Contestualmente alla polarizzazione dello scontro fra le forze colonialiste e quelle anticolonialiste era auspicabile che i settori coscienti della gioventù sarda inaugurassero un percorso politico unitario che le organizzazioni politiche indipendentiste hanno il dovere di sostenere con tutte le loro forze.
I giovani sardi sono le prime vittime del colonialismo italiano. Precariato, emigrazione forzata, disoccupazione, sfruttamento sul lavoro, arruolamento indotto nelle forze d’occupazione italiana, alcolismo, consumo di droghe, privazione culturale e linguistica, deradicamento sociale e marginalizzazione sono tutti aspetti tipici dei regimi coloniali che si abbattono sulle fasce più deboli della società e in particolare sulle sue componenti giovanili. Inoltre il colonialismo italiano riproduce la sua egemonia all’interno del contesto sociale sardo proprio attraverso le strutture della scuola e della propaganda coloniale minando alle fondamenta, giorno dopo giorno, il senso di appartenenza e l’identità culturale e nazionale delle nuove generazioni dei sardi. Le forze coloniali agiscono in maniera radicale sulle nuove generazioni sarde facendo perno sull’indottrinamento italianista per rendere più facile la penetrazione colonialista e capitalista nella nostra terra.
Negli ultimi due anni il processo di convergenza delle forze sane della nazione sarda su un programma di liberazione nazionale e sociale ha fatto passi da gigante. Il nostro progetto di unità nazionale è un progetto di “grande politica”, perché vuole costruire una alternativa concreta e fattiva al regime di miseria e decadenza instaurato dallo stato italiano nella nostra terra. Un progetto che ha come obiettivo intermedio l’allargamento del regime di sovranità, la difesa degli interessi dei lavoratori sardi e dell’ambiente e la piena valorizzazione della nostra identità nazionale e culturale. Ma qualunque progetto di “grande politica” è orientato necessariamente verso il futuro. Le forze sane della nostra nazione non mirano a costruire carriere politiche sulla pelle dei sardi, a ritagliarsi nicchie di potere fine a sé stesso e a battere cassa con le facili parole d’ordine indette dall’egemonia degli attuali colonizzatori. Chi oggi lavora quotidianamente al rafforzamento di un blocco anticolonialista plurale, coeso ed organico, non può che salutare con entusiasmo la costituzione della gioventù indipendentista unitaria. Essere indipendentisti in Sardigna oggi significa essere aperti al futuro e lungimiranti. Fra i giovani sardi si sta affermando, sia in patria che nell’emigrazione, un diffuso senso di appartenenza culturale e in particolare sono molti i giovani che si stanno avvicinando all’ideale della liberazione nazionale e sociale del nostro popolo. Questo perché oggi essi non vedono alcuna possibilità di inserirsi in un contesto sociale, lavorativo e culturale adeguato alle loro migliori aspettative nella loro terra natale. L’indipendentismo si caratterizza giorno dopo giorno come una forza giovane, proprio per il fatto che ai giovani il colonialismo italiano sbatte le porte in faccia o prospetta loro magri percorsi di vita e di affermazione professionale e culturale.
Per questi motivi è auspicabile che sa Giuventude Indipendentista Sarda si rapporti alle forze sindacali sarde di classe e ai circoli degli emigrati sardi anticolonialisti, instaurando un circolo virtuoso con queste forze, capace di analizzare le contraddizioni del colonialismo a livello teorico e di approntare corrette strategie politico-operative di intervento per fare fronte alla declinazione coloniale della contraddizione capitale-lavoro in Sardigna e alla questione drammatica dello spopolamento dei paesi e dell’emigrazione forzata.
La nascita de sa Giuventude Indipendentista Sarda è una ventata di freschezza che fa ben sperare tutti i patrioti che lottano per l’abbattimento del regime coloniale italiano in Sardigna. A Manca pro s’Indipendentzia si impegna quindi a favorire la crescita e il percorso di formazione dei giovani militanti della Gioventude mettendo a disposizione le sue forze e le sue energie militanti, culturali ed intellettuali sostenendo la formazione di nuclei organizzati della Gioventude su tutto il territorio nazionale e intavolando con sa Giventude una dialettica politica costante e franca.
Sassari, 9 aprile 2009