lutzedhu ha scritto:Europeista ha scritto:lutzedhu ha scritto:Le mie attenzioni non sono rivolte all'autonomismo in generale bensì a sos ziracara, che come già detto dovrebbero essere consapevoli, nel bene e nel male, delle conseguenze che il loro agire comporta. Poi, certo, non bisogna fare di tutto un erba un fascio, pur rammentando che non sono le eccezioni che fanno testo.Europeista ha scritto:La sostanza non cambia. Chi militante nell'indipendentismo preferisce sostituirlo con un suo surrogato esercita una libera e consapevole scelta, ma, allo stesso tempo, conferma il suo essere opportunista proprio perché con tale scelta è inconfutabile che gli si aprono le prospettive di far politica per carriera piuttosto che per passione.
Attenzione che questo è un modo di pensare che crea tensioni e malumori, anche con potenziali futuri alleati.
In altri Paesi ci sono persone che rimangono nell'indipendentismo ma perché questi governa e le ambizioni personali spesso si sommano alle passioni.
Quì come dicevo è solo il surrogato che spesso ti consente di governare e fare qualche piccola proposta. E' un caso emblematico tutto l'ambito sardista: Non hanno mai fatto nulla di rilevante però se certi temi ci sono sempre nel circuito istituzionale (ad esempio oggi nel dibattito c'è la riscrittura dello Statuto) questo non lo si deve a chi non governa ma a chi sta a contatto tutti i giorni a livello Regionale con le diverse parti amministrative e della cosa pubblica, tra cui il sindacato. Pensa che oggi anche la CISL Sardegna è orientata alla riscrittura dello Statuto Sardo.
Nell'autonomismo Sardo non ci sono solo ambiziosi o comunque ci sono persone che uniscono sia l'ambizione che la passione.
Il tuo pensiero lo condivido in toto per persone che passano direttamente ad un partito centralista, perché lì allora non ci sono scuse, si è passati direttamente alla fonte dei problemi.
Sul fatto del governare non mi trovi completamente d'accordo, dal momento che non è certo una prerogativa degli autonomisti. Inoltre bisogna misurarsi con la realtà della forza e del peso politico che si detiene, poiché è la loro consistenza che stabilisce il potere di incidere nell'influenzare gli indirizzi di governo. In democrazia, lo sai bene, gli interessi politici di parte, se si hanno i numeri, la spuntano troppo spesso sulla logica e sulla ragione, calpestando sovente i diritti e le esigenze del popolo.
A questo punto viene spontaneo domandarsi, vista l'esiguità della forza dei sardisti nel governo Cappellacci, a cosa serve la riscrittura dello Statuto se poi di contenuti, grazie alla forza dei numeri e in pieno merito democratico, lo riempiranno gli altri secondo i canoni della politica italianista?
Questa incombenza e in queste condizioni, naturalmente, si presenterà sempre sulle varie istanze della politica amministrativa.
D'altra parte si può facilmente dedurre che finché non ci sarà l'indispensabile coesione dell'indipendentismo, che dialoghi e all'occorrenza si coalizzi con un altrettanto forte e coeso autonomismo, non c'è possibilità di intaccare e contrastare coi numeri l'immenso potere che la politica italianista esercita nei confronti del nostro popolo.
La riforma di uno Statuto o l'avvio di una Costituente si fa con tutto l'arco consiliare. L'indipendentismo deve decidersi se continuare ad attaccare quel già esiguo indipendentismo di governo (e i fatti dimostrano che la cosa porta solo più danni) oppure diventare egli stesso forza di governo che integra quel sardismo. Viceversa la guerra interna continuerà e nè i primi, nè gli ultimi, faranno quello che serve.
Ma quì entrano in gioco tante pregiudiziali che nell'ambito indipendentista esistono.
Ite pesu b'ana sos autonomistas in s'arcu consiliare? A banda de sos bonos propositos, la tenen sa fortza de los faker pondere in pratica?
Non c'è forza perché manca pure l'indipendentismo, che è occupato in risse e con cose che non esistono oltre che ad attaccare i Sardisti.
Quindi l'indipendentismo deve decidersi, o continuare su questa strada o mollare l'inseguimento di IRS nel suo settarismo. Naturalmente non chiudendo la porta al dialogo con IRS.
Il problema prima delle collaborazioni è un'altro: La SNI di oggi ha i numeri per fare queste operazioni? E se non li ha, non si sta perdendo tempo nel non riformare il movimento? In più c'è la questione Unidade che all'interno di SNI e AMPI viene interpretata diversamente.