine al monopolio della Tirrenia e promuovere nuovi bandi internazionali per la continuità territoriale che stabiliscano tariffe davvero agevolate e orari e scali legati alle esigenze dei sardi. Vogliamo nuove tratte low cost che colleghino la Sardegna anche con i paesi del Mediterraneo e il potenziamento dell'Arst. Ma tutto il nostro programma è ispirato all'autodeterminazione. L'industria, ad esempio».
    Che cosa proponete, a parte la riconversione della produzione?
    «Una legislazione che limiti la possibilità che imprenditori beneficino di contributi pubblici per creare aziende che chiudono dopo pochi anni e impedisca in caso di chiusura degli impianti di trasferire tutto fuori dalla Sardegna. È la Regione che deve rilevare infrastrutture e macchinari finanziati con soldi pubblici».
    Sulle servitù militari sono stati fatti passi avanti. Ma nei giorni scorsi il ministro La Russa ha annunciato la costruzione della nuova pista a Quirra.
    «Voglio dire subito una cosa: la liberazione di La Maddalena dalle basi americane non è stata una vittoria dei partiti italiani ma una coincidenza. È stata la Nato a decidere che quella base non era più utile».
    Intanto è stata smilitarizzata ed è in corso una riconversione.
    «Non scherziamo. Il G8 è stato presentato come un'occasione di sviluppo per l'Isola, in realtà si tratta dell'ennesimo affare per quelle aziende che stanno conducendo i lavori in condizioni di aperta illegalità, violando le leggi di tutela dei lavoratori. Basti dire che un sindacalista che ha provato a documentare l'illegalità è stato denunciato per spionaggio».
    Ma senza una legge speciale forse non si sarebbe riconvertita l'isola.
    «Non è così, se si decide di farlo si fa. Eppoi noi poniamo anche una questione politica: la Sardegna non è in guerra con nessuno e il G8 è una provocazione di stampo coloniale, prosecuzione di quel processo di deculturazione forzata che noi chiamiamo genocidio culturale».
    Torniamo alle basi.
    «Proponiamo un piano di smilitarizzazione totale, di bonifica del territorio e riconversione dell'economia militare. Vorrei ricordare che in Sardegna i militari occupano 24 mila ettari contro i 16 mila di tutta la penisola italiana. E che nel piccolo villaggio di Quirra su 150 persone, 20 sono morte per la stessa malattia e ad Escalaplano nel '98 14 bambini sono nati con gravissime malformazioni».
    Nel vostro programma contestate anche la politica delle entrate della giunta uscente.
    «Sia centrodestra che centrosinistra hanno fatto passare come una grande vittoria la ricontrattazione della vertenza entrate con lo Stato italiano. Noi riteniamo vergognoso che lo Stato abbia rubato per anni miliardi di euro di proprietà dei sardi e poi abbia gentilmente concesso di restituirli in piccole rate nei prossimi decenni. Noi li vogliamo tutti, subito e con gli interessi».
    Che legge elettorale vorreste?
    «Una legge rigorosamente proporzionale, per scardinare la blindatura delle coalizioni italiane».
    Senza sbarramento?
    «Lo sbarramento è necessario. Il problema della rappresentanza, lo ripeto, è un altro: lo spazio dedicato dai media alle piccole forze».
    Chiedete che gli stipendi dei consiglieri regionali vengano parificati a quelli dei metalmeccanici: un po' eccessivo?
    «Con grassi stipendi e onorificenze lo Stato italiano colonialista ricatta il popolo sardo. Noi pensiamo che la politica sia servizio al popolo».
    Che cosa pensa della scelta di una parte del Psd'az di candidarsi col centrodestra.
    «Una scelta incoerente, dettata da semplice opportunismo».
    Voi avete rifiutato di entrare nel centrosinistra.
    «Ho spiegato che non abbiamo gli stessi interessi dei partiti italiani. Vede, non è sufficiente mettersi l'abito in velluto o far suonare Procurade e moderare ai comizi o esporre la bandiera dei Quattro mori per dirsi indipendentisti o sardisti».
    Mentre parla, Sollai mostra un I Phone della Apple, tra i simboli universali della globalizzazione. Sembra una contraddizione, lui non concorda.
    «Penso che la globalizzazione contrasti con i principi di solidarietà, libertà e unità solo quando non riconosce e non rispetta altri popoli e altre identità. Non cambia niente se nel pianeta ci sono mille o duemila Stati, se c'è rispetto reciproco e unità per la soluzione dei problemi del pianeta».


    L'UNIONE SARDA
    Martedì 03 febbraio 2009

    «L'identità è il nostro valore»
    Sollai, Unidade indipendentista e la Sardegna

    di FABIO MANCA
    Peccato che non siano riusciti a coalizzarsi con l'Irs di Gavino Sale. Non perché ci siano divergenze politiche, ma perché «dopo il nostro appello all'unità hanno temporeggiato. A un certo punto non decidevano e noi dovevamo chiudere le liste». Sarebbe solo una questione di velocità, insomma. Non di conflitti. Altrimenti gli indipendentisti sarebbero stati tutti sotto lo stesso tetto.

    Si può essere più o meno d'accordo sull'intervista di Sollai,ma sul primo punto no!Unidade sapeva benissimo dal principio che non ci sarebbero state alleanze,quindi credo che a temporeggiare non sia stato nessuno!Si vogliono accollare le lacune,le lentezze di unidade ad irs che e' stato chiarissimo fin dall'inizio?Non mi sembra tanto corretto.
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    Messaggio  Europeista Gio Feb 05, 2009 6:43 pm

    Da decenni sostenete il diritto all'autodeterminazione: non è una proposta anacronistica?
    «Sosteniamo da sempre che ad ogni popolo debba essere concesso il diritto di scegliere secondo il principio internazionale dell'autodeterminazione. Un principio che chiediamo venga inserito nello statuto sardo assieme alla possibilità di svolgere, sul tema, un referendum popolare. Se una nazione non è indipendente non può autogovernarsi».

    Bisognava anche ricordare al giornalista che è lo stato italiano ad essere anacronistico in un momento storico in cui tutta l'Europa si apre al federalismo ed in diversi stati il centralismo viene messo in discussione.

    Nel complesso l'intervista è viziata dai soliti temi ideologici (quelli sì) anacronistici e penso che si andrà pesantemente sotto IRS. Almeno IRS salverà un po la faccia dell'indipendentismo nonostante i "non-nazionalismi" ed altre stupidaggini varie.
    L'Unidade dovrà pensare ad un repentino e SERIO cambio di rotta e capire che con questo modo di fare si rimane nell'angolino.
    Cumpostu si ricordi che SNI è nata per superare una certa impalcatura ideologica, non per tornare indietro.
    frantziscu 28abrili
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    Messaggio  frantziscu 28abrili Gio Feb 05, 2009 6:51 pm

    Europeista ha scritto:
    Da decenni sostenete il diritto all'autodeterminazione: non è una proposta anacronistica?
    «Sosteniamo da sempre che ad ogni popolo debba essere concesso il diritto di scegliere secondo il principio internazionale dell'autodeterminazione. Un principio che chiediamo venga inserito nello statuto sardo assieme alla possibilità di svolgere, sul tema, un referendum popolare. Se una nazione non è indipendente non può autogovernarsi».

    Bisognava anche ricordare al giornalista che è lo stato italiano ad essere anacronistico in un momento storico in cui tutta l'Europa si apre al federalismo ed in diversi stati il centralismo viene messo in discussione.

    Nel complesso l'intervista è viziata dai soliti temi ideologici (quelli sì) anacronistici e penso che si andrà pesantemente sotto IRS. Almeno IRS salverà un po la faccia dell'indipendentismo nonostante i "non-nazionalismi" ed altre stupidaggini varie.

    L'Unidade dovrà pensare ad un repentino e SERIO cambio di rotta e capire che con questo modo di fare si rimane nell'angolino.
    Cumpostu si ricordi che SNI è nata per superare una certa impalcatura ideologica, non per tornare indietro.
    quali sono i temi e i impalcature ideologiche presenti nell'intervista ma soprattutto nel programma di UI
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    Messaggio  Europeista Gio Feb 05, 2009 7:42 pm

    Frantizscu, il giornalista Fabio Manca fa anche giustamente spirito sul prodotto della Apple di Sollai, a parte questi dettagli. Il simbolo in sè, non compreso dai Sardi, tematiche come G8, CPT e quant'altro ci stanno benissimo anche in un programma politico di Rifondazione di qualsiasi regione del sud Italia. Leggete anche sul blog di Gianfranco Pintore cosa si pensa dell'iniziativa della bandiera di Arcore...Ormai non c'è più solo U.R.N. Sardinnya ad esprimere certe idee. La mia impressione è che l'eccessivo sbilanciamento a sinistra di questa presunta unità rischia di compromettere ancora di più i già precari equilibri di SNI. Sollai è persona intelligente, io mi auguro che anche Madau capisca che per un certo tipo di retorica oggi gli spazi sono finiti e serve più coraggio verso una vera riforma dell'indipendentismo.
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    Messaggio  juanna maria Gio Feb 05, 2009 8:47 pm

    avrei giurato che la parte del programma che riguarda su g8, non ti piaghiat
    sai che ti dico?
    che è la migliore, per come è scritta per il contenuto, una sorta di sintesi di tutto il programma Razz Razz Razz
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    Messaggio  realista Gio Feb 05, 2009 9:00 pm

    Europeista ha scritto:Frantizscu, il giornalista Fabio Manca fa anche giustamente spirito sul prodotto della Apple di Sollai, a parte questi dettagli. Il simbolo in sè, non compreso dai Sardi, tematiche come G8, CPT e quant'altro ci stanno benissimo anche in un programma politico di Rifondazione di qualsiasi regione del sud Italia. Leggete anche sul blog di Gianfranco Pintore cosa si pensa dell'iniziativa della bandiera di Arcore...Ormai non c'è più solo U.R.N. Sardinnya ad esprimere certe idee. La mia impressione è che l'eccessivo sbilanciamento a sinistra di questa presunta unità rischia di compromettere ancora di più i già precari equilibri di SNI. Sollai è persona intelligente, io mi auguro che anche Madau capisca che per un certo tipo di retorica oggi gli spazi sono finiti e serve più coraggio verso una vera riforma dell'indipendentismo.
    Una volta ti avevo chiesto da cosa ti sembrava un programma di sinistra e non mi avevi risposto. Potresti farlo adesso?
    Io non sono di sinistra e non lo sono mai stata esattamente come non sono di destra. Penso però che nel nostro programma ci siano delle cose giustissime che anche se possono essere interpretate come tipicamente di destra o di sinistra rimangono quello che sono: giuste e basta. Che poi possano esserlo anche per il sud-Italia, per il nord o per il centro tanto meglio, ma non vedo che problema ci sia in questo...
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    Messaggio  Europeista Gio Feb 05, 2009 10:34 pm

    realista ha scritto:
    Europeista ha scritto:Frantizscu, il giornalista Fabio Manca fa anche giustamente spirito sul prodotto della Apple di Sollai, a parte questi dettagli. Il simbolo in sè, non compreso dai Sardi, tematiche come G8, CPT e quant'altro ci stanno benissimo anche in un programma politico di Rifondazione di qualsiasi regione del sud Italia. Leggete anche sul blog di Gianfranco Pintore cosa si pensa dell'iniziativa della bandiera di Arcore...Ormai non c'è più solo U.R.N. Sardinnya ad esprimere certe idee. La mia impressione è che l'eccessivo sbilanciamento a sinistra di questa presunta unità rischia di compromettere ancora di più i già precari equilibri di SNI. Sollai è persona intelligente, io mi auguro che anche Madau capisca che per un certo tipo di retorica oggi gli spazi sono finiti e serve più coraggio verso una vera riforma dell'indipendentismo.
    Una volta ti avevo chiesto da cosa ti sembrava un programma di sinistra e non mi avevi risposto. Potresti farlo adesso?
    Io non sono di sinistra e non lo sono mai stata esattamente come non sono di destra. Penso però che nel nostro programma ci siano delle cose giustissime che anche se possono essere interpretate come tipicamente di destra o di sinistra rimangono quello che sono: giuste e basta. Che poi possano esserlo anche per il sud-Italia, per il nord o per il centro tanto meglio, ma non vedo che problema ci sia in questo...

    Non ho detto che non ci siano cose giuste, ma ci sono diversi elementi di faziosità che nel raffronto con gli altri programmi non reggono e prendono il sopravvento. Non a caso il gironalista ha colto la palla al balzo, non aspettano altro per denigrare e mettere in cattiva luce e certa faziosità non fa che creare il clima ideale acché si sviluppi nella grande stampa.
    E poi, prendendo un punto "a caso", ad esempio il CPT...è sì un problema...ma è un problema che oggi i Sardi avvertono come prioritario? O il G8?
    L'ideologia porta puntualmente una parte del dibattito fuori dai binari di ciò per cui dovremmo concentrarci. Sotto questo profilo IRS è di parecchio superiore (e lo dice uno che non risparmia le critiche a nessuno).
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    Messaggio  realista Gio Feb 05, 2009 10:51 pm

    Europeista ha scritto:
    realista ha scritto:
    Europeista ha scritto:Frantizscu, il giornalista Fabio Manca fa anche giustamente spirito sul prodotto della Apple di Sollai, a parte questi dettagli. Il simbolo in sè, non compreso dai Sardi, tematiche come G8, CPT e quant'altro ci stanno benissimo anche in un programma politico di Rifondazione di qualsiasi regione del sud Italia. Leggete anche sul blog di Gianfranco Pintore cosa si pensa dell'iniziativa della bandiera di Arcore...Ormai non c'è più solo U.R.N. Sardinnya ad esprimere certe idee. La mia impressione è che l'eccessivo sbilanciamento a sinistra di questa presunta unità rischia di compromettere ancora di più i già precari equilibri di SNI. Sollai è persona intelligente, io mi auguro che anche Madau capisca che per un certo tipo di retorica oggi gli spazi sono finiti e serve più coraggio verso una vera riforma dell'indipendentismo.
    Una volta ti avevo chiesto da cosa ti sembrava un programma di sinistra e non mi avevi risposto. Potresti farlo adesso?
    Io non sono di sinistra e non lo sono mai stata esattamente come non sono di destra. Penso però che nel nostro programma ci siano delle cose giustissime che anche se possono essere interpretate come tipicamente di destra o di sinistra rimangono quello che sono: giuste e basta. Che poi possano esserlo anche per il sud-Italia, per il nord o per il centro tanto meglio, ma non vedo che problema ci sia in questo...

    Non ho detto che non ci siano cose giuste, ma ci sono diversi elementi di faziosità che nel raffronto con gli altri programmi non reggono e prendono il sopravvento. Non a caso il gironalista ha colto la palla al balzo, non aspettano altro per denigrare e mettere in cattiva luce e certa faziosità non fa che creare il clima ideale acché si sviluppi nella grande stampa.
    E poi, prendendo un punto "a caso", ad esempio il CPT...è sì un problema...ma è un problema che oggi i Sardi avvertono come prioritario? O il G8?
    L'ideologia porta puntualmente una parte del dibattito fuori dai binari di ciò per cui dovremmo concentrarci. Sotto questo profilo IRS è di parecchio superiore (e lo dice uno che non risparmia le critiche a nessuno).
    Come sai il nostro programma è il frutto del lavoro di più organizzazioni quindi è normale che contempli degli argomenti che normalmente non si trattano. Questo penso però che significhi essere avanti e non indietro.
    Penso tra l'altro che ciò che si è detto riguardo al G8 sia inconfutabile e per niente fazioso.
    Qual'è l'ideologia alla quale ti riferisci? Non capisco..
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    Messaggio  Europeista Ven Feb 06, 2009 2:53 am

    Non è una cosa inconfutabile. Ai Sardi invece potrebbe fare parecchio onore ospitare un vertice di quella portata e non lo vedranno affatto così come lo dipinge l'U.I.
    Il compito dell'indipendentismo non è rappresentare le sue iperboli ma il Popolo quanto più possibile.
    La contrapposizione del G8 oggi è tipica di ogni movimento minoritario ed altermondista ma che non rispecchia necessariamente nè le posizioni del popolo in sè, nè reali alternative ai temi sociali COMUNQUE trattati nei G8 anche se in maniera insufficiente. La contestazione insomma su questa tematica non farà altro che assimilare questa parte di indipendentismo al solito ambiente marginale ed irrilevante RISPETTO AI grandi temi del dibattito politico isolano che oggi interessano di più. Ad esempio l'occupazione, lo sviluppo, etc.
    L'ideologia insomma ingloberà tutto il resto relegandolo a livello di Pubblica Opinione solo "come contorno e non come tacchino"....
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    Messaggio  realista Ven Feb 06, 2009 5:29 pm

    Europeista ha scritto:Non è una cosa inconfutabile. Ai Sardi invece potrebbe fare parecchio onore ospitare un vertice di quella portata e non lo vedranno affatto così come lo dipinge l'U.I.
    Il compito dell'indipendentismo non è rappresentare le sue iperboli ma il Popolo quanto più possibile.
    La contrapposizione del G8 oggi è tipica di ogni movimento minoritario ed altermondista ma che non rispecchia necessariamente nè le posizioni del popolo in sè, nè reali alternative ai temi sociali COMUNQUE trattati nei G8 anche se in maniera insufficiente. La contestazione insomma su questa tematica non farà altro che assimilare questa parte di indipendentismo al solito ambiente marginale ed irrilevante RISPETTO AI grandi temi del dibattito politico isolano che oggi interessano di più. Ad esempio l'occupazione, lo sviluppo, etc.
    L'ideologia insomma ingloberà tutto il resto relegandolo a livello di Pubblica Opinione solo "come contorno e non come tacchino"....

    Dimmi cosa c'è di confutabile in tutto questo:
    "Nel luglio del 2009 i capi di stato dell'Occidente si riuniranno a La Maddalena per discutere sul
    futuro del pianeta. Questo evento è stato presentato come un'occasione di sviluppo per la
    nostra isola a causa della grande mole di finanziamenti pubblici per le opere da realizzare per
    l’evento. In realtà si tratta dell'ennesimo affare per quelle aziende che stanno conducendo i
    lavori (io aggiungerei per il 90% non sarde e che vengono pagate il doppio di ciò che gli spetterebbe per quello che fanno)in condizioni di aperta illegalità, con la palese violazione delle leggi di tutela dei
    lavoratori, utilizzando la scusa del segreto imposto sui lavori. Un sindacalista che ha provato a
    documentare la diffusa illegalità è stato accusato di reati quali lo spionaggio internazionale per
    aver fatto trapelare informazioni sulle modalità di lavoro. Questo lo chiamano lavoro e
    sviluppo!
    Dal punto di vista politico noi consideriamo lo svolgimento del G8 in Sardigna come
    una vera e propria provocazione di stampo coloniale.
    Uno degli argomenti centrali nell’agenda del summit sarà la questione energetica ed
    economica. Se ne parlerà in una terra dove è in atto ormai da numerosi decenni, se non secoli,
    una scientifica disarticolazione dell’economia endogena in favore di un' economia slegata dalle
    esigenze del popolo sardo e basata sulla rapina e sullo sfruttamento delle risorse.
    Un altro dei punti in agenda del G8 sarà la pace e la diplomazia internazionale. Se ne discuterà
    in una terra dove gli stessi paesi del G8 addestrano alla guerra i loro eserciti nei due più grandi
    poligoni di tiro d’Europa. Inoltre si dice spesso che la “globalizzazione” mette in pericolo la
    biodiversità e la pluralità delle culture. Bene, in Sardigna è in corso da secoli un processo di
    deculturazione forzata che noi non abbiamo paura di chiamare con il suo vero nome:
    genocidio culturale.
    Si è sempre detto che le politiche del G8 reprimono il diritto dei popoli all'autodeterminazione.
    Stavolta il G8 si riunirà in un terra al cui popolo è stato sempre negato questo diritto.
    Per questi motivi riteniamo che il G8 non debba svolgersi né qui né altrove! La
    Regione deve prendere una posizione opposta da quella avuta sino ad ora, e
    impedire che il G8 si svolga qua nel prossimo luglio."

    Tutto ciò si verifica realmente e se non siamo noi a metterlo in evidenza chi dovrebbe farlo? Io sinceramente non sono contro la globalizzazione ma contro il fatto che essa venga decisa e gestita solo da alcuni paesi che si arrogano il diritto di decidere per tutti gli altri con i risultati che tutti conosciamo di cui noi Sardi in Sardegna siamo il più classico degli esempi. Non si deve nascondere la testa sotto la sabbia ma dire le cose come stanno. Io sono per la globalizzazione e anche per un summit internazionale che decida del futuro del nostro pianeta ma quello dei "G tutti", quello in cui a decidere siano tutti i popoli del mondo con lo stesso diritto, potere e dignità. Non penso che ci sia qualcosa di sbagliato in tutto questo o che pensarlo significhi essere attaccati a ideologie o massimalismi. E' realtà e chi voglia fare politica seriamente deve avere il coraggio ma soprattutto il dovere di evidenziarlo. Dimmi dov'è il problema... e che importanza abbia parlare solo di contorno o di tacchino quando si ha la possibilità di offrire un pasto completo.
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    Messaggio  Europeista Ven Feb 06, 2009 6:44 pm

    Guarda Realista, potremmo riaprire sul caso G8 le considerazioni sulla globalizzazione e finiremmo per ripetere le stesse cose dette nell'altro forum. per me la globalizzazione è un'opportunità (forse anche per Sollai, beccato con l'I-Phone della Apple) ed in quanto ai divari ritengo che debbano essere risolti ma non certo facendo chiasso contro un meeting che porterà l'isola sullo scenario internazionale. Sono punti di vista, il fatto di scendere in piazza a luglio assieme a tutta la marmaglia di contestazione che ci sarà distruggerà completamente l'indipendentismo che non riuscirà di certo a distinguersi.
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    Messaggio  realista Ven Feb 06, 2009 8:39 pm

    [quote="Europeista"]Guarda Realista, potremmo riaprire sul caso G8 le considerazioni sulla globalizzazione e finiremmo per ripetere le stesse cose dette nell'altro forum. per me la globalizzazione è un'opportunità (forse anche per Sollai, beccato con l'I-Phone della Apple) ed in quanto ai divari ritengo che debbano essere risolti ma non certo facendo chiasso contro un meeting che porterà l'isola sullo scenario internazionale. Sono punti di vista, il fatto di scendere in piazza a luglio assieme a tutta la marmaglia di contestazione che ci sarà distruggerà completamente l'indipendentismo che non riuscirà di certo a distinguersi.[/quote

    Credo poco al fatto che l'isola sarà protagonista in questa occasione anche perchè si parlerà d'Italia e non di Sardegna. Tra l'altro in Sardegna si terranno solo una parte degli incontri, gli altri si faranno nel resto dell'Italia e avremo ne più ne meno la visibilità di tutti gli altri. La differenza starà probabilmente nel fatto che noi, in Sardegna non avremo nemmeno la possibilità di andare a manifestare contro perchè il summit è stato organizzato in un luogo in cui non ci si potrà avvicinare per chilometri. Per quanto riguarda il distruggere l'indipendentismo non capisco cosa tu intenda al riguardo perchè le motivazioni che diamo contro il G8 penso che siano più che motivate e alla base dell'indipendentismo stesso. Se così non fosse ti chiedo per quale motivo ritieni di essere indipendentista. Attento a dire il contrario o ad andare contro le nostre posizioni perchè sono il fondamento dell'indipendentismo stesso. Non riconoscerlo sarebbe troppo ipocrita. La Sardegna non fa parte del G8, Europeista, e se non fosse per il senso dello stesso G8 ora non saremmo nella situazione in cui ci troviamo. Sappiamo tra l'altro a chi è stata affidata l'organizzazione del G8, chi ha eseguito i lavori e non ci vuole molto per immaginare chi usufruirà dei lavori fatti una volta terminato l'incontro. La Sardegna non fa parte dell'Italia esattamente come non fa parte del G8. Non ne abbiamo tratto nessun beneficio e probabilmente mai lo trarremo. Qui non si parla di globalizzazione, si tratta di G8 in una terra che non ne fa parte. Penso anche che se avremmo la possibilità di dire la nostra, sarà giusto farlo e anche con determinazione.
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    Messaggio  realista Ven Feb 06, 2009 8:45 pm

    Tra l'altro non ho capito cosa c'entri l'I-Phone con il G8.
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    Messaggio  Europeista Sab Feb 07, 2009 12:14 am

    Io non vedo lo scandalo nel vedere un G8 che si svolge in un territorio che non fa parte del G8 (ma come stato italiano ne facciamo parte).
    Ma da indipendentista non devo occuparmi di ciò che penso io ma di ciò che può pensare la gente: Ecco uno dei fattori che distingue il mio essere indipendentista da altre letture della situazione.
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    Messaggio  realista Sab Feb 07, 2009 1:17 am

    Europeista ha scritto:Io non vedo lo scandalo nel vedere un G8 che si svolge in un territorio che non fa parte del G8 (ma come stato italiano ne facciamo parte).
    Ma da indipendentista non devo occuparmi di ciò che penso io ma di ciò che può pensare la gente: Ecco uno dei fattori che distingue il mio essere indipendentista da altre letture della situazione.
    Il tuo essere indipendentista dovrebbe essere funzionale al far pensare alla gente che non lo è, quello che pensi tu, mettendoli a conoscenza di ciò che non sanno.
    Ma tu pensi che la gente sia felice del fatto che il G8 si svolga in Sardegna? Alla maggior parte delle persone non gliene può fregar di meno anche perchè sanno o sospettano che anche in questo caso ci sia la fregatura e che si troveranno presto a subirne solo gli aspetti negativi. Chi è veramente felice del fatto che il G8 si svolga in Sardegna sono coloro che hanno preso gli appalti dei lavori, che Sardi non sono. Se poi tu da indipendentista non vedi lo "scandalo" mi dispiace ma ciò non significa che tutto ciò non sia disgustoso..
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    Messaggio  Zarathustra Sab Feb 07, 2009 2:36 am

    Nemmeno io sono d' accordo con la contrarietà preconcetta al G8, ma questo non significa che io sia contrario al fatto che Unidade sia contraria.
    Mi spiego. Io credo che la scelta di unire SNI ad AMPI sia buona e possa dare dei buoni risultati, credo sia una simbiosi che funzioni: SNI ha bisogno della freschezza dei militanti di AMPI, AMPI ha bisogno dell' esperienza e della struttura di SNI.
    A mio parere avere una visione ideologica di sinistra può dare i suoi frutti, non dico che debbano essere le posizioni estreme di AMPI ad avere la meglio, ma nemmeno che si continui sulle posizioni ecumeniche di SNI, un partito di sinistra, non necessariamente comunista ma socialista. Ci sono tanti "kompagniucci" ormai orfani dei partiti italiani di sinistra che attendono qualcuno che li rappresenti a livello ideologico.
    Probabilmente a questo giro U.I. rimarrà senza seggi in consiglio, ma credo sia l' occasione giusta per porre le basi per essere pronti per il prossimo giro. Nel mentre iRS contribuirà dall' interno (se avrà la sua rappresentanza) a sdoganare l' idea indipendentista.
    E aggiungerei, se non vi offendete: prendete spunto dal loro modello organizzativo.
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    Messaggio  Europeista Sab Feb 07, 2009 3:55 am

    realista ha scritto:
    Europeista ha scritto:Io non vedo lo scandalo nel vedere un G8 che si svolge in un territorio che non fa parte del G8 (ma come stato italiano ne facciamo parte).
    Ma da indipendentista non devo occuparmi di ciò che penso io ma di ciò che può pensare la gente: Ecco uno dei fattori che distingue il mio essere indipendentista da altre letture della situazione.
    Il tuo essere indipendentista dovrebbe essere funzionale al far pensare alla gente che non lo è, quello che pensi tu, mettendoli a conoscenza di ciò che non sanno.
    Ma tu pensi che la gente sia felice del fatto che il G8 si svolga in Sardegna? Alla maggior parte delle persone non gliene può fregar di meno anche perchè sanno o sospettano che anche in questo caso ci sia la fregatura e che si troveranno presto a subirne solo gli aspetti negativi. Chi è veramente felice del fatto che il G8 si svolga in Sardegna sono coloro che hanno preso gli appalti dei lavori, che Sardi non sono. Se poi tu da indipendentista non vedi lo "scandalo" mi dispiace ma ciò non significa che tutto ciò non sia disgustoso..

    Realista, anchio giudico scandaloso quello che è successo con gli appalti ma questo è un tema che con la contrapposizione in se al G8 c'entra poco e va trattato come tematica separata. E se poi appunto ai Sardi frega poco e nulla del G8, perché l'urgenza di farlo diventare tema di un programma elettorale?
    A me da indipendentista interessa anche che esso costituirà una imponente vetrina internazionale che potrebbe avere anche le sue ricadute sul piano turistico futuro.
    L'indipendentismo non deve salvare il mondo e nè costruire l'Eldorado sociale, questo è un retaggio post-sessantottino, noi dobbiamo solo rappresentare il Popolo ed il territorio.
    Nel programma si propone pure la chiusura del CPT Sardo: Siamo sicuri che i Sardi sul tema delle prossime ondate di immigrazione daranno la stessa lettura al fenomeno che ne da AMPI? Anche su questo nutro forti dubbi e questo mio pensiero, voglio specificare, non c'entra nulla col razzismo. Chi mi conosce di persona sa benissimo quanto io sia aperto ad ogni cultura.

    C'è una evidente impronta ideologica nella trattazione di specifiche tematiche che ancora si porta dietro il peso del dogmatismo e del volersi sostituire al popolo su ogni linea al posto di capire, invece, che cosa il popolo ne può pensare. Il risultato è una linea complessiva che anch'essa spesso contribuisce al settarismo, perché divide da vedute ed orientamenti meno omologati in una data dottrina nella trattazione di certe tematiche.
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    Messaggio  realista Sab Feb 07, 2009 2:13 pm

    Europeista ha scritto:
    realista ha scritto:
    Europeista ha scritto:Io non vedo lo scandalo nel vedere un G8 che si svolge in un territorio che non fa parte del G8 (ma come stato italiano ne facciamo parte).
    Ma da indipendentista non devo occuparmi di ciò che penso io ma di ciò che può pensare la gente: Ecco uno dei fattori che distingue il mio essere indipendentista da altre letture della situazione.
    Il tuo essere indipendentista dovrebbe essere funzionale al far pensare alla gente che non lo è, quello che pensi tu, mettendoli a conoscenza di ciò che non sanno.
    Ma tu pensi che la gente sia felice del fatto che il G8 si svolga in Sardegna? Alla maggior parte delle persone non gliene può fregar di meno anche perchè sanno o sospettano che anche in questo caso ci sia la fregatura e che si troveranno presto a subirne solo gli aspetti negativi. Chi è veramente felice del fatto che il G8 si svolga in Sardegna sono coloro che hanno preso gli appalti dei lavori, che Sardi non sono. Se poi tu da indipendentista non vedi lo "scandalo" mi dispiace ma ciò non significa che tutto ciò non sia disgustoso..

    Realista, anchio giudico scandaloso quello che è successo con gli appalti ma questo è un tema che con la contrapposizione in se al G8 c'entra poco e va trattato come tematica separata. E se poi appunto ai Sardi frega poco e nulla del G8, perché l'urgenza di farlo diventare tema di un programma elettorale?
    A me da indipendentista interessa anche che esso costituirà una imponente vetrina internazionale che potrebbe avere anche le sue ricadute sul piano turistico futuro.
    L'indipendentismo non deve salvare il mondo e nè costruire l'Eldorado sociale, questo è un retaggio post-sessantottino, noi dobbiamo solo rappresentare il Popolo ed il territorio.
    Nel programma si propone pure la chiusura del CPT Sardo: Siamo sicuri che i Sardi sul tema delle prossime ondate di immigrazione daranno la stessa lettura al fenomeno che ne da AMPI? Anche su questo nutro forti dubbi e questo mio pensiero, voglio specificare, non c'entra nulla col razzismo. Chi mi conosce di persona sa benissimo quanto io sia aperto ad ogni cultura.

    C'è una evidente impronta ideologica nella trattazione di specifiche tematiche che ancora si porta dietro il peso del dogmatismo e del volersi sostituire al popolo su ogni linea al posto di capire, invece, che cosa il popolo ne può pensare. Il risultato è una linea complessiva che anch'essa spesso contribuisce al settarismo, perché divide da vedute ed orientamenti meno omologati in una data dottrina nella trattazione di certe tematiche.
    Ti ho fatto già notare che nel nostro programma sono contemplati tantissimi argomenti, non cinque o sei punti, ognuno dei quali si potrebbe ampiamente argomentare e che potrebbero anche non avere tutti la stessa priorità e importanza ma dato che fanno parte del nostro movimento abbiamo ritenuto opportuno inserirli anche per capire meglio chi siamo e cosa vogliamo. L'indipendentismo è già di per se un'ideologia, soprattutto quando si parla di un popolo come il nostro che ha subito, come tu ben sai, ogni sorta di abuso. Non capisco perchè tu voglia sottolineare il fatto che noi siamo contro il G8 in Sardegna soprattutto perchè è stato ampiamente argomentato il motivo e penso che nemmeno tu possa negare l'evidenza e la validità delle motivazioni (anche se ce ne sarebbero anche altre non indicate). Se proprio devo dirla tutta io sono contro il G8 in qualsiasi parte del mondo proprio come penso lo siano la maggior parte dei Sardi e gli abitanti del resto del mondo che fanno o non fanno parte del G8 per quello che è e che rappresenta: otto paesi ricchi che decidono per il futuro del resto del mondo. Non mi sembra il caso di fare il gioco o i buonisti con chi rappresenta l'esatto contrario di ciò che siamo o vogliamo noi per un po' di visibilità che sarà divisa comunque con il resto d'Italia. Io quello che dico lo penso e se tu ora non ti rendi conto di quanto tu stia affermando sia sbagliato (a mio modesto parere) te ne renderai conto molto presto. Europeista noi siamo così, fermamente convinti, soprattutto per quanto riguarda il G8 che comunque non potremo fermare, di quello che abbiamo scritto nel nostro programma. Fortunatamente per te esistono altri movimenti indipendentisti che nel programma hanno solo quattro o cinque punti contemplati anche nel nostro che non danno adito a discussioni o ideologismi in cui probabilmente potrai riconoscerti meglio. Questo mi fa piacere ma mi da molta più soddisfazione vedere scritto nero su bianco ciò in cui credo fermamente (pur non essendo comunista o no-global) e che come sempre nella storia di SNI molto presto si troverà scritto anche nel programma degli altri indipendentisti o di chi indipendentista massimalista non è ma che riconosce la validità del nostro programma.
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    Messaggio  Europeista Sab Feb 07, 2009 5:36 pm

    Dovresti aver intuito che le mie posizioni su questo tema vanno a sottolineare quanto alcuni argomenti specifici non siano in realtà più centrali nel dibattito politico contemporaneo e nella quasi totalità della società elettorale (moderata). Il G8 in se nella realtà non costituisce alcun problema specifico, nei fatti affrontano tematiche sociali che spesso non riescono a risolvere ma questo non è determinato dai contenuti del meeting in se ma dall'azione quotidiana e mercatista che tali governi svolgono. La verità è che contrapporsi al G8 è solo per alcuni la prosecuzione della contrapposizione ideologica che arriva dritta dritta dal passato di alcuni. Se non combattono il sistema in questa maniera, anche quando non ce n'è bisogno, non sono contenti. Potevo capirlo fino ai primi anni '90...ma oggi? Se si arrivasse al 3%, cosa improbabile, sarebbe già un miracolo. Meglio concentrarsi solo sui punti che condividono anche gli altri movimenti indipendentisti. Sotto questo profilo SNI che parla sempre di unità non si è mai accorta che in realtà dentro di sè, non essendosi mai riformata su questo versante, conserva i semi della divisione. Se veramente si vuole promuovere l'unità, prima bisogna sbarazzarsi di ciò che non interessa alla totalità dei Sardi e concentrarsi solo su ciò che può attecchire. In IRS nonostante le vaccate che sparano per dividere, questo lo stanno lentamente capendo. Speriamo che ci arrivino anche da SNI.
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    Messaggio  realista Sab Feb 07, 2009 7:26 pm

    Europeista ha scritto:Dovresti aver intuito che le mie posizioni su questo tema vanno a sottolineare quanto alcuni argomenti specifici non siano in realtà più centrali nel dibattito politico contemporaneo e nella quasi totalità della società elettorale (moderata). Il G8 in se nella realtà non costituisce alcun problema specifico, nei fatti affrontano tematiche sociali che spesso non riescono a risolvere ma questo non è determinato dai contenuti del meeting in se ma dall'azione quotidiana e mercatista che tali governi svolgono. La verità è che contrapporsi al G8 è solo per alcuni la prosecuzione della contrapposizione ideologica che arriva dritta dritta dal passato di alcuni. Se non combattono il sistema in questa maniera, anche quando non ce n'è bisogno, non sono contenti. Potevo capirlo fino ai primi anni '90...ma oggi? Se si arrivasse al 3%, cosa improbabile, sarebbe già un miracolo. Meglio concentrarsi solo sui punti che condividono anche gli altri movimenti indipendentisti. Sotto questo profilo SNI che parla sempre di unità non si è mai accorta che in realtà dentro di sè, non essendosi mai riformata su questo versante, conserva i semi della divisione. Se veramente si vuole promuovere l'unità, prima bisogna sbarazzarsi di ciò che non interessa alla totalità dei Sardi e concentrarsi solo su ciò che può attecchire. In IRS nonostante le vaccate che sparano per dividere, questo lo stanno lentamente capendo. Speriamo che ci arrivino anche da SNI.
    Ti ripeto per l'ennesima volta che il programma di UI è stato stilato con la collaborazione di "tutti" coloro che ne fanno parte ed è stato condiviso da tutti. Se all'unidade avessero aderito altri movimenti sarebbe stato sicuramente diverso, come lo sarebbe stato il simbolo e magari il presidente, ma siccome l'abbiamo fatto noi, il frutto del nostro lavoro è questo. Tu non sei obbligato ad apprezzarlo, naturalmente, e sei liberissimo di pensare che avere solo cinque punti in un programma sia meglio che averne tanti. Noi condividiamo in pieno ciò che abbiamo scritto e riteniamo che mettere in evidenza certe cose abbia significato e importanza. Probabilmente in futuro lo faranno anche gli altri e noi saremo felici per questo.. Spero però che tu non creda che possa essere un ulteriore miglioramento passare da un programma a cinque punti a uno a quattro.
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    Messaggio  Supastori Sab Feb 28, 2009 2:18 pm

    Europeista ha scritto:Dovresti aver intuito che le mie posizioni su questo tema vanno a sottolineare quanto alcuni argomenti specifici non siano in realtà più centrali nel dibattito politico contemporaneo e nella quasi totalità della società elettorale (moderata). Il G8 in se nella realtà non costituisce alcun problema specifico, nei fatti affrontano tematiche sociali che spesso non riescono a risolvere ma questo non è determinato dai contenuti del meeting in se ma dall'azione quotidiana e mercatista che tali governi svolgono. La verità è che contrapporsi al G8 è solo per alcuni la prosecuzione della contrapposizione ideologica che arriva dritta dritta dal passato di alcuni. Se non combattono il sistema in questa maniera, anche quando non ce n'è bisogno, non sono contenti. Potevo capirlo fino ai primi anni '90...ma oggi? Se si arrivasse al 3%, cosa improbabile, sarebbe già un miracolo. Meglio concentrarsi solo sui punti che condividono anche gli altri movimenti indipendentisti. Sotto questo profilo SNI che parla sempre di unità non si è mai accorta che in realtà dentro di sè, non essendosi mai riformata su questo versante, conserva i semi della divisione. Se veramente si vuole promuovere l'unità, prima bisogna sbarazzarsi di ciò che non interessa alla totalità dei Sardi e concentrarsi solo su ciò che può attecchire. In IRS nonostante le vaccate che sparano per dividere, questo lo stanno lentamente capendo. Speriamo che ci arrivino anche da SNI.
    CArissimo , SNI afronta tematiche che ritiene necessarie e affrontare.Ricordiamoci che ad unire gli indipendentisti dovrebbe bastare il fatto di esserl otttuti quanti.Non agganciamoci al G8 per sparare a vuoto contro SNI.E' vero che nell'ultima campagna il fatto "G8" è stato fin troppo messo in luce quando si sarebbe dovuto puntare a qualcosa.Ma appunto per questo ti faccio capire perchè è successo.E' propio per i lfatto che UI radunava gruppi come a manca e a foras che ritenevano fondamentale questo punto.E quindi l'hanno messo i nrilievo.Punti come una sardegna abinata a un europa e una sardegna prospettatta verso u nfuturo economico piu' prospiquo forse sarebbe stato piu' giusto.Ma non guardiamo solo agli errori di questo tipo.Anche iRS ha sbagliato una cosa , quella di andare ancora una volta soli.Cosa si è risolto.Non si è raggiunto neanke 3% al lsitino..Perchè votare al presidente?! che brutto errore.Niente contro Gavino,ma votando al listin forse qualcosa ne sarebbe uscito.Io penso che iRS e SNI dovrebbero ragionare insieme e fare qualcosa per collaborare nn fondersi ma unirsi loro sotto nn un simbolo ma un qualcosa che gl irappresenti come una coalizione a partiti individuali dove ognuno fa la sua strada ma collaborando in modo cordinato durante almeno la campoagna politica.Il G8 è un bel tema ma nn è la cosa fndamentale da trattare per nessun movimento . Dobiamo entrare nel sociale e affrontare a testa alta i problemi che le persone ci raccontano avrei tanto da dire...ma meglio che mi fermi .
    ciao europeista unu saludu da su pastori Smile

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